Prospettive svizzere in 10 lingue

Radio ed esperti per un voto libero

I congolesi ritrovano la possibilità di un'elezione libera dopo oltre 40 anni Keystone

Il 30 luglio è una data storica per la Repubblica democratica del Congo: anche grazie al contributo della Svizzera si voterà liberamente dopo oltre 40 anni.

In un contesto segnato da anni di violenze e miseria, 25 milioni di congolesi sono chiamati ad eleggere il nuovo presidente e i deputati dell’Assemblea nazionale.

Per la Repubblica democratica del Congo (RDC) si tratta del momento tanto atteso. Dopo il colonialismo belga, il regime di Mobutu e anni di conflitti armati, il paese può finalmente decidere liberamente del proprio destino.

Se l’ex Zaire può ora sperare in un futuro migliore, lo deve in parte anche alla Svizzera.

Convinta dell’importanza di un’informazione libera nel processo di democratizzazione, la fondazione elvetica Hirondelle, basata a Losanna (Vaud), ha fornito lo strumento più efficace per un corretto svolgimento del voto: radio Okapi.

Educazione elettorale

La radio gestita da Hirondelle e dalle Nazioni Unite ha consacrato diversi momenti alle storiche elezioni: «Con notizie d’attualità, approfondimenti e dibattiti, abbiamo contribuito all’educazione civica della popolazione», indica a swissinfo Etienne Rougerie, vice redattore capo di Okapi.

Non solo gli elettori, ma anche i candidati – invitati ad esprimersi negli studi di Kinshasa – ne hanno tratto beneficio: accettando quanto contenuto nella Carta elettorale redatta da Okapi, hanno esposto le loro idee secondo i principi fondamentali del giornalismo.

Ma c’è di più: molte informazioni sono state ritrasmesse anche da altre emittenti e secondo un sondaggio Okapi è stata la migliore radio per la formazione elettorale dei congolesi.

Un paese immenso e tante lingue

La sfida raccolta da Okapi nel 2002 non era delle più facili: diffondere la medesima informazione su un territorio grande come l’Europa occidentale. Un’impresa impossibile per le altre emittenti nazionali, che non godono dell’appoggio logistico della Monuc, la Missione di pace dell’ONU in Congo.

«Disponiamo di 8 antenne regionali e ogni discorso è tradotto in francese e nelle 4 lingue nazionali», rileva Yves Laplume, direttore di Okapi.

Particolarmente importante è stata l’informazione elettorale nelle zone di provincia: le frequenze di Okapi hanno offerto qui l’unico spazio informativo obiettivo e credibile.

Esperti in dialogo e osservatori

La situazione nella RDC – spiega il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri – preoccupa la Svizzera già da diversi anni.

«Dal 1998 al 2000, la Svizzera ha sostenuto un programma di formazione al dialogo destinato a rappresentanti della società civile, dell’opposizione politica, dell’economia e delle autorità», afferma a swissinfo Lars Knuchel.

In seguito – prosegue – ha messo a disposizione due esperti a sostegno dei negoziati di pace tra governo e gruppi ribelli. Per seguire lo svolgimento delle elezioni, Berna ha poi inviato 5 osservatori sul posto.

Un vasto lavoro di educazione civica è stato inoltre svolto dall’organizzazione cattolica elvetica Sacrificio Quaresimale, presente nel paese con numerose diocesi.

In totale, dall’agosto del 2005, la Confederazione ha sostenuto il processo elettorale con 1,6 milioni di franchi.

Possibilità d’investimento

Incontrato nel suo ufficio di Kinshasa, l’ambasciatore elvetico Hans-Rudolf Hodel spera, pure lui, in un corretto svolgimento de voto.

«Qui in RDC c’è un enorme potenziale. Se le elezioni porteranno più stabilità, si apriranno nuove possibilità d’investimento anche per le imprese svizzere», si augura.

swissinfo, Luigi Jorio, Kinshasa

Il 30 luglio si vota in Congo per il primo turno delle presidenziali e delle legislative.
Una trentina i candidati alla presidenza, tra cui 4 donne.
I 500 seggi dell’Assemblea nazionale (parlamento) sono contesi da circa 9’500 candidati di 240 partiti.
La Svizzera ha sostenuto il processo elettorale con 1,6 milioni di franchi.

Il Congo è stato una colonia belga fino al 1960.

Dopo l’indipendenza si sono svolte le prime e uniche elezioni democratiche: a capo del paese è nominato Patrice Lumumba, assassinato 7 mesi più tardi.

Nel 1965, il generale Mobutu sale al potere con un colpo di Stato. Nel 1971 rinomina il Paese «Zaire».

Dopo decenni di dittatura, Mobutu è scalzato dall’alleanza guidata da Laurent-Désiré Kabila; nel 1997 si dichiara presidente della Repubblica democratica del Congo.

Alla sua morte (2001) gli succede il figlio, Joseph Kabila, attualmente a capo del governo di transizione.

Tra il 1996 e il 2003, il paese è stato teatro di due conflitti armati che hanno causato 3,8 milioni di morti.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR