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Una svizzera diventa sacerdotessa cattolica

Le tre sacerdotesse (Wyss seconda da sinistra) sono state consacrate da donne "vescove" Keystone

La teologa Monika Wyss di Riehen, nel Cantone di Basilea, diventa la prima sacerdotessa cattolico-romana della Svizzera.

Divorziata e madre di quattro figli la teologa difende il suo diritto al sacerdozio, anche se probabilmente pagherà la consacrazione con una scomunica del Vaticano.

La cerimonia di consacrazione, organizzata dal Gruppo sacerdotesse cattolico-romane dell’Europa occidentale, si è tenuta sabato a bordo di un battello sul Lago di Costanza. La Wyss è stata ordinata prete insieme ad una donna dell’America centrale e ad una californiana.

Monika Wyss sognava di diventare prete dall’età di 12 anni: “I miei fratelli facevano i chierichetti, ma io non potevo. Allora a casa giocavamo alla messa. Io ero il prete e loro i miei chierichetti”, racconta a swissinfo.

Non c’è tolleranza

Nel 2002 erano già state ordinate prete sul Danubio sette donne di Germania, Austria e Stati Uniti. La consacrazione era stata effettuata dal vescovo argentino scomunicato dalla Chiesa cattolica Romulo Braschi e dall’austriaco Ferdinand Regelsberger.

Nella Chiesa anglicana una donna è stata consacrata prete per la prima volta nel 1992 in Australia, nel 1994 era seguita l’Inghilterra. Nel febbraio 2000 era stata invece ordinata per la prima volta in Svizzera una sacerdotessa della Chiesa cattolica-cristiana (o vecchio cattolica).

Secondo la Chiesa cattolica-romana le consacrazioni di donne sono però nulle. L’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e attuale papa, Joseph Ratzinger, aveva subito scomunicato le sacerdotesse. Ciononostante tre delle donne si sono in seguito fatte ordinare vescovo. E sono proprio loro che questa volta hanno guidato la cerimonia di consacrazione.

Fuori dal mondo

Secondo la Wyss senza le donne la chiesa cattolica è destinata al declino: il sacerdozio per lei non è un atto di ribellione nei confronti della Chiesa. “All’epoca di Cristo le donne erano accettate, è solo a causa dell’influenza dell’impero romano che furono escluse”.

Le “vescove” non vorrebbero né un’esacerbazione del contrasto con Roma, né una divisione della Chiesa, ma è quasi certo che anche questa volta il Vaticano reagirà con una scomunica.

Contattato da swissinfo il portavoce della Conferenza dei vescovi svizzeri non ha voluto fare commenti sulla consacrazione di sabato. In passato i vescovi hanno detto chiaramente che una scomunica sarebbe stata inevitabile.

“Continuerò ad essere cattolica – commenta Monika Wyss – anche se non ho alcuna possibilità di lavore nella Chiesa, viste le mie idée. Dunque per me non cambia molto”.

La teologa, che ritiene normale che in una società non più unicamente dominata dagli uomini anche le donne vogliano diventare preti, ha intenzione di praticare il sacerdozio, celebrando messe, battesimi, matrimoni e portando aiuto ai fedeli.

In ogni caso l’incoraggiamento da parte di molti fedeli non le è mancato: “Uomini e donne che mi hanno detto che dopo 2000 anni di cristianesimo è venuto il momento che la Chiesa cattolica accetti le donne come esseri umani”.

swissinfo, Scott Capper
traduzione ed adattamento, Raffaella Rossello

Il sacerdozio per le donne è un costante argomento di disputa tra i cattolici.

Nel 1994, con la pubblicazione della lettera apostolica di Giovanni Paolo II “Ordinatio Sacerdotalis”, la faccenda fu dichiarata ufficialmente chiusa dal Vaticano.

La Chiesa afferma che essendo Gesù un uomo, come pure i suoi apostoli, può diventare prete solo un uomo che abbia ricevuto il battesimo.

L’idea dei preti-donna viene sostenuta da diversi circoli, anche come misura per controbilanciare la crisi delle vocazioni.

I favorevoli sostengono che durante il quarto e il quinto secolo, stando a documenti epigrafici, anche le donne ricevevano la consacrazione.

Il 42% della popolazione in Svizzera è cattolica.
In Svizzera vi sono due chiese cattoliche scismatiche.
La Chiesa cattolica-cristiana (o vetero cattolica), che si separò da Roma nel 1870 per l’impossibilità di accettare il dogma dell’infallibilità del Papa.
La Fraternità di San Pio X di Monsignor Lefebvre, tradizionalisti che riconoscono il Papa, ma non gli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nel febbraio 2000 era stata ordinata per la prima volta in Svizzera una sacerdotessa della Chiesa cattolica-cristiana.

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