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“Le telecamere alla frontiera sono legali”

Una videocamera per combattere l'evasione fiscale e il traffico di droga Keystone Archive

La Regio Insubrica contesta la legittimità della videosorveglianza al confine italo-svizzero.

Con l’introduzione dello scudo fiscale bis i furgoncini della finanza italiana sono stati riposizionati alla frontiera, da dove erano stati tolti in settembre.

“Il grande Fratello non è una violazione della privacy”. E’ categorico il prefetto di Como, Guido Palazzo Adriano, che contesta le perplessità sollevate dalla Regio Insubrica (canton Ticino, province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola)sulla legittimità delle telecamere piazzate ai valichi di frontiera fra Italia e Svizzera.

“Ritengo che quanto deciso dal nostro governo sia ineccepibile”, conclude Palazzo. Anche il comandante della guardia di finanza di Ponte-Chiasso, Antonello Reni, trova ingiustificate le pretese di chiarimenti che il presidente della Regio Insubrica, il consigliere di stato ticinese Marco Borradori, e il segretario, avvocato Achille Crivelli, hanno inviato negli scorsi giorni al garante per la privacy italiano, professor Stefano Rodotà.

Critiche non nuove

Introdotto già a partire dalla primavera del 2002, in occasione del lancio del primo scudo fiscale e ripristinato il primo gennaio di quest’anno per lo scudo fiscale bis, “il funzionamento del fiscovelox non è cambiato”, dice ancora Reni.

“Le telecamere, piazzate sui due furgoni, filmano solo le targhe, non si vede per nulla l’abitacolo. Inoltre, ogni quindici giorni i dati vengono cancellati”. Insomma, tutto sarebbe perfettamente legittimo e in sintonia con le regole sulla privacy.

“Noi non formuliamo nessuna accusa”, dice a swissinfo l’avvocato Achille Crivelli, segretario della Regio Insubrica. “Vorremmo però sapere direttamente da Roma qual è la base giuridica su cui si fonda il provvedimento”. La questione è anche politica, secondo l’avvocato Crivelli.

Collaborazione transfrontaliera

“La nostra comunità di lavoro, ispirata dalla cosiddetta Convenzione di Madrid, promulgata nel 1990 dal Consiglio d’Europa, promuove la collaborazione transfrontaliera.

La videosorveglianza alle nostre frontiere, in attesa di chiarimenti, suscita perplessità e rischia di contrastare con lo spirito collaborativo e di reciproca fiducia con le regioni limitrofe italiane”, spiega Crivelli.

A questo si aggiunge, secondo il segretario della Regio Insubrica, anche una possibile violazione dell’accordo di libera circolazione delle persone fra Svizzera e Ue, entrato in vigore il 1° giugno 2002.

Un “falso” problema

Il professor Stefano Rodotà, per il momento, non rilascia dichiarazioni prima di aver analizzato la richiesta della Regio Insubrica. Swissinfo ha però sollecitato i servizi legali dell’associazione dei consumatori Adiconsum.

Secondo l’associazione la videosorveglianza alle frontiere è da ritenersi assolutamente legittima, visto che prevede riprese limitate alle targhe delle vetture, rispettando le disposizioni previste dal garante per la difesa dei dati personali.

“E’ un falso problema”, afferma invece Giorgio Benvenuto, parlamentare del centro-sinistra e membro della commissione finanze della Camera. “I furgoncini alle frontiere sono un bluff”, dice a swissinfo Benvenuto.

Provvedimenti utili?

“Questo governo ama molto spettacolarizzare le sue decisioni”, continua il parlamentare, “ma la sostanza è minima. Lo scudo fiscale, ma anche tutta la serie di condoni messi in campo da questo governo, hanno portato all’inevitabile abbassamento del livello di attenzione proprio per cio’ che riguarda i reati finanziari e patrimoniali”.

“D’altronde, anche all’interno delle istituzioni preposte ai controlli si avverte un senso di impotenza e di frustrazione”.

Giudizio perentorio ma forse non sprovvisto di un certo fondamento quello di Benvenuto. Lo scudo fiscale bis, prevede anche la regolarizzazione dei capitali che le imprese detengono illegalmente all’estero.

Questo comporta di fatto la legittimazione del falso in bilancio che il governo Berlusconi aveva in precedenza già declassato a semplice infrazione amministrativa e che ora sembra essere definitivamente derubricato.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

In concomitanza con l’introduzione dello scudo fiscale, volto al rimpatrio dei capitali dall’estero, il governo italiano ha deciso di monitorare la frontiera fra Italia e Svizzera a Ponte-Chiasso e a Brogeda con due furgoni appositamente attrezzati per controllare il flusso in entrata e in uscita dall’Italia.

Se l’intento era prioritariamente quello di scoraggiare il contrabbando di capitali, secondo le forze di sicurezza italiane, i rilevatori hanno anche lo scopo di individuare targhe sospette di persone legate al traffico di droga o di clandestini.

Seconda fase videosorveglianza: gennaio-giugno 2003
Sequestri di droga: 124 kg (2001), 130 kg (2002)
Sequestri valutari: 4 milioni e 800 mila euro (2002)

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