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Adolf Ogi in Vaticano: «momento più alto della mia vita politica»

Così il presidente della Confederazione Adolf Ogi, a Roma per presenziare al giuramento delle guardie svizzere, ha sintetizzato il suo colloquio di sabato con il Papa.

«Come protestante e credente mi ero preparato molto, ci ho riflettuto perfino la notte prima, ripercorrendo la mia vita», ha dichiarato Ogi, che ha aggiunto «ho avuto la possibilità di fare domande e il Papa mi ha parlato del suo viaggio in Israele. Sono rimasto impressionato dalla sua personalità, dalla sua forza di volontà e dal suo carisma».

In Vaticano il presidente della Confederazione ha incontrato anche il cardinale Angelo Sodano, col quale ha avuto una «discussione aperta sulle questioni bilaterali, sui problemi del XX secolo, sui valori di questa epoca ed anche sull’integrazione europea e la buona cooperazione tra Svizzera e Vaticano».

Dal Papa e da Sodano, ha detto Ogi, «ho ricevuto moltissimi complimenti per il lavoro, la sensibilità e l’impegno delle guardie svizzere». Il consigliere federale ha espresso soddisfazione per l’ottimo ambiente che – a due anni dal dramma dell’uccisione del comandante Alois Estermann – regna all’interno del corpo.

La giornata si era aperta con una messa per le guardie e le loro famiglie, celebrata dal cardinale Henri Schwery nell’aula delle Benedizioni, seguita dalla commemorazione dei caduti e dalla decorazione dei militari nel cortile d’onore della Guardia svizzera, davanti al monumento che ricorda il loro sacrificio.

In serata Ogi ha poi assistito in Vaticano al giuramento di 35 guardie svizzere, ovvero 21 svizzero tedeschi, 12 romandi, un romancio e un ticinese. Alla cerimonia erano presenti autorità della Curia romana, rappresentanti del corpo diplomatico, dell’esercito svizzero e di quello italiano.

La Guardia svizzera «è il biglietto da visita di un paese che dal 1848 vive nel rispetto delle differenze culturali», ha proclamato Ogi nell’allocuzione ufficiale. «Un’unità nel segno delle tre croci: la croce di Cristo, la croce bianca in campo rosso – simbolo della convivenza pacifica del paese – e la croce rossa in campo bianco, segno di solidarietà. Da queste tre croci ci viene la forza per impegnarci per la pace nel mondo», ha concluso.

La Guardia svizzera pontificia, fondata da Papa Giulio II della Rovere nel 1506 è una compagnia, portata due anni fa a 110 effettivi, in occasione del Giubileo è stata quest’anno rafforzata con 18 ex-componenti del corpo.

Il viaggio di un giorno a Roma ha offerto l’occasione anche per un incontro con il presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi. Molti i temi discussi – dalla sicurezza regionale, alla Nato, ai rapporti tra Svizzera e Ue, ai Balcani – anche se l’accento è stato posto in particolare proprio sui sette accordi con l’Ue che, se approvati dal referendum, avvicineranno Berna al mercato unico comunitario.

Ogi ha detto a Ciampi di «essere molto ottimista sull’esito della consultazione», sottolineando che «la Svizzera è capita dal popolo europeo e Ciampi lo ha confermato».

Da parte sua, il presidente italiano ha parlato degli sforzi che si stanno facendo per la pacificazione nei Balcani, ha illustrato le iniziative italiane a questo proposito e ha indicato la Svizzera come esempio di società multiculturale.

swissinfo e agenzie

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