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Anno del giubileo per Svizzera e Russia

L'ambasciatore russo a Berna Dimitry Cherkashin (a sinistra) e Johannes Matyassi di Presenza Svizzera Keystone

Martedì si è aperto «l'anno del giubileo 2006» con il quale Svizzera e Russia commemorano 190 anni di relazioni diplomatiche. Un centinaio gli eventi previsti.

Secondo un esperto, dopo la fine della Guerra fredda il mercato russo sta diventando sempre più importante per l’economia elvetica. La diffidenza è però sempre presente.

Il 2006 sarà l’anno delle commemorazioni per Russia e Svizzera. 60 anni fa si apriva infatti l’attuale ambasciata elvetica a Mosca, mentre 190 anni orsono, a San Pietroburgo, è stata inaugurata la prima rappresentanza ufficiale svizzera.

Sotto la direzione di Presenza Svizzera e dell’ambasciata di Russia, saranno organizzati un centinaio di eventi, allo scopo di coltivare l’amicizia che lega i due Paesi, come ha confermato martedì Johannes Matyassi, responsabile della piattaforma per la presentazione della Svizzera all’estero: «È venuto il momento di avvicinare i due popoli».

«L’anno del giubileo rappresenta la piattaforma ideale per la presentazione della Svizzera in Russia», ha sottolineato Matyassi.

Stampa critica

Da parte russa, l’anno del giubileo vuole piuttosto essere un’occasione per offrire un’immagine autentica del Paese, come ha dichiarato il rappresentante russo a Berna, Dimitry Cherkashin, il quale non ha nascosto di essere a volte in disaccordo con quanto veicolato dai media svizzeri.

A questo proposito, Ernst Mühlemann, vicepresidente del Consiglio di cooperazione Svizzera-Russia, indica a swissinfo che «le notizie sulla Russia diffuse dai media svizzeri sono sempre molto negative».

Secondo l’ex consigliere nazionale, in Russia si ha l’impressione di essere giudicati in maniera troppo critica in Svizzera. Spesso, la stampa elvetica pubblica informazioni negative in merito al rispetto dei diritti dell’uomo (vedi guerra in Cecenia), alla restrizione della libertà di pensiero e alla repressione esercitata dallo Stato.

«A questo si aggiunge il fatto che la giustizia elvetica non è sempre stata brillante, come testimonia ad esempio il suo tergiversare nella vicenda dell’ex ministro dell’energia atomica Evgeny Adamov».

Un modo di agire che non ha mancato di far nascere tensioni tra Berna e Mosca. «Proprio per superare questo blocco psicologico, abbiamo fondato il Consiglio di cooperazione Svizzera-Russia», spiega il suo vicepresidente.

Neutralità svizzera molto rispettata

«La neutralità della Confederazione è molto rispettata in Russia», indica Ernst Mühlemann, aggiungendo che anche grazie al ruolo politico svolto dalla Svizzera si era trovata una soluzione per porre termine alla prima guerra in Cecenia (1994-1996).

A questo proposito, il vicepresidente del Consiglio di cooperazione ricorda il contributo fornito dall’ambasciatore Tim Guldimann, all’epoca nella capitale cecena Grozny, e dall’ex ministro degli affari esteri ed ex presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Flavio Cotti.

«Anche in occasione della seconda guerra in Cecenia è stato chiesto l’aiuto della Svizzera, sebbene Berna non si sia in seguito manifestata attivamente».

Transizione difficile

L’ex deputato radicale rammenta inoltre che la transizione da un’economia pianificata, controllata dal potere centrale, ad un’economia di mercato, non si sta effettuando senza difficoltà. «Non è facile trasformare un funzionario in un imprenditore».

Ciò non toglie che sono stati effettuati importanti progressi: «Ho visitato un’associazione professionale a Mosca, la quale mi ha fatto la stessa buona impressione dell’Unione svizzera delle arti e mestieri».

Un mercato del futuro

La libera economia di mercato si svilupperà ulteriormente in futuro, anche se è chiaro che «la crescita finanziaria della Russia è da ricondurre in particolare alle materie prime, soprattutto petrolio e gas naturale».

Dal 1999 al 2005, le esportazioni svizzere verso la Russia sono triplicate, per totalizzare circa 1,5 miliardi di franchi.

«La Russia è senza dubbio un buon Paese per gli investimenti svizzeri», conclude Mühlemann.

swissinfo, Jean-Michel Berthoud
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

Già nel 18esimo secolo la nobiltà russa aveva ospitato alcuni eruditi svizzeri.

Nel 19esimo secolo numerosi industriali, tecnici e specialisti di agricoltura svizzeri erano emigrati in Russia.

Diversi artisti e uomini politici russi – tra cui Tolstoj, Dostoevskij, Bakunin e Lenin – hanno vissuto in Svizzera.

Dalla Rivoluzione del 1917/18 le relazioni diplomatiche e commerciali sono state sospese fino a dopo la Seconda guerra mondiale.

Dal 1999 al 2005, le esportazioni svizzere verso la Russia si sono quasi triplicate. Attualmente corrispondono a circa 1,5 miliardi di franchi.

190 anni fa la Svizzera apriva il primo consolato a San Pietroburgo.
100 anni orsono veniva aperta nella stessa città anche la prima ambasciata svizzera.
60 anni fa Svizzera e Russia ripristinavano le relazioni diplomatiche, sospese dalla Rivoluzione del 1917/18.
Per festeggiare questi anniversari sono stati lanciati 60 progetti per oltre 100 eventi.
La coordinazione dei festeggiamenti è stata affidata a Presenza Svizzera, l’organismo incaricato di promuovere l’immagine della Confederazione all’estero.

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