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Avanza l’idea di formare gli imam in Svizzera

Anche i musulmani in Svizzera sono propensi alla formazione degli imam nelle università elvetiche Keystone Archive

Le chiese svizzere propongono che gli imam che predicano nelle moschee su territorio elvetico siano formati in Svizzera.

Una proposta ben vista da socialisti e democristiani, mentre per l’UDC nelle università di un paese cristiano «non c’è posto» per formare religiosi musulmani.

Rappresentanti della Conferenza episcopale svizzera e della Federazione delle chiese evangeliche propongono che gli imam attivi nelle moschee svizzere vengano formati nelle università del paese.

La proposta è formulata dal segretario generale della Conferenza episcopale svizzera, Agnell Rickenmann, in un’intervista pubblicata dal settimanale NNZ am Sonntag.

Una richiesta ragionevole

Per Rickenmann, si tratta di «una richiesta del tutto ragionevole», appoggiata anche da Markus Sahli, membro della direzione della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera.

Per l’integrazione dei musulmani in una società liberale come quella elvetica, è importante che gli ecclesiastici siano formati in Svizzera e non importati da chissà dove, sostiene Sahli sulle colonne del settimanale.

In questo modo, i predicatori nelle moschee parlerebbero anche la lingua locale e conoscerebbero usi e costumi del paese, soprattutto per quanto concerne il ruolo della donna, aggiunge Sahli.

Proposta dei musulmani

La proposta di formare gli imam in Svizzera era già stata avanzata anche da parte musulmana. Fahrad Afshar, co-presidente del centro di coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera aveva sottoposto un progetto in tal senso alle università di Berna, Basilea, Lucerna e Ginevra.

Ma il progetto, che prevedeva la collaborazione con un’università egiziana e una iraniana, era stato dapprima respinto dall’ateneo basilese per difficoltà di carattere organizzativo.
Ora però, come afferma il rettore, Ulrich Gäbler, l’università basilese sta trattando con l’accademia islamica di pedagogia religiosa di Vienna, in vista di «una formazione scientifica degli imam a Basilea».

Reazioni dei partiti

Tra i partiti politici svizzeri, socialisti e democratici cristiani sembrano favorevoli a una formazione universitaria per i religiosi musulmani.

È invece contraria l’Unione democratica di centro, il cui presidente, Ueli Maurer, sottolinea che la Svizzera è un paese cristiano e che nelle sue università non c’è posto per una formazione islamica.

D’altronde, Maurer non crede che gli imam formati in Svizzera sarebbero meno radicali dei loro colleghi provenienti dall’estero. «Un certo fanatismo fa parte della loro religione», afferma sulla NZZ am Sonntag, «e neanche uno studio in Svizzera può farci niente».

swissinfo

Secondo il censimento del 2000, in Svizzera vivono 310’000 musulmani, che costituiscono il 4,3 % della popolazione.
170’000 provengono dall’ex Jugoslavia, 62’000 dalla Turchia e oltre 15’000 dall’Africa del nord e dal Medio oriente.
In totale, i musulmani potrebbero però essere più di 400’000, poiché non tutti si sarebbero registrati.

Per la prima volta, un membro del governo svizzero si è espresso pubblicamente nell’attuale dibattito sull’islam.

In una trasmissione della televisione svizzero-tedesca DRS, il consigliere federale Moritz Leuenberger ha ammesso che esiste il rischio di veder nascere sentimenti anti-islamici.

Per il ministro, l’idea che circola in Olanda, di lasciar predicare soltanto imam formati in Europa, potrebbe contribuire a far diminuire il rischio di appelli alla violenza.

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