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Berna lancia il dibattito sulla migrazione

Profughi che cercano di raggiungere la costa italiana a bordo di un peschereccio Keystone

La Svizzera chiede che la problematica della migrazione venga affrontata a livello internazionale. Ed ha anche pronto un progetto.

Dalla cosiddetta «iniziativa di Berna» dovrebbero scaturire direttive internazionali e un’istituzione. Un’idea sostenuta anche dall’ONU.

Negli ultimi decenni, la migrazione ha assunto dimensioni finora sconosciute. Secondo i dati dell’ONU, sono 175 milioni le persone che attualmente vivono lontano dalla loro patria. Tre quarti sono considerati migranti e un quarto rifugiati o profughi di guerra.

Ora, l’Ufficio federale dei rifugiati (UFR) vuole promuovere sul piano internazionale le discussioni sulla problematica della migrazione.

Discussioni prima del G8

Insieme ad altri stati, la Svizzera potrebbe impegnarsi per la creazione di una commissione internazionale.

Si tratta di un’iniziativa che gode anche dell’appoggio di Kofi Annan, sebbene il segretario generale dell’ONU non sia disposto a lanciarla personalmente. È quanto scaturito dal colloquio tra la consigliera federale Metzler e lo stesso Kofi Annan, prima del vertice del G8.

Come la Metzler aveva già annunciato nel mese di aprile alla conferenza nazionale sull’asilo, «grazie alla collaborazione interstatale l’iniziativa dovrebbe permettere di gestire e regolare meglio la migrazione a livello regionale e globale».

Prima dell’apertura del vertice del G8, la ministra di giustizia e polizia ha discusso di migrazioni anche con i capi di stato di Nigeria e Senegal, che hanno convenuto sulla necessità di intensificare il dialogo. In precedenza, nel mese di marzo, era fallito il cosiddetto accordo di transito tra la Svizzera e il Senegal per i richiedenti l’asilo respinti.

L’iniziativa di Berna



L’idea di un’istituzione internazionale non è nuova: due anni or sono, Jean-Daniel Gerber, direttore dell’UFR, aveva convocato un convegno internazionale con la partecipazione di esperti di diversi paesi.

E in seguito a quella riunione nacque l’idea dell’iniziativa di Berna. Che comprende anche l’introduzione di direttive internazionali, che però, secondo Ruth Metzler, non dovrebbero essere giuridicamente vincolanti.

L’iniziativa servirebbe piuttosto ad aiutare i governi a realizzare una politica migratoria coerente, sia sul piano regionale che globale.

Il motivo per cui la Svizzera lancia questa sua proposta è che sul piano internazionale non si discute di migrazione, ma piuttosto della problematica dei rifugiati.

Una tematica sempre d’attualità

“La migrazione sarà sempre più d’attualità, sia in seno all’ONU che all’Unione Europea», sostiene Jean-Pierre Gerber. Per il quale il problema non potrà essere risolta in modo unilaterale, bensì soltanto in accordo con i paesi d’origine e quelli di transito.

«In luglio terremo un convegno con una sessantina di rappresentanti di governi, di organizzazioni non governative come l’«European Council of Refugees and Exiles» e di esperti degli ambienti scientifici. In particolare, abbiamo invitato rappresentanti di paesi del sud.»

Secondo Gerber, l’iniziativa svizzera potrebbe anche preludere alla creazione di una commissione migratoria globale, come la vorrebbe anche il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Anche se però finora l’argomento non è stato discusso.

Per il direttore dell’UFR, lo scopo dell’iniziativa di Berna è «la promozione del dialogo». L’UFR spera di poter concludere l’iniziativa l’anno prossimo, sotto forma di una dichiarazione o di un pacchetto di direttive.

«Attualmente la politica migratoria è al centro di colloqui sul piano diplomatico, che stiamo conducendo con l’ONU e con alcuni paesi, come per esempio la Svezia», aggiunge Gerber.

Opinioni contrastanti nei partiti

L’iniziativa di Berna suscita reazioni differenti, a seconda dell’appartenenza politica.

Nei ranghi della destra, per esempio, Ueli Maurer, presidente dell’Unione democratica di centro (UDC) non è affatto entusiasta della proposta: «Non credo che la Svizzera debba definire una politica migratoria. Quel che ci serve è gente per il mercato del lavoro. E questo lo regoliamo con le leggi esistenti.»

E Maurer aggiunge che «da nessuna parte in Europa la migrazione è tanto voluta quanto in Svizzera».

Diversa la posizione di Ruth-Gaby Vermoth, socialista: «La migrazione è una problematica internazionale. Ed è auspicabile che la Svizzera assuma un ruolo direttivo in quest’ambito».

Per la consigliera nazionale è giusto che la Svizzera, oramai membro dell’ONU, adotti un ruolo quasi da pioniere, raccogliendo le idee e presentandosi poi alle Nazioni Unite con una buona proposta.

swissinfo, Elvira Wiegers, Christian Raaflaub e Rita Emch
(traduzione dal tedesco: Fabio Mariani)

Nel mondo ci sono attualmente 175 milioni di migranti, persone che vivono al di fuori della propria patria.
Molti di loro partono da casa a causa della carenza di terre coltivabili, di nutrimento, di acqua, di lavoro o di altri beni essenziali.
Attualmente, due terzi dell’umanità vivono in paesi economicamente deboli.

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