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Birmania: cautela da parte elvetica

L'accesso alle aree colpite dal ciclone risulta particolarmente problematico per le organizzazioni internazionali Keystone

L'annuncio che i soccorsi internazionali potranno presto entrare liberamente in Birmania è stato accolto con moderato ottimismo dalle organizzazioni umanitarie svizzere.

Il generale Than Shwe, comandante della giunta militare birmana, ha deciso – stando a quanto comunicato dopo l’incontro di venerdì dal segretario generale dell’Onu Ban ki-moon – di consentire agli operatori umanitari stranieri di recarsi nel paese.

La Croce rossa svizzera ha affermato che si tratta di certamente di una buona notizia, pur mantenendo una certa cautela: «Resta da vedere se le promesse si concretizzeranno», ha affermato il portavoce Karl Schuler.

Sulla medesima lunghezza d’onda anche numerose altre associazioni, come Medici senza frontiere (Msf).

«È una buona iniziativa che ci infonde speranza – ha affermato Thierry Durand, membro della direzione di Msf – ma per ora le dichiarazioni di Ban ki-Moon non costituiscono ancora una garanzia sufficiente. Noi aspettiamo che la giunta birmana si esprima su misure concrete come i visti e la possibilità di raggiungere liberamente le zone più colpite».

Finora, il regime militare birmano ha infatti rifiutato l’ingresso senza restrizioni nel paese di aiuti umanitari e personale specializzato.

Attese conferme

Tre esperti della Croce rossa svizzera si trovano attualmente a Bangkog e attendono di ricevere i visti d’entrata in Birmania. L’organizzazione ha finora fornito contributi per circa mezzo milione di franchi nonché 25 tonnellate di materiale di soccorso.

Quando vi saranno conferme precise da parte birmana in merito all’entrata nel paese, il volume degli aiuti sarà verosimilmente incrementato e verrà lanciata una nuova campagna per la raccolta di fondi.

«Ci auguriamo che tutte le associazioni umanitarie possano realmente cominciare ad operare in Birmania. In caso contrario, assisteremo a una seconda catastrofe», ha affermato Karl Schuler.

A suo parere, però, «questa decisione del governo birmano è giunta troppo tardi per molte persone, in particolare quelle che sono rimaste ferite e non hanno potuto beneficiare di aiuti medici adeguati».

Tutto è pronto

Le priorità per la Croce rossa sono la fornitura di acqua potabile e l’aiuto ai senzatetto. «Le squadre sanitarie d’urgenza sono pronte, così come le scorte di acqua e le unità di depurazione: non appena riceveremo l’autorizzazione per spostarci in loco, le operazioni saranno molto rapide», ha spiegato Schuler.

Le maggiori difficoltà da superare sono la mancanza di veicoli e le vie di comunicazione – tra cui numerosi ponti – gravemente danneggiate.

Aspetti da chiarire

La Direzione svizzera dello sviluppo e della cooperazione (Dsc) ha dal canto suo affermato che – prima di definire nel dettaglio i prossimi passi – attenderà novità più precise dal governo birmano così come l’esito della conferenza dei donatori di Yangon.

Fabienne Wydler, portavoce della Dsc, ha spiegato che l’organizzazione «chiederà di poter raggiungere direttamente le vittime e si informerà per sapere chi assumerà il controllo della distribuzione dei beni di soccorso».

Sabato, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha inaugurato in un aeroporto di Bangkok una piattaforma per l’invio di aiuti verso la Birmania.

La piattaforma è stata allestita a Don Mueang, l’ex aeroporto internazionale della capitale thailandese, che dispone di 20’000 metri quadrati di magazzini. Il primo volo umanitario ha consentito di inviare 12 tonnellate di aiuti.

Il giorno precedente, Ban ki-Moon aveva dichiarato che il «il mondo osserva la Birmania: è necessario fare di più per soccorrere i sopravvissuti»

swissinfo, Jessica Dacey
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Domenica nella capitale Yangon, la Svizzera parteciperà alla conferenza dei donatori in favore delle vittime del ciclone Nargis. L’incontro è organizzato dalle Nazioni Unite e dall’ASEAN, l’Associazione delle nazioni dell’Asia del sudest.

La delegazione svizzera sarà guidata dall’ambasciatore elvetico in Thailandia, Rodolphe Imhoof. Dopo aver già messo a disposizione 2,5 milioni di franchi per l’assistenza ai sopravvissuti del ciclone, la Confederazione valuterà se fornire aiuti supplementari. La Catena della solidarietà ha dal canto suo raccolto 3 milioni di franchi.

A tre settimane dal passaggio del ciclone Nargis il bilancio provvisorio fa stato di 133’000 tra morti e dispersi e 2,5 milioni di sinistrati.

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