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insetti in una pentola

Oggi in Svizzera

Care svizzere e svizzeri all'estero,

Oggi si è saputo che dopo un anno di interruzione a causa del coronavirus, il tradizionale mercato delle cipolle che si svolge a Berna potrà di nuovo aver luogo.

Il Consiglio municipale della capitale ha infatti dato giovedì il suo nullaosta. Saranno però prese diverse misure di protezione: se negli stand non mancheranno le tradizionali torte di formaggio e cipolle, la vendita di bevande alcoliche sarà invece vietata. Poco male, visto che lo Zibelemärit inizia prima dell'alba per concludersi - stranezze bernesi per chi come me non vive a Berna - alle sei del pomeriggio.

L'appuntamento è fissato come sempre per il quarto lunedì del mese di novembre. E per iniziare questo bollettino restiamo proprio a Berna, dove il Parlamento federale è riunito per la sua sessione autunnale.

tasto di un telecomando
Keystone / Jean-christophe Bott

La Svizzera ha una sua legge “Netflix”: le piattaforme di streaming dovranno investire il 4% del loro reddito lordo generato in Svizzera nella produzione di film elvetici indipendenti.

Dopo il Consiglio degli Stati, anche la Camera bassa ha approvato giovedì la revisione della legge sul cinema proposta dal Governo, pensata per rafforzare l’industria cinematografica elvetica.

Malgrado l’opposizione di una parte della destra, la maggioranza dei deputati si è allineata su quanto già si fa nella maggior parte dei Paesi vicini. Basti pensare che in Francia la tassa è al 26% e in Italia al 20%, e gli abbonamenti sono più bassi che in Svizzera, ha sottolineato la parlamentare dei Verdi liberali Isabelle Chevalley. Le società di streaming dovranno inoltre garantire che almeno il 30% della loro programmazione sia dedicata a film europei.

L’ultima parola spetterà però verosimilmente all’elettorato svizzero. Le sezioni giovanili di tre partiti (Liberale Radicale, Unione democratica di centro e Verdi Liberali) hanno annunciato che avrebbero lanciato un referendum nel caso di adozione di un tasso del 4%, temendo che alla fine siano i consumatori a dover finanziare la misura con abbonamenti più cari.

insetti in una pentola
© Keystone / Peter Klaunzer

Gli insetti commestibili spariranno dagli scaffali dei supermercati Migros. Dopo un certo interesse iniziale, la domanda è rallentata gradualmente.

Nel maggio 2017, con l’entrata in vigore della nuova Legge sulle derrate alimentari, gli insetti commestibili avevano fatto la loro comparsa nei negozi svizzeri, suscitando un certo entusiasmo. O meglio: una certa curiosità.

Il relativo successo iniziale si è però rapidamente attenuato, tanto che oggi la Migros – uno dei due principali grandi distributori elvetici – ha deciso di togliere dal suo assortimento, una volta che saranno finite le scorte, i tre articoli che proponeva: cavallette, grilli e larve di tenebrione.

“Negli ultimi anni si sono sviluppati moltissimo altri prodotti, soprattutto vegetali, che rappresentano un’alternativa alle proteine animali e che hanno un grande successo tra i consumatori”, ci dice il portavoce della Migros Tristan Cerf. Ed è appunto su queste derrate, invece che sugli insetti, che la catena di supermercati vuole puntare.

  • L’articoloCollegamento esterno di Ticinonline sulla decisione della Migros di non proporre più insetti nel suo assortimento.
  • In questo approfondimento del 2015, il mio collega Christian Raaflaub parlava delle aspettative dei produttori.
  • In quest’altro servizio d’archivio, avevamo invece intervistato due cuochi.
micheline calmy-rey
© Keystone / Martial Trezzini

E se l’Unione europea adottasse una politica di neutralità attiva? È l’opinione espressa in un libro dall’ex consigliera federale Micheline Calmy-Rey, che ne ha discusso a Parigi con François Hollande.

Per profilarsi sulla scena internazionale come attore non aggressivo e ritrovare un ruolo importante in determinate questioni internazionali, l’Unione Europea avrebbe interesse a portare avanti una politica di neutralità attiva, sostiene l’ex ministra degli esteri svizzera.

Una proposta, o piuttosto una “provocazione”, che ha “il merito di farci riflettere”, le ha risposto l’ex inquilino dell’Eliseo, ma che resta impossibile e impraticabile.

Secondo Hollande, che si è rammaricato per l’assenza di una vera forza di difesa europea, sulla scena internazionale “non si può più contare sulla ragione e il dialogo; oggi le potenze si rivelano più aggressive”.

  • Il resoconto del dibattito a Parigi di Mathieu van Berchem.
  • L’intervista a Micheline Calmy-Rey sul suo nuovo libro.
  • Il focus di swissinfo.ch dedicato alla neutralità svizzera.
donna in una camera
Keystone / Maja Hitij

Nella ricca Svizzera scarseggiano i posti dove possono trovare rifugio donne e bambini vittime di violenza.

Rispetto a qualche decennio addietro, la situazione è migliorata, ma nella Confederazione si è ancora lontani dagli 860 posti (una camera familiare per una madre e i suoi figli ogni 10’000 abitanti) preconizzati dal Consiglio d’Europa. È quanto afferma in un’intervista ai giornali del gruppo Tamedia Marlies Haller, direttrice dell’organizzazione che riunisce le Case delle donne.

Anche se i finanziamenti statali sono diventati più consistenti, la maggior parte di queste strutture continua a dipendere dalle donazioni.

Inoltre – prosegue Marlies Haller – sarebbe necessaria una strategia nazionale, poiché la struttura e il finanziamento di questi luoghi di accoglienza differiscono da cantone a cantone e a volte anche da rifugio a rifugio.

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