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Chi ha detto che lo sport fa bene?

...e dopo tutti al bar! Keystone

Non è vero che lo sport tiene i giovani lontano dall'alcool e dalle droghe. Anzi...

Chi fa molto sport beve e fuma di più, indica uno studio. Ma non per tutte le discipline il rischio è uguale.

Holger Schmid, psicologo

La gente pensa che chi fa sport conduce anche una vita più sana.

“La gente pensa che chi fa sport conduce anche una vita più sana”, dice a swissinfo Holger Schmid, dell’istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA). “Il nostro studio dimostra il contrario”.

I giovani che svolgono un’attività fisica intensa e regolare corrono un rischio elevato di diventare dipendenti da alcool e tabacco. Gli adolescenti svizzeri che praticano tanto sport hanno il 37% di rischio in più di avere problemi con l’alcool rispetto ai coetanei poco attivi. E quasi il 25% in più di divenire dipendenti dalla sigaretta.

La maggiore predisposizione verso alcool e fumo è da ricercare nei rituali che accompagnano lo sport, spiega Schmid, psicologo e autore dello studio. “I calciatori o i giocatori di hockey festeggiano la conquista dello scudetto bevendo birra e fumando sigari sotto la doccia”, rileva l’esperto.

Lo stile di vita più sano l’hanno coloro che svolgono un’attività fisica moderata ma senza esagerare, ossia un’ora 5 volte la settimana.

Almeno 4 volte ubriachi

Buona parte degli adolescenti sportivi svizzeri si è ubriacata almeno quattro volte nel corso della propria vita. Uno studio pubblicato anni fa aveva dimostrato che chi a 16 anni ha un attività fisica intensa, a 19 beve e fuma di più rispetto ai propri coetanei.

Lo stesso rischio di diventare dipendenti dalla sigaretta lo corrono coloro che conducono una vita sedentaria. “La correlazione tra attività fisica e consumo di alcool e sigarette non è strettissima, ma esiste”, afferma lo psicologo.

Questa correlazione è tuttavia solo presunta, precisa Schmid, in quanto “noi non abbiamo chiesto ai ragazzi se fumano o bevono in relazione alle attività sportive. Abbiamo solo chiesto quanto sport fanno e se consumano droghe”.

Non solo in Svizzera…

Lo studio, ordinato dalla commissione federale dello sport, è stato condotto su un campione di 10’000 ragazzi e ragazze svizzeri di età compresa tra gli 11 ed i 16 anni. “Effettuiamo quest’inchiesta ogni 4 anni dal 1986”, spiega Schmid, “al momento gli studenti stanno riempiendo i formulari per il 2006”.

L’inchiesta si svolge nell’ambito del progetto “HBSC” (Health Behaviour in School-Aged Children) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e quest’anno è condotta in più di 40 paesi tra Europa, Canada e Stati Uniti.

Nel corso degli anni è aumentata la frequenza del consumo di alcool tra i giovani. “Si, è vero – spiega lo psicologo – il numero di ubriacature è in costante crescita”. Tuttavia se paragonata ad altri paesi, la situazione in Svizzera non è così grave. “Nei paesi anglosassoni e scandinavi i ragazzi bevono di più”, aggiunge.

Visti i risultati, verrebbe da chiedersi se non sia forse meglio che i giovani non facciano più sport.

“No, assolutamente! – esclama Schmid – I giovani devono muoversi, correre e sfogarsi. Ma è importante accompagnarli con delle misure di prevenzione”, come ad esempio il programma ‘Cool & Clean’ del comitato olimpico svizzero, che impegna le società a far rispettare ai propri tesserati delle regole di comportamento sportivo all’infuori delle attività.

L’esempio viene dall’alto

Il fenomeno dell’alcolismo e del tabagismo fra i giovani sportivi varia anche in funzione della disciplina praticata.

“Noi distinguiamo tra sport aggressivi e sport dolci”, spiega Schmid. I primi comprendono attività come il calcio, il disco su ghiaccio, la pallacanestro e la boxe, in cui c’è un contatto fisico con l’avversario. “Sport in cui bisogna attaccare ed essere superiori al proprio rivale”.

Chi pratica queste discipline fa anche maggior uso di alcool e tabacco. Negli sport “dolci”, come il tennis, la pallavolo o la danza, il consumo di droghe è invece minore.

Negli scorsi anni, le federazioni sportive e gli allenatori sono stati molto sensibilizzati su questo tema. “Gli allenatori sono sempre più attenti. Per questo fanno in modo di ricompensare i propri atleti in maniera sana, portandoli magari al cinema invece che al bar per festeggiare una vittoria”.

Fondamentale è anche il ruolo dei grandi campioni. Essi sono un modello per i giovani che li seguono e che spesso cercano di imitarli. “Per questo motivo”, indica Schmid, “immagini come quelle dei piloti di formula uno che bevono champagne sul podio alla fine di una gara non sono educative”.

“Comprendo che vi siano delle esigenze di sponsor”, conclude, “ma è un pessimo esempio per i ragazzi”.

swissinfo, Michel de Marchi

In Svizzera la vendita di birra, vino e sidro è vietata ai giovani con meno di 16 anni. Quella di superalcolici, aperitivi e alcopop è vietata ai minori di 18 anni.

Nel Canton Ticino vigono regole ancora più severe: è vietata la vendita di qualsiasi alcolico ai minori di 18 anni.

Cool&Clean è un programma di Swiss Olympic che impegna le società a far rispettare ai propri tesserati delle regole di comportamento “sportivo” anche al di fuori delle attività sportive.

Lo studio è stato condotto dall’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie.

37%: Il maggior rischio di alcolismo per i giovani molto sportivi.
25%: il maggior rischio di dipendere dalla sigaretta.
Disco su ghiaccio, calcio, pallacanestro e pugilato sono più a rischio di tennis, pallavolo o danza.
Lo studio è stato condotto su 10’000 ragazzi e ragazze svizzeri tra gli 11 ed i 16 anni.

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