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Combattere gli abusi sessuali del clero

Mons.Grab (a d.) presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri Keystone

La Conferenza dei vescovi svizzeri ha emanato una serie di direttive per combattere questi abusi nell'ambito dell'attività pastorale e ampliare il lavoro di prevenzione.

Grazie alle nuove disposizioni le vittime saranno assistite e protette meglio.

Dopo due anni di riflessioni la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ha adottato una serie di disposizioni per combattere gli abusi sessuali nel quadro del lavoro pastorale dei sacerdoti. La Conferenza pone soprattutto l’accento sull’esame del profilo dei futuri sacerdoti.

E’ stata istituita anche una task force, incaricata di consigliare la Conferenza dei vescovi in materia di abusi sessuali. Lo hanno annunciato gli stessi vescovi nel corso di una conferenza stampa, a Berna.

Appello alla responsabilità

Monsignor Amédée Grab, presidente della CVS, ha spiegato che è “un dovere” adottare questo documento, che peraltro va ben oltre il quadro della pedofilia.

I vescovi respingono qualsiasi forma di banalizzazione delle trasgressioni e fanno appello alla responsabilità dei sacerdoti e dei laici – impegnati nell’attività pastorale – per quanto riguarda il comportamento nei confronti delle persone che sono loro affidate.

La responsabilità è “particolarmente alta” quando si tratta di bambini, giovani, handicappati o altre persone dipendenti.

Prevenzione

La CVS insiste su un esame scrupoloso, dei candidati al ministero pastorale. E’ necessario cercare di capire il rapporto che il candidato ha con la sessualità. Un sacerdote deve sentirsi a suo agio con la propria sessualità, spiega Martin Werlen, abate di Einsiedeln. In caso di dubbio, è necessario ricorrere ad uno specialista.

Il tema della sessualità deve far parte della formazione, soprattutto la presa di coscienza del significato di un abuso sessuale per la vittima. L’integrazione della sessualità nella vita quotidiana è un processo difficile, fatto di successi e di insuccessi, dice Martin Werlen.

Per la Conferenza dei vescovi svizzeri il problema del celibato è una sfida particolare nel campo della gestione della propria sessualità. Il prelato sottolinea però che la causa degli abusi non è il celibato quanto piuttosto il sovraffaticamento dei religiosi.

Questi ultimi non devono occuparsi solo degli altri ma devono avere cura anche di sé stessi, allo scopo di trovare il giusto equilibrio interno nei confronti della propria sessualità. I sintomi di squilibrio – aggressività, sarcasmo, mancanza di vita comunitaria – devono essere un segnale d’allarme.

Task force

Per risolvere questi problemi è stata creata una commissione di esperti. Il gruppo, composto attualmente di 11 membri, consiglierà la CVS in campo psicologico, giuridico, ecclesiastico e in materia di abusi sessuali, ha dichiarato l’abate Agnell Rickenmann, segretario generale della Conferenza.

Se necessario la commissione potrà esaminare un caso particolare o essere consultata nell’ambito della formazione dei preti e dei collaboratori della Chiesa.

Uno degli scopi delle nuove direttive è anche quello di creare trasparenza, ha sottolineato il giurista Adrian von Kaenel, rendendo pubbliche le possibilità a disposizione delle vittime di abusi sessuali all’interno della Chiesa.

La procedura da seguire

La Conferenza dei vescovi svizzeri illustra infine la procedura da seguire nel caso della scoperta di un caso di abuso sessuale. In questo contesto, monsignor Grab ha detto che è difficile fornire cifre.

Negli Stati Uniti si parla di un prete colpevole su 300: una cifra che il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri ritiene tuttavia troppo elevata. In primo luogo si tratta comunque di evitare ogni forma di recidività e di eliminare ogni tipo di pericolo per la vittima di un abuso.

I vescovi dovranno comunque vegliare, affinché le vittime siano riconosciute e aiutate in campo pastorale, medico, psicoterapeutico e finanziario. Ogni vittima dovrà inoltre sapere che può sporgere denuncia nell’ambito del diritto pubblico.

Le direttive prevedono pure che se le circostanze lo esigono l’autore dell’abuso si autodenunci. Un termine di prescrizione per questi delitti non c’è, sottolinea monsignor Grab.

Il documento con le nuove disposizioni è indirizzato alle diocesi e contiene anche una lista di persone di contatto e di centri di consulenza, ai quali rivolgersi, nonché un estratto del codice civile e una serie di pubblicazioni e di siti Internet che trattano la problematica degli abusi sessuali.

swissinfo e agenzie

Il tema degli abusi sessuali da parte del clero viene discusso apertamente in Svizzera dagli anni ’90.
Il parroco Alois Fritschi è stato arrestato nel marzo 2002: ha ammesso di aver abusato di tre ragazzini di Uznach/SG.
Nel giugno 2001 un prete pedofilo del Canton Giura fu condannato a tre mesi di carcere per pornografia.

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