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Compito più duro adesso per gli Svizzeri

La "crociata" svizzera deve passare dall'Inghilterra e dalla Francia Keystone

Nonostante il pareggio (0-0) contro la Croazia, i rossocrociati non hanno abbandonato la speranza di classificarsi per i quarti di finale degli europei 2004.

Ma ora dovranno superarsi contro gli inglesi, che non possono più permettersi un passo falso, dopo essere stati piegati dalla Francia.

Una partita che finisce in parità è come un bicchiere: lo si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto. I 26’000 che hanno lasciato lo stadio di Leiria dopo l’incontro Svizzera – Croazia avevano delle idee diverse in proposito, ma di certo non avevano più nulla della folla festante che era accorsa allo stadio prima del calcio d’inizio.

Ai cori e all’ostentazione dei colori dei propri beniamini – guarda caso bianco e rosso per entrambe le squadre – è seguito, al termine della partita, un defilarsi tranquillo per le strade di Leiria, con bandiere ammosciate e campanacci che suonavano mesti al ritmo dei passi.

L’avventura svizzera è cominciata all’ombra del castello di Leiria, che dall’alto di una collina verdeggiante veglia benevolo sul nuovo stadio municipale, una costruzione coloratissima – e non ancora completamente terminata – che ricorda un po’ i mattoncini lego.

Zero a zero: “E pensare che avevamo cominciato il nostro viaggio in Portogallo visitando Fatima!”, esclamano quattro ragazzi ticinesi che speravano nell’aiuto divino per sconfiggere la Croazia. “Poco male, ci divertiamo lo stesso”, e si immergono nella fiumana di persone che si muove verso il centro di Leiria, distante appena una decina di minuti.

Niente di decisivo

“Non so ancora se questo pareggio sarà benefico o no per il seguito del torneo. Solo il tempo ce lo dirà. Ma una cosa è certa: sono fiero della forza di carattere dei miei giocatori.”

Köbi Kuhn è piuttosto parco di parole, ma per una volta ha riassunto bene lo stato d’animo generale al termine della prima partita disputata dalla squadra svizzera.

Tutto è ancora possibile, anche se con questo punto ormai definitivo e con la vittoria francese nell’altro incontro del gruppo B, il valzer delle ipotesi si fa un po’ meno vorticoso.

Tra speranza e realtà

Da qualche settimana, l’allenatore della nazionale continuava a ripetere che una vittoria contro la Croazia era fondamentale per le sorti svizzere in terra portoghese. Solo con una vittoria, infatti, si poteva pensare di affrontare l’Inghilterra e la Francia con delle buone premesse.

E la vittoria sembrava essere a portata dei ragazzi di Kuhn: lo credevano i giocatori, così come i circa 12’000 tifosi che hanno effettuato la trasferta a Leiria.

Da un punto di vista tecnico, la Croazia di Šokota, Pršo et Klasnic non è più forte come quella di Prosinecki, Boban, Suker ou Boksic, le stelle che avevano fatto tremare la Francia durante la semifinale dei Mondiali del 1998.

Ma l’espulsione di Johann Vogel, all’inizio del secondo tempo, ha rimesso tutto in questione: a dieci contro undici, l’essenziale per la Svizzera non era più vincere, ma evitare di perdere.

E che la Svizzera non perdesse, se lo auguravano anche le famiglie portoghesi, riunitesi a guardare la partita davanti allo schermo gigante installato sulla piazza del centro storico di Leiria. Se prima dell’espulsione di Vogel la piazza era piuttosto in favore della Croazia – anche perché Šokota milita nel campionato portoghese – quando la Svizzera è rimasta in dieci il pubblico l’ha presa in simpatia.

Un buon punto

“Visto come sono andate le cose possiamo essere soddisfatti di questo pareggio, anche se le occasioni migliori per andare in rete le abbiamo avute noi”, riconosce Fabio Celestini, un amante dei bonsaï, particolarmente felice di essere stato chiamato ad entrare in campo dopo l’espulsione di Vogel.

“È un punto vinto”, non esita ad affermare dal canto suo Stéphane Henchoz. “In inferiorità numerica, il compito era davvero molto complicato. E poi il pareggio ci permette di tenere in mano il nostro destino”.

E ora si pensa all’Inghilterra

Henchoz, che militando nel Liverpool conosce bene il calcio anglosassone, guarda con rispetto all’incontro con l’Inghilterra: “Se vogliamo imporci, dobbiamo obbligatoriamente migliorare il nostro livello di gioco”.

Otto anni fa, durante l’incontro d’apertura degli Europei a Wembley, i rossocrociati erano riusciti a tenere testa agli inglesi. Sarà così anche a Coimbra? Raphaël Wicky se lo augura anche se sa che la squadra dovrà sfruttare al massimo il tempo restante per preparare al meglio l’incontro di giovedì. Di buono c’è che “all’interno della squadra il morale è eccellente”.

Eccellente come il sole e l’ospitalità portoghesi, la brezza che rinfresca la sera e i peperoni messi a grigliare per strada a Leiria: perché non di solo calcio vive l’uomo.

swissinfo, Doris Lucini, Leiria

Domenica 13.6.2004: primi incontri del gruppo B
0-0 a Leiria tra Svizzera e Croazia
2-1 a Lisbona tra Francia e Inghilterra (rete di Lampard per gli inglesi e doppietta di Zidane in zona Cesarini per i francesi)

La Svizzera ha pareggiato la sua prima partita dell’Euro 2004, così come otto anni fa aveva pareggiato l’incontro d’apertura dei campionati con l’Inghilterra. Quello di Leiria è stato il primo incontro ufficiale tra Svizzera e Croazia.

L’espulsione per doppia ammonizione del centrocampista elvetico Johann Vogel, avvenuta all’inizio del secondo tempo, rischiava di essere fatale alla Svizzera che è riuscita comunque ad agguantare il pareggio.

Quindici anni dopo il raggiungimento dell’indipendenza (1991), la Croazia partecipa quest’anno al quarto grande appuntamento internazionale dopo gli Europei del 1996 e i Mondiali del 1998 e del 2002.

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