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Congelati due milioni del clan di Taylor

Il presidente liberiano Charles Taylor Keystone

Mentre a Monrovia continuano i combattimenti, due milioni di franchi, depositati su conti in Svizzera, sono stati bloccati. Appartengono a persone vicine al presidente liberiano Charles Taylor.

Nessun deposito è direttamente legato al capo di Stato del paese dilaniato dalla guerra civile.

Circa due milioni di franchi, questa la cifra depositata in Svizzera da due persone appartenenti all’entourage del presidente liberiano Charles Taylor. I conti sono stati bloccati recentemente e adesso si conosce anche la cifra esatta.

Non sono invece stati scoperti conti direttamente collegati a Taylor, ha indicato martedì l’Ufficio federale di giustizia (UFG) in una nota, precisando di aver incaricato il Ministero pubblico della confederazione (MPC) di dare seguito alla richiesta di assistenza giudiziaria presentata dalla Corte speciale dell’ONU per la Sierra Leone.

Vendita di diamanti

La Corte speciale accusa Taylor di aver fornito aiuti finanziari e militari a due gruppi di ribelli, protagonisiti di attacchi alla popolazione durante la guerra civile che ha imperversato in Sierra Leone fra il 1996 e il 2001.

In cambio del suo sostegno, il presidente liberiano avrebbe ricevuto diamanti grezzi: il ricavato della loro vendita sarebbe poi stato depositato all’estero, fra cui in Svizzera.

Un mese fa l’UFG aveva ordinato a varie banche ginevrine e zurighesi di bloccare provvisoriamente i conti attribuiti alle persone indicate nella rogatoria. Le banche hanno dato seguito alla richiesta congelando i conti.

Stando a quanto riportato dall’ultimo rapporto della Banca nazionale svizzera intitolato «Le banche in Svizzera», alla fine dell’anno scorso su conti di istituti elvetici si trovavano 2,372 miliardi di franchi provenienti dalla Liberia: da questo stato proviene quindi un quarto di tutti i fondi africani custoditi nella Confederazione.

Liberia: gli scontri continuano

Nel frattempo, i combattimenti fra ribelli e forze governative proseguono a Monrovia, nonostante l’ordine impartito ieri dai dirigenti dei ribelli del Lurd alle loro forze di fermare l’offensiva nella capitale liberiana, in corso da cinque giorni.

Secondo il ministro della Difesa liberiano Daniel Chea, i ribelli del movimento «Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia» hanno anzi aperto un altro fronte nel Nord della città per conquistare un ponte strategico.

Secondo fonti militari governative, i ribelli del Lurd stanno moltiplicando le manovre per avvicinarsi al quartiere di Congo Town, dove abitano il presidente Charles Taylor e molti dei suoi ministri.

swissinfo e agenzie

Accusato il 4 giugno di crimini di guerra e crimini contro l’umanità dal Tribunale internazionale, il presidente liberiano Charles Taylor, avrebbe sostenuto dei gruppi di ribelli armati nel Sierra Leone fra il 1996 e il 2001.

In cambio del suo sostegno finanziario avrebbe ricevuto dei diamanti grezzi. Il ricavato della vendita sarebbe depositato in parte in Svizzera.

Secondo l’organizzazione non governativa Global Witness, i soldi arriverebbero anche da coperture compiacenti per il commercio di legname tropicale. I soldi depositati all’estero servirebbero per finanziare il traffico d’armi.

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