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Corteggiamento degli elettori svizzeri di Francia

I partiti travalicano i confini e cercano di mobilitare anche la Quinta Svizzera per le elezioni federali 2011 Keystone

La campagna per le elezioni federali di ottobre è in atto anche fuori dalla Confederazione. In seguito al congresso degli svizzeri di Francia, lo scorso aprile a Bordeaux, alcuni candidati si sono recati a Parigi su invito del locale Gruppo di studi elvetici.

Altri candidati che vivono in Francia tentano di mobilitare la diaspora. Uno di costoro è Pierre Vogel, pensionato che risiede nell’Eure, candidato sulla lista “internazionale” dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) a Ginevra. Non è semplice. “Io non ricevo alcun sostegno logistico o finanziario. Mi devo disbrogliare da solo”, dice l’ex dirigente di una catena di supermercati francesi.

Pierre Vogel ha tentato invano di creare una sezione UDC a Parigi. “Eravamo solo cinque”. Ora spera di organizzare un incontro nazionale degli UDC residenti in Francia, prima di ottobre. Egli conduce la sua campagna principalmente sul sito SwissCommunity.org.

“Nel 2007, il candidato dell’UDC residente in Francia aveva ottenuto poco più di 200 voti. Questo dimostra la difficoltà dell’impresa”, dice Vogel, che difende con forza la neutralità della Svizzera e disprezza gli attacchi alla democrazia diretta.

Un sistema elettorale penalizzante

Di chi la colpa? Della mancanza di interesse degli svizzeri di Francia per quel che accade in patria? Sicuramente no. Sugli oltre 142mila svizzeri con diritto di voto e di eleggibilità (ossia maggiorenni) residenti in Francia alla fine del 2010, più di 41’600 erano iscritti nei registri elettorali per poter votare. Ciò corrisponde a una quota del 29.29%, vale a dire una proporzione leggermente superiore al tasso medio del 25,24% dell’intera Quinta Svizzera.

Il problema è il sistema elettorale, che lega ogni candidato a un cantone. Condizioni che rendono quasi impossibile l’elezione di espatriati.

Pierre-Alain Bolomey ne sa qualcosa. Nel 1999, quando era funzionario federale a Bruxelles, si è candidato sulla lista “internazionale” del Partito socialista nel cantone di Vaud.

“Ho condotto la campagna elettorale nella misura del 10% in Francia e Belgio e del 90% nel cantone di Vaud. Il mio cognome tipicamente vodese e la mia notorietà a Bruxelles mi hanno permesso di ottenere 13’500 voti e di collocarmi primo… subentrante”, ironizza.

Il suo risultato costituisce comunque un record nella storia della diaspora. “Gli svizzeri all’estero non hanno alcuna possibilità di essere eletti al parlamento”, deplora il vicepresidente della sezione internazionale del Partito socialista svizzero (PS).

Il deputato nazionale socialista Carlo Sommaruga nel 2007 aveva chiesto al parlamento federale di cambiare il sistema, creando una circoscrizione elettorale per gli svizzeri all’estero, equivalente a una sorta di 27° cantone. La proposta del socialista ginevrino era stata approvata dalla Camera del popolo ma poi è stata affossata dalla Camera dei cantoni.

Liste “internazionali”

“Nel momento in cui la Francia si appresta ad eleggere undici deputati francesi residenti all’estero, e mentre uno dei senatori italiani che rappresentano gli espatriati risiede proprio in Svizzera, la rigidità elvetica su questo punto fa brutta figura”, dice Pierre Vogel.

In mancanza di meglio, alcuni parti creano delle liste “internazionali”. È il caso dell’UDC e del PS. Il Partito popolare democratico (PPD) non ha ancora deciso la sua strategia, afferma Ariane Rustichelli, responsabile della comunicazione dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE). Il Partito liberale radicale (PLR) non presenterà liste di questo tipo, argomentando che gli svizzeri all’interno della Confederazione sono maggiormente in grado di rappresentare i loro connazionali.

La strategia di liste internazionali non è sempre priva di opportunismo, osserva Ariane Rustichelli. Per esempio, l’UDC candida Paul Accola sulla sua lista “internazionale” nei Grigioni. Eppure l’ex campione di sci è più noto per le sue imprese sulle piste innevate che per l’esperienza nella diaspora.

Una sottile differenza

Ma di fatto come votano gli svizzeri all’estero? “Piuttosto a sinistra”, afferma Pierre-Alain Bolomey, citando un sondaggio dell’istituto di ricerche demoscopiche gfs.bern.

“Si può dire senza paura di sbagliarsi che la diaspora è aperta, in particolare sulle questioni internazionali”, afferma Ariane Rustichelli. Nove cantoni, tra cui Ginevra, Neuchâtel, Basilea-Città e Lucerna, nello spoglio separano i voti degli svizzeri all’estero dagli altri, consentendo così delle analisi comparative.

Per esempio: a Lucerna, l’iniziativa federale per bandire le armi dalle case è stata respinta dal 59% dei votanti residenti nel cantone e dal 52,7% dei votanti residenti all’estero.

C’è una sottile differenza: “prima di essere di sinistra o di destra, gli svizzeri di Francia votano in funzione delle preoccupazioni quotidiane”, afferma Jean-Michel Begey, presidente dell’Unione delle associazioni svizzere di Francia (UASF).

In testa a tali preoccupazioni ci sono i costi addebitati dalle banche svizzere sui conti in giacenza, l’AVS e la controversa proposta dell’UDC di regolare le rendite secondo il tenore di vita del paese di residenza. Infine, il nucleare e lo statuto di binazionale.

Su quest’ultimo punto, la volontà di Christoph Blocher e dei suoi di vietare la doppia nazionalità è vista di male dagli svizzeri di Francia.

“Il minimo che si possa dire è che all’ultimo congresso degli svizzeri di Francia, a Bordeaux nel mese di aprile, il parlamentare UDC Jean-François Rime non ha fatto furore”, osserva Serge Lemeslif, ex presidente dell’UASF. Nessuna meraviglia, considerato che il 70% degli espatriati è binazionale.

Alla fine del 2010 nelle rappresentanze svizzere all’estero erano immatricolati 695’101 cittadini elvetici, l’1,5% in più di un anno prima. Di questi ben 538’243 sono maggiorenni ed hanno dunque diritto di voto e di eleggibilità.

Con 181’462 cittadini svizzeri immatricolati alla fine del 2010, la Francia resta il primo paese di destinazione degli espatriati elvetici. Di questi, 150’168 hanno la doppia nazionalità.

La partecipazione politica della Quinta Svizzera aumenta costantemente. Alla fine del 2010, nei registri elettorali erano iscritti 135’877 svizzeri dell’estero, pari a una crescita del 4,5% in un anno.

Tra le novità riguardanti gli svizzeri residenti in Francia per le elezioni federali 2011, figura la lista “Verdi transfrontalieri” nel canton

Ginevra. Si tratta di una lista composta esclusivamente di

candidati residenti in Francia nelle  regioni di confine con il cantone lemanico. La lista è congiunta con quella dei Verdi. Uno degli obiettivi degli ecologisti ginevrini è di far capire la necessità di condurre in comune, dai due lati del confine, politiche in materia di pianificazione del territorio, di trasporti e di sanità.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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