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Dalla Svizzera alla Grecia, passando per il mondo

Philippe Althaus davanti alla sua abitazione di Kinigou. swissinfo.ch

Philippe Althaus è nato in Svizzera, ma ha trascorso la maggior parte della sua vita in altri paesi. Da cinque anni risiede nel Peloponneso e intende rimanerci.

«Filippa» – come è stato soprannominato dagli indigeni – si è rapidamente appropriato della lingua e della gestualità locali, al punto da poter essere considerato (quasi) greco.

Lo svizzero Philippe Althaus è abituato a inserirsi in nuove realtà. Quando ha tre anni, la sua famiglia si trasferisce in Sudafrica, dove il ragazzo rimane per nove anni. In seguito, dopo aver abitato per qualche tempo in Inghilterra, Philippe arriva in Italia, all’età di 16 anni: nella Penisola lavora nell’edilizia e nella coltivazione delle olive.

Dal 1995 al 2002 il giovane svizzero ritorna a vivere in patria, dove però non si sente propriamente a casa: «La Svizzera non mi è estranea, ma per me non costituisce nemmeno una vera patria. Ho radici rossocrociate, ma mi sento meglio al sud, dove ho trascorso la maggior parte della mia esistenza».

Il 44enne Philippe è giunto cinque anni or sono al villaggio di Kinigou, nella regione di Messinia (Peloponneso sudoccidentale): aveva in tasca 120 franchi svizzeri e nient’altro. Il padre vi aveva acquistato una casa negli anni Ottanta, ma era deceduto poco dopo.

A Kinigou, località situata in collina e distante circa cinque chilometri dal mare, vivono meno di duecento persone. Vi sono tre chiese e due bar, ma nessuna scuola: l’età media della popolazione è elevata, i bambini sono pochi.

Una vita modesta

Philippe Althaus guadagna il necessario per il sostentamento grazie a lavori edili e agricoli; lo svizzero si occupa anche di 280 ulivi: in cambio, riceve la metà dell’olio ricavato. Egli può inoltre contare sulle proprie galline, sulla frutta e la verdura dell’orto.

Per molte persone, afferma Althaus, potrebbe risultare difficile capire il motivo di questa scelta di vita: «Per essere contento ho bisogno di poco. Ad esempio, sono felice di poter mangiare i miei pomodori e le uova delle mie galline».

Il contatto con la popolazione locale è molto diretto e spontaneo: «Qui sono uno del posto, anche se fondamentalmente resterò per tutta la vita uno straniero. È impossibile diventare un greco».

Lista della spesa per poliglotti

In seno alla famiglia Althaus si parla prevalentemente svizzerotedesco, ma non soltanto. La nonna di Philippe era infatti stata ragazza alla pari in Inghilterra, la madre è nata in Spagna, un fratello risiede in Sudafrica, altri nel Regno Unito; in Svizzera vivono una sorella, la madre e la nonna di 104 anni.

Oltre al dialetto natale, «Filippa» si esprime quindi in inglese, italiano, tedesco e greco. Idioma, quest’ultimo, che ha imparato assai rapidamente. «Quando si parla la lingua del luogo, ci si sente a casa», sottolinea Althaus, che vive il suo multilinguismo anche nella quotidianità. La lista della spesa, per esempio, comprende: «broom» (scopa), «flycatcher» (moschicida), «psomi» e «kremidia» (pane e cipolle in greco) e «semi di fava», scritto in italiano.

Rispettare la gerarchia

Philippe Althaus sottolinea l’importanza di rispettare la gerarchia sociale del villaggio: «L’ultimo arrivato deve partire dal gradino più basso. Chi vuole cominciare subito da una posizione più elevata, si rende impopolare».

Attualmente, lo svizzero si situa nella metà inferiore, ma con una tendenza ascendente. «Essere sempre maggiormente considerato è una bella sensazione», commenta.

L’oro verde

La presenza di «Filippa» è particolarmente importante nei mesi di novembre e dicembre, quando si procede alla raccolta e alla macina delle olive: si tratta di un periodo di lavoro duro e intenso nel Peloponneso. Ci si aiuta a vicenda, si collabora. Nei campi lavorano molti albanesi, rumeni e bulgari, che ricevono un salario giornaliero di circa 35 euro.

«Gli abitanti della zona sono fieri del loro olio, di ottima qualità. Per me, tuttavia, questa attività non è lucrativa», spiega Althaus, che ribadisce comunque di non essersi stabilito a Kinigou per guadagnare grosse somme di denaro.

Tragici incendi

Gli alberi attorno a Kinigou sono stati risparmiati dai devastanti incendi dello scorso mese di agosto. Zacharo e Olympia, dove molte persone e migliaia di animali hanno perso la vita e interi villaggi sono stati distrutti, distano poche decine di chilometri.

«Durante un paio di giorni vi è stato un fumo incredibile, con cenere ovunque, persino in casa. Il villaggio era sorvegliato giorno e notte dai posti di sorveglianza organizzati tutt’attorno. Questi incendi hanno costituito una grande tragedia, ma la solidarietà tra le persone è stata immensa», commenta Philippe Althaus.

A tal proposito, egli spera che i fondi provenienti dall’Unione europea siano utilizzati saggiamente, e non scomparire per canali discutibili, come già avvenuto in passato.

Tra Oriente e Occidente

Durante le festività natalizie, «Filippa» si sposta per un paio di giorni in Svizzera, dove incontra famigliari e amici: «mi reco molto volentieri nel mio paese d’origine, anche se non desidero viverci».

Dal profilo climatico e culturale, il Peloponneso è infatti praticamente l’opposto della Confederazione. «Qui siamo quasi in Oriente, anche se ai greci non piace sentirselo dire». Quando è lontano da casa, dopo pochi giorni Philippe avverte già la nostalgia di Kinigou: «Mi mancano le persone, quest’atmosfera semplice, il sole, le mie galline».

swissinfo, Gaby Ochsenbein, Kinigou
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Nel 2006, in Grecia vivevano 3191 svizzeri.

Il villaggio di Kinogou (prefettura di Messinia) è situato nel Peloponneso sudoccidentale.

Kinigou conta circa 180 abitanti, tra cui una quindicina di bambini e altrettanti stranieri, prevalentemente albanesi, rumeni e bulgari.

L’elettricità e l’acqua corrente sono entrate nelle case di Kinigou verso la metà degli anni Sessanta; il primo televisore in bianco e nero vi è giunto nel 1972.

16 aprile 1963: nasce in Svizzera.

1966-1975: vive in Sudafrica con la famiglia (7 persone), nei pressi di Pretoria.

1975-1979: abita in Inghilterra.

1979-1995: risiede e lavora in Italia.

1995-2002: torna ad abitare in Svizzera.

A partire dal mese di agosto del 2002, Philippe vive in Grecia.

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