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Anche la Svizzera in aiuto alla Grecia in fiamme

I Superpuma elvetici si uniranno agli apparecchi inviati dalla comunità internazionale per debellare i roghi Keystone

Da quattro giorni il sud-est della Grecia è devastato da violenti incendi, che finora hanno fatto una sessantina di vittime. Il sito di Olimpia è stato salvato dalle fiamme, ma si registrano nuovi focolai.

La comunità internazionale è intervenuta in appoggio ai pompieri greci. Quattro elicotteri elvetici sono stati inviati sul posto lunedì.

Gli elicotteri del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) saranno utilizzati per delle operazioni di spegnimento dei fuochi e equipaggiati di contenitori per l’acqua di una capacità di 2500 litri ciascuno.

Il primo elicottero elvetico è arrivato direttamente dal Kosovo lunedì, in modo da garantire un intervento il più rapido possibile. Tre altri Superpuma, partiti dalla Svizzera lunedì, saranno operativi a partire da martedì mattina e rimarranno in Grecia probabilmente fino a venerdì.

Sul posto sono presenti anche degli esperti del DDPS, del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), incaricati di preparare l’intervento e di occuparsi della logistica.

Anche la Francia, la Germania, l’Italia, la Spagna, la Norvegia, la Svezia e l’Olanda hanno fornito il loro aiuto. Il meccanismo di protezione civile europeo, coordinato dalla Commissione dell’Unione europea, coordina il loro lavoro.

L’intervento del migliaio di pompieri, delle centinaia di soldati e della ventina di aerei impegnati per debellare i roghi che finora hanno provocato più di sessanta vittime è una corsa contro il tempo.

Situazione sempre critica

Nonostante un calo della temperatura (scesa a poco più di 33 gradi centigradi), si registrano ancora un’ottantina di incendi alimentati da forti raffiche di vento che raggiungono i 70 chilometri all’ora e che i vigili del fuoco non sono riusciti a circoscrivere, soprattutto nella penisola del Peloponneso e sull’isola di Evia, a nord Est di Atene.

Domenica ha rischiato di bruciare pure il sito dell’antica Olimpia. “Si tratta di uno dei più importanti dell’antica Grecia”, ha sottolineato Thierry Theurillat, segretario scientifico presso la Scuola svizzera di archeologia in Grecia in un’intervista alla radio svizzera romanda. “Ma al di là dei capolavori che ospita, Olimpia è un simbolo nazionale e universale perché in questo luogo sono nati i Giochi Olimpici”.

Sempre nel Pelopponeso, sono tuttora impegnati oltre 800 pompieri greci aiutati dai colleghi arrivati da vari Paesi europei ed appoggiati da una quarantina di velivoli antincendio, tra aerei ed elicotteri. Un violento incendio è scoppiato di nuovo lunedì mattina nella zona di Papagou, a pochi chilometri dal centro della capitale.

Intanto, il ministero ellenico per l’ordine pubblico, convinto che gli incendi siano di origine dolosa, ha offerto una ricompensa fino a un milione di euro per catturare i responsabili.

swissinfo e agenzie

I territori maggiormente minacciati dagli incendi, come il Peloponneso, sono poco frequentati dai turisti.

Anche i turisti svizzeri optano piuttosto per altre destinazioni, in particolare le isole come Creta.

Ogni anno in Grecia si registrano circa 12 milioni di turisti europei e 4 milioni di turisti extraeuropei. Nel paese vivono circa 11 milioni di abitanti.

La Svizzera è la destinazione “last-minute” preferita dagli svizzeri.

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