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Didier Cuche continua, con due nuovi titoli in bacheca

Passano gli anni, le emozioni restano le stesse. Didier Cuche dopo aver tagliato il traguardo mercoledì Keystone

Didier Cuche ha sollevato giovedì la sesta sfera di cristallo della sua carriera, dopo aver conquistato 24 ore prima per la quarta volta la coppa di discesa. Il percorso di un campione che a 37 anni ha appena annunciato di voler continuare ancora per una stagione.

La pioggia caduta nelle ultime ore su Lenzerheide ha costretto gli organizzatori ad annullare gli ultimi due super-G della stagione in campo maschile e femminile. Una decisione che ha permesso a Didier Cuche di vincere senza colpo ferire un’altra sfera di cristallo.

Lo sciatore neocastellano è senz’altro stato il grande protagonista di quest’ultima settimana della stagione del circo bianco, come si è potuto costatare già martedì sera in un’aula della scuola elementare di Lenzerheide, la stazione grigionese dove si svolgono le finali di Coppa del mondo.

Sul palco è appoggiata una foresta di microfoni. Didier Cuche, che ha convocato la stampa «per informare sul suo avvenire», finge di essere sorpreso. «Deve essere importante se c’è così tanta gente». Smetterà, non smetterà? La maggior parte dei presenti non riesce a immaginarsi che il campione elvetico voglia ritirarsi in un momento in cui è all’apice della sua arte.

Il segreto però è stato ben custodito. Il sollievo è quindi palpabile quando dopo una presa di posizione letta in tedesco e in francese, Didier Cuche annuncia: «La prossima stagione continuerò». Nella sala risuonano gli applausi.

E lo sciatore dei Bugnenets prosegue: «Lo sci è sempre stato e resta una passione. Non ho bisogno di provare checchessia. Provo un grande piacere a lavorare con il mio staff e a essere coi miei compagni di squadra. È magnifico poter vivere queste cose. Con quello che succede dall’altra parte del pianeta, mi rendo conto a che punto sono fortunato di poter fare quello che faccio».

La vittoria più bella

La decisione è stata annunciata all’inizio della settimana, per poter disputare con calma le prove di Lenzerheide, ha spiegato. Da mercoledì mattina, infatti, lo sciatore aveva ancora una volta appuntamento con le emozioni della competizione. Emozioni che, come spesso questo inverno, sono state positive.

Mercoledì, infatti, davanti a migliaia di spettatori che agitavano la bandiera svizzera, Cuche ha potuto sollevare al cielo per la quarta volta la Coppa del mondo di discesa, dopo quelle vinte nel 2007, 2008 e 2010.

La sfida tra lo sciatore neocastellano, che ha concluso in quarta posizione, e l’austriaco Michael Walchhofer, 11° e in testa alla classifica di specialità prima di quest’ultima gara, si è giocata sul filo dei centesimi di secondo. Partito in penultima posizione, Didier Cuche è riuscito a non badare troppo alle condizioni meteorologiche, degradatesi nel corso della gara. «Quando la visibilità è cambiata, ho pensato che il titolo mi sarebbe forse sfuggito. È stata una lotta intensa, sono stato sballottato lungo tutta la pista. È la prima volta che mi dico che merito veramente questa sfera, è quella che mi procura il maggior numero di emozioni».

Giovedì le condizioni meteorologiche hanno invece giocato a suo favore. A causa della pioggia caduta nelle ultime ore, gli organizzatori si sono infatti visti costretti ad annullare le finali di super-G. Il titolo è così andato a Didier Cuche, che era in testa alla classifica di categoria con 68 punti di vantaggio su Ivica Kostelic e 77 su Michael Walchofer.

Alti e bassi

Contraddistinta da numerosi successi, la carriera di Didier Cuche ha però conosciuto anche diversi momenti difficili. Nel gennaio 2005, si rompe i legamenti crociati del ginocchio destro durante un allenamento ad Adelboden. Costretto a porre fine alla stagione, è confrontato a non poche difficoltà per ritornare alle competizioni. La stagione dei Giochi olimpici di Torino è una delle più difficili della sua carriera. Il documentario «Le Doute» («Il dubbio») ritraccia questo periodo di ricostruzione, durante il quale le lacrime si alternano alla collera.

Ci vuole però ben altro per scoraggiare l’atleta neocastellano. Patrice Morisod, l’uomo che l’ha scoperto e che l’ha allenato per dieci anni, ricorda spesso un aneddoto. «Durante una gara tra juniores, ho sentito un grido orribile nel momento in cui Didier era appena scomparso dal mio campo visivo. Quando gli sono arrivato vicino, ho visto che aveva la coscia deformata a causa del femore rotto. Ha preso la sua gamba e se l’è rimessa a posto da solo. Vedere un giovane di 17 o 18 anni essere capace di fare una cosa simile è qualcosa che ti marca».

Un coriaceo, insomma. E duro con se stesso. Competitore intransigente, non si dà pace quando non riesce a rivaleggiare coi migliori. Anche una piccola osservazione ha l’effetto di un ago che penetra nella sua corazza, spessa solo in apparenza. Le sue relazioni con il circo mediatico ne risentono.

Re di Kitzbühel

Poco a poco, acquistando maturità, capacità di prendere un po’ di distanza e di analizzare le sue prestazioni, l’uomo diventa più saggio e riesce finalmente a cogliere i frutti del suo lavoro. È sulla Streif di Kitzbühel, la pista più impegnativa del mondo, che può esprimere al meglio il suo talento. Nel mese di gennaio 2011 uguaglia il record di Franz Klammer, che negli anni ’70 trionfò quattro volte nella mitica discesa. La stazione austriaca è ribattezzata «Cüchebühel». A 36 anni e cinque mesi diventa anche il più vecchio vincitore di una prova di Coppa del mondo.

Il neocastellano, a cui a suo tempo è stato affibbiato anche il soprannome di «Poulidor dello sci», è spesso stato un abbonato dei secondi posti, come al Lauberhorn, l’altra mitica discesa del circo bianco che non è mai riuscito a far sua. A Wengen, infatti, è salito tre volte sul secondo gradino più alto del podio, due volte dietro a Bode Miller, sciatore di cui apprezza solo moderatamente il gusto del rischio. Ardente difensore della sicurezza degli atleti, Cuche è stato a lungo il loro rappresentante in seno a una commissione, da cui si è dimesso una settimana fa dopo un contrasto con il responsabile delle corse della Federazione internazionale di sci Günter Hujara.

Punito con una multa di 5’000 franchi per «comportamento antisportivo», Didier Cuche ha vissuto molto male questo attacco nei suoi confronti. «Sabato sera, dopo la discesa in Norvegia e la polemica con Günter Hujara, ero pronto a lasciar perdere tutto quanto», ha dichiarato lunedì sera. «Sono una persona che prende le cose molto a cuore. Quando ho l’impressione di essere attaccato ingiustamente faccio fatica ad incassare».

I messaggi di sostegno del pubblico e del suo entourage lo hanno pure spinto a proseguire. Didier Cuche è infatti uno degli sportivi più popolari in Svizzera, assieme a Roger Federer e Simon Ammann. La sua insolenza, la sua sensibilità, il suo humour e il suo fisico da lottatore svizzero, affascinano ai quattro angoli della Confederazione. Nel 2009, qualche mese dopo essersi laureato campione del mondo di super-G in Val d’Isère, è del resto eletto sportivo dell’anno. Tra i candidati vi era anche un certo Roger Federer, che aveva da poco realizzato la doppietta Roland-Garros-Wimbledon e conquistato il 16esimo titolo di un Grande Slam.

All’indomani dell’annuncio della decisione di Didier Cuche di proseguire la carriera ancora per un anno, molti compagni di squadra e atleti di altre nazioni hanno reso omaggio allo sciatore neocastellano.

Il bernese Beat Feuz, recente vincitore della discesa di Kvitfjell, ha dichiarato: «Didier è molto prezioso per tutta la squadra. È un perfezionista, è prodigo di consigli, in particolare per quanto riguarda certi passaggi tecnici che conosce alla perfezione. Tutti potranno ancora approfittare della sua presenza la prossima stagione».

Per la ticinese Lara Gut, «Didier Cuche impersonifica l’immagine del grande campione ; con il suo carattere ha mostrato una cosa essenziale: per avere successo bisogna volerlo».

Il canadese Erik Guay, campione del mondo di discesa, ha dal canto suo sottolineato che Cuche attualmente «propone il miglior sci della sua carriera; anche il prossimo inverno sarà difficile rivaleggiare con lui».

Didier Cuche è nato il 16 agosto 1974 a Le Pâquier, nel canton Neuchâtel.

Nel suo palmares vanta 17 vittorie in Coppa del mondo; in particolare ha trionfato quattro volte sulla Streif, la famosa pista nella località austriaca di Kitzbühel. In 17 stagioni di Coppa del mondo è salito 60 volte sul podio.

Ha conquistato quattro coppe del Mondo di discesa (2007, 2008, 2010 e 2011), una di gigante (2009) e una di super-G (2011).

Cuche ha inoltre vinto una medaglia d’argento in super-G ai Giochi olimpici di Nagano nel 1998, un titolo di campione del mondo in super-G a Val d’Isère nel 2009, una medaglia di bronzo in gigante durante i mondiali di Are nel 2007 e un argento in discesa ai mondiali di Garmisch nel 2011.

Traduzione di Daniele Mariani

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