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Doccia scozzese per l’UBS negli USA

Washington non domanda più assistenza amministrativa per far luce sulla presunta evasione o frode fiscale di clienti americani dell'UBS. Intanto però si allunga l'elenco delle denunce di azionisti.

L’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) ha annunciato giovedì che l’autorità fiscale statunitense (l’Internal Revenue Service, IRS) ha semplicemente ritirato la richiesta di assistenza, inoltrata alla Svizzera nel luglio 2008, senza commenti.

Di conseguenza, l’AFC abbandona i lavori e archivia i procedimenti. I provvedimenti già emanati saranno revocati e stralciati, in quanto privi di oggetto. L’AFC informerà direttamente tutti gli interessati saranno informati dall’AFC.

I grattacapi giudiziari per l’UBS negli Stati Uniti non sono tuttavia finiti. Un gruppo di azionisti americani della grande banca elvetica ha sporto una nuova denuncia contro l’istituto presso un tribunale civile di New York.

I querelanti ritengono di essere stati imbrogliati nell’acquisizione dei titoli UBS tra il 4 maggio 2004 e il 26 gennaio 2009. In quel lasso di tempo, il titolo della banca ha dapprima guadagnato oltre l’80% raggiungendo valori record nell’aprile 2007 alla borsa svizzera. Poi, all’inizio di quest’anno è precipitato a valori minimi. L’azione legale è partita dalla Cassa pensione degli impiegati comunali di New Orleans (Louisiana).

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