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Due narcisi affondano la Coppa America

La brocca argentata ritorna negli Stati uniti. Reuters

All’indomani della disfatta di Ernesto Bertarelli e del team Alinghi, la stampa elvetica critica una 33esima Coppa America che si è persa nei meandri delle aule di tribunale e ha proposto una gara incolore.

La brocca argentata prende il volo e ritorna in America. Domenica, il Golden Gate Yach Club di San Francisco si è infatti aggiudicato la Coppa America, strappando il trofeo alla Société Nautique de Genève con un perentorio due a zero.

Ernesto Bertarelli l’aveva conquistata in Nuova Zelanda nel 2003 e poi difesa a Valencia nel 2007.

Una gara incolore

Le Temps nel suo commento parla della fine di un’avventura durata sette anni. «La 33esima Coppa America, disputata all’ombra dei Giochi olimpici, sotto il cielo plumbeo e grigio di una Valencia invernale, non ha fatto sognare. La superiorità dell’aereo americano, che spinto dall’ala rigida ha umiliato il catamarano svizzero, è lo specchio della lunga disputa in tribunale».

«Spossata dai due anni di diatribe in tribunale, dribblata sull’acqua dall’ala rigida, l’avventura di Alinghi termina dopo sette anni», scrive il Tages Anzeiger.

Il foglio zurighese parla inoltre di un Bertarelli che «paga amaramente per gli errori causati dalla sua presunta onnipotenza dopo aver vinto le due ultime edizioni di Coppa America. Alla fine, il team svizzero non è riuscito a spuntarla né sulla scelta del luogo né sulla data della competizione».

«A Ernesto Bertarelli il merito di averci fatto sognare», titola invece il suo commento il Corriere del Ticino. L’articolista parla del più celebre e prestigioso dei trofei che prende il volo per gli Stati uniti. «Gli sfidanti di Oracle l’hanno strappato dalle mani dei detentori di Alinghi, che l’avevano conquistato nel 2003 nella neozelandese Auckland, per poi difenderla con successo quattro anni dopo nelle acque spagnole di Valencia».

Il Corriere del Ticino scrive di una vera e propria disfatta del team capitanato da Ernesto Bertarelli. «Le due regate della 33esima Coppa America hanno segnato la netta superiorità del trimarano stelle e strisce nei confronti del catamarano rossocrociato. In fin dei conti, era già bastata la prima gara per far capire che il multiscafo di Oracle aveva decisamente una marcia in più».

Il foglio ticinese parla di un Bertarelli capace di «mettersi in gioco», ma che proprio nella scelta di quest’ultimo di prendere il timone sta la chiave di lettura della sua sconfitta. «Il patron del team rossocrociato, pur essendo un valido velista, è uscito nettamente battuto dal duello con Spithill».

L’uomo in più

La NZZ parla dell’uomo d’”argento” del Golden Gate Yach Club di San Francisco, cioè di Russell Coutts. «Ogni qualvolta Russell ha partecipato alla Coppa America, ha fatto suo il titolo: nel 1995 e 2000 per la Nuova Zelanda, nel 2003 per Alinghi e nel 2010 per Oracle». L’editorialista del foglio zurighese parla poi di un neozelandese particolarmente abile a muovere i fili dentro e fuori l’acqua. Questa volta, infatti, è rimasto a riva, dove grazie al suo grande acume tattico e ingegneristico ha saputo dare la svolta decisiva alla sfida contro il team rossocrociato. «Ha cambiato continuamente l’“USA 17”. La scelta tardiva di utilizzare un’ala rigida si è rivelata vincete. Ciò ha permesso ad Oracle di vincere sull’acqua».

Anche il Tages Anzeiger celebra il vero mattatore della competizione. «Larry Ellison deve buona parte della vittoria a Russell Coutts. Il neozelandese riporta la brocca d’argento in America».

Le beghe legali

Il Blick non ha peli sulla lingua e parla delle colpe di Bertarelli: «È colpevole di aver trascinato la disputa in tribunale e non in acqua. Ha interpretato le regole a suo piacimento, ma purtroppo ha trovato sulla sua strada un concorrente molto potente. E così il duello si è disputato fra due machos con un alto tasso di testosterone».

«La Coppa America si trova in una situazione catastrofica- scrive dal canto suo la Neue Luzerner Zeitung. Due miliardari si sono dati battaglia e hanno relegato l’aspetto sportivo a mero comprimario. Non sono stati i navigatori a decidere la contesa, ma i soldi e la tecnologia».

Anche la Aargauer Zeitung parla di uno «spettacolo indegno», e aggiunge: «Per due anni Ellison e Bertarelli hanno dato spettacolo di sé in tribunale e non sull’acqua».

Speranza in un futuro migliore

Il Tagi termina il suo commento con un augurio: «La schiacciante vittoria sull’acqua a Valencia è anche una liberazione per la Coppa America, che a causa delle battaglie legali è stata cacciata nella maggiore crisi della sua secolare storia. Ora, Larry Ellison e Russell Coutts devono dimostrare che sapranno dare nuovo lustro a una brocca d’argento ammaccata. E questa volta sull’acqua e non nelle aule di giustizia».

Il foglio zurighese Blick, dal canto suo, parla di una Coppa America che si deve reinventare, togliendosi di dosso il veleno di «due ricchi narcisi» per appassionare di nuovo sponsor, tifosi e media.

Anche il foglio romando Le Temps guarda al futuro e lancia un monito ai freschi vincitori della brocca argentata: «Cosa farà il Golden Gate Yach Club di San Francisco? I dispensatori di lezioni applicheranno veramente la democrazia che hanno propugnato in questo gioco fra monarchi? Non ne siamo tanto sicuri».

Luca Beti, swissinfo.ch

L’iberico El Pais parla di un Alinghi battuta da un «impressionante» Oracle. La brocca viene così riportata negli Stati uniti e «questo era il compito di Russell Coutts, il miglior velista al mondo, assegnatogli da Ellison. E Coutts è riuscito nell’impresa».

Poi il quotidiano iberico ritorna sul passato di questa 33esima edizione della Coppa America. «Dopo aver trascorso più di due anni e mezzo in tribunale, il duello al meglio delle tre regate si è concluso in due giorni nelle acque di Valencia. Ha vinto il poderoso veliero Oracle, un portento tecnologico spinto da una vela rigida spettacolare».

Las Provincias scrive di una vittoria ampiamente meritata da parte di Oracle. «La Coppa America è una regata giusta. A chi la vince, va tutto il merito di averla conquistata. A chi alza la brocca al cielo, così come hanno fatto domenica James Spithill, Larry Ellison e Russell Coutts, non si può rinfacciare nulla».

Il quotidiano di Valencia afferma anche che «Alinghi è entrata nella leggenda della Coppa» e che Bertarelli è «uomo di parola». Infatti, aveva affermato che l’acqua avrebbe designato il vincitore di questa 33esima Coppa America e domenica ha accettato il verdetto che lo ha visto sconfitto.

«La barca americana riconquista la Coppa America» titolano il New York Times e il Chronicle di San Francisco.

Poi descrivono la cerimonia di consegna della brocca: «Con ancora indosso la tuta bianca, Larry Ellison ha alzato la Coppa America al cielo e poi ha dato un bacio al trofeo sportivo più vecchio al mondo».

La Coppa America è il più famoso e antico trofeo dello sport della vela. È assegnata al vincitore di una serie di regate fra l’imbarcazione del detentore della coppa (Defender) e quella del suo sfidante (Challenger).

La prima competizione, svoltasi nel 1851 in Inghilterra, è vinta dall’imbarcazione America del New York Yacht Club, che rimane poi imbattuto per 132 anni, fino al 1983.

Nel 2003, Alinghi, che batte bandiera svizzera, strappa la vittoria al defender New Zealand: per la prima volta il trofeo approda in Europa.

Quattro anni dopo, l’equipaggio svizzero difende con successo la Coppa America a Valencia, in Spagna, superando per 5 a 2 lo sfidante New Zealand.

Dopo un’interminabile vertenza giudiziaria, la 33esima edizione della prestigiosa gara ha opposto a Valencia il team di Alinghi, detentore del trofeo, all’equipaggio americano BMW Oracle Racing.

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