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Due litiganti e un’America’s Cup ammaccata

Anche se Alinghi dovesse vincere, l'ultima parola spetterà al giudice. Keystone

È la più importante, la più tecnologicamente avanzata, la più costosa delle competizioni velistiche. Ma la Coppa America – che Alinghi e Oracle si disputano dall'8 febbraio nelle acque di Valencia – ha perso molto del suo fascino. Dove? In tribunale.

L’America’s Cup non è una semplice brocca d’argento. È il più vecchio trofeo del mondo per il quale si compete ancora. Da quando è stata messa in palio la prima volta, 159 anni or sono, molte cose sono cambiate. Di fronte non ci sono più uno yacht in legno – l’America – e un flotta di vascelli britannici. E la sfida non consiste più nel circumnavigare l’Isola di Wight.

La 33esima edizione della Coppa America va in scena a Valencia, in Spagna. Attori principali: Alinghi e BMW Oracle Racing, due multiscafi costruiti con i più moderni ritrovati della tecnologia.

L’equipaggio svizzero gareggia su un catamarano gigante, largo quanto due campi di tennis e il cui albero ha l’altezza di un edificio di 17 piani.

USA 17, la barca di Oracle, ha tre scafi e si avvale non di una tradizionale vela, ma di un’ala rigida di 68 metri, l’80% più lunga di quella di un Boeing 747. Oracle afferma che la sua barca può raggiungere i 40 nodi (75km/h) e solcare le acque con uno degli scafi a 10 metri d’altezza.

«È un progetto audace», afferma l’architetto navale ed esperto di vela Marcus Hutchinson. «Penso che Oracle abbia fatto qualcosa di notevole».

Battaglie legali

Audaci e notevoli sono state anche le dispute che hanno preceduto la gara: tre anni di battaglie legali, di ripicche, di fango per gli avversari e complimenti per sé.

I due club nautici che patrocinano Alinghi e Oracle – la Société Nautique di Ginevra e il Golden Gate Yacht Club – hanno avuto dei battibecchi in merito alle disposizioni sul vento fino alla vigilia delle regate.

E non è finita. Vincere a Valencia non significa automaticamente aggiudicarsi il trofeo, almeno per Alinghi. Infatti, la Corte suprema di New York si pronuncerà solo il 25 febbraio sull’ultimo ricorso di Oracle, che accusa Alinghi di issare vele non conformi al regolamento. Se il giudice dovesse ritenere che le vele non sono state costruite in Svizzera – come invece sostiene il defender – un’eventuale vittoria di Alinghi verrebbe invalidata.

Ricchi…

Dietro a tutto ciò, ci sono due uomini con un grande ego. Oracle è capitanata dal magnate della Silicon Valley Larry Ellison, il quarto uomo più ricco del pianeta, fiero possessore di una casa d’ispirazione giapponese del valore di 200 milioni di dollari.

Alinghi è di proprietà di Ernesto Bertarelli, svizzero di origini italiane che ha studiato negli Stati Uniti. Nel 1998 Bertarelli ha ereditato dal padre la Serono, azienda ginevrina attiva in campo farmaceutico, vendendola poi nel 2006. Il suo patrimonio è stimato a 8,2 miliardi di dollari.

44 anni, Bertarelli passa il suo tempo tra Ginevra e Gstaad, rinomata stazione turistica del canton Berna. Sua moglie Kirsty in passato ha vinto dei concorsi di bellezza e recentemente ha intrapreso una carriera di cantante.

A Las Provincias, il quotidiano di Valencia, Ernesto Bertarelli ha detto di sentirsi sufficientemente preparato per prendere lui stesso il timone di Alinghi. «Sarà un onore e un piacere farlo per questa America’s Cup».

Lo skipper di Oracle è l’australiano James Spithill. Il 65enne Ellison potrebbe essere tra i membri dell’equipaggio di USA 17, ma non c’è ancora una decisione definitiva.

… e litigiosi

Ambizioni e orgoglio a parte, che cosa ha portato Ernesto Bertarelli e Larry Ellison a contendersi il trofeo in tribunale oltre che in gara? Forse una delle cause è da cercare in un regolamento vetusto, il Deed of Gift, pensato per imbarcazioni ottocentesche, non per quelle odierne.

In merito alle caratteristiche delle barche, il Deed of Gift è piuttosto vago. Dice solo che, sulla linea di galleggiamento, gli scafi non possono essere lunghi più di 27 metri.

«Queste indicazioni, applicate alle idee e al modo di pensare del 2009 o del 2010 e unite alla belligeranza delle due parti, hanno portato alle due barche in gara», spiega a swissinfo.ch Marcus Hutchinson. Dal canto loro, i due team si trincerano dietro un no comment.

Hutchinson – che in passato è stato responsabile della comunicazione dell’America’s Cup – è convinto che la tecnologia abbia sempre avuto un ruolo importante. Con Ellison e Bertarelli, però, si è entrati in una dimensione nuova. «Se si continua così, un gran numero di sindacati non avrà più la possibilità di partecipare alle regate della Coppa America».

Chi ne ha abbastanza, spera nella meteo

I giudici di gara hanno deciso che la prima regata comincerà l’8 febbraio alle 10:06, ora locale di Valencia, e che Alinghi non ha il diritto di stabilire limiti per il vento. La barca svizzera, più leggera, potrebbe essere avvantaggiata da venti leggeri. D’altro canto Oracle, che ha la possibilità di girare sul suo scafo centrale, dovrebbe essere più agile.

Nonostante le prestazioni eccezionali promesse dalle due imbarcazioni, Hutchinson è convinto che le regate non saranno «particolarmente emozionanti». Diversamente dal 2007, non ci sono state qualifiche. La nuova formula prevede uno scontro tra il defender svizzero e il challenger americano al meglio delle tre regate.

Per la prima volta, le gare saranno trasmesse in diretta su internet. Gli organizzatori parlano di un pubblico potenziale di due miliardi di persone. Ma c’è davvero tutto questo interesse? Tre anni fa, la competizione portò a Valencia milioni di persone. Questa volta gli operatori turistici fanno previsioni meno ottimistiche, in parte perché siamo in inverno, in parte perché – ha ammesso lo stesso Bertarelli – le dispute legali hanno avuto come conseguenza «un importante passo indietro dal punto di vista dell’evento, del pubblico e degli sponsor».

«Per essere onesti, in questo momento gli amanti della vela ne hanno abbastanza dell’America’s Cup», commenta Hutchinson. «Fortunatamente, se il tempo farà la sua parte, le cose non andranno più per le lunghe».

Justin Häne, swissinfo.ch
(Traduzione e adattamento, Doris Lucini)

Imbarcazione: catamarano
Costruzione: Alinghi Villeneuve + Déccision Corsier, Svizzera
Sponsor: società nautica Ginevra
Lunghezza al galleggiamento: 27,50 metri
Larghezza: 25 metri
Albero: 52 metri
Peso: 12 tonnellate
Ore di manodopera: 100’000
Fibra di carbonio: 30‘0000 m2

Imbarcazione: trimarano
Costruzione: Core Builders a Anacortes, Washington
Sponsor: Golden Gate Yatch Club
Lunghezza al galleggiamento: 27,50 metri
Larghezza: 27,50 metri
Albero: 68 metri
Peso: 16 tonnellate
Ore di manodopera: 130’000
Fibra di carbonio: 40-50 m2

La Coppa America è il più famoso e antico trofeo dello sport della vela. È assegnata al vincitore di una serie di regate fra l’imbarcazione del detentore della coppa (Defender) e quella del suo sfidante (Challenger).

La prima competizione, svoltasi nel 1851 in Inghilterra, è vinta dall’imbarcazione America del New York Yacht Club, che rimane poi imbattuto per 132 anni, fino al 1983.

Nel 2003, Alinghi, che batte bandiera svizzera, strappa la vittoria al defender New Zealand: per la prima volta il trofeo approda in Europa.

Quattro anni dopo, l’equipaggio svizzero difende con successo la Coppa America a Valencia, in Spagna, superando per 5 a 2 lo sfidante New Zealand.

Dopo un’interminabile vertenza giudiziaria, la 33esima edizione della prestigiosa gara dovrebbe opporre dall’8 febbraio 2010 a Valencia il team di Alinghi, detentore del trofeo, all’equipaggio americano BMW Oracle Racing.

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