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Elezione del Consiglio federale: decisioni all’ultimo minuto

Keystone

Il 12 dicembre l'Assemblea federale procederà all'elezione del governo svizzero. Le strategie definitive dei partiti in parlamento saranno svelate soltanto poco prima dell'inizio del voto.

Durante il finesettimana il Partito popolare democratico ha fatto capire in diverse interviste di voler puntare ad un secondo seggio in Consiglio federale.

Se Urs Schwaller – capogruppo popolare democratico (PPD) alle camere federali – decidesse di candidarsi per un seggio in Consiglio federale, «avrebbe ottime possibilità» di farcela. Lo sostiene il presidente del PPD Christophe Darbellay in un’intervista pubblicata dal quotidiano romando “Le Temps”.

I gruppi PPD, PS (socialisti) e Verdi definiranno martedì sera, alla vigilia dell’elezione, l’esatta strategia da seguire. Uno sgambetto a uno dei sette saggi – e in particolare al controverso ministro della giustizia Christoph Blocher – sembra tuttavia alquanto improbabile.

Votazione segreta

Darbellay ha aggiunto che, «salvo sorprese dell’ultimo minuto», l’unica candidata PPD sarà la ministra dell’economia Doris Leuthard. Un’eventuale scesa in campo di Schwaller sarebbe tuttavia sostenuta dal presidente PPD: «È giunta la sua ora», ha affermato.

Darbellay non nasconde ad ogni modo che anche il suo nome potrebbe figurare tra gli aspiranti al governo. Senza avanzare ufficialmente la sua candidatura, il vallesano ha dichiarato al domenicale “SonntagsZeitung” che se nessuno dovesse raccogliere la maggioranza assoluta al primo turno e lui stesso figurasse tra le persone che hanno ottenuto voti, non si ritirerebbe dalla corsa elettorale.

Il gruppo popolare democratico determinerà comunque martedì, in votazione segreta, quali candidati sostenere.

Sulla “NZZ am Sonntag”, Urs Schwaller ha chiaramente fatto capire che il suo partito punta a riconquistare il secondo seggio perso nel 2003 a profitto dell’Unione democratica di centro (UDC).

Riguadagnare il secondo mandato in governo potrebbe infatti essere più difficile fra due anni, data del probabile ritiro del liberale radicale Pascal Couchepin, ha fatto notare Darbellay. Couchepin sceglierà il momento adatto per andarsene, assicurandosi di lasciare il suo posto a un altro membro del PLR, ha spiegato.

Verdi liberi di agire

Il Partito socialista ha dal canto suo fatto sapere che una strategia definitiva potrà essere adottata solo quando le intenzioni del PPD saranno chiare. La decisione potrebbe quindi slittare a mercoledì mattina, giorno del rinnovo del governo.

Di parere diverso invece i Verdi, che hanno detto di voler agire indipendentemente dalla strategia degli altri partiti.

«Osserveremo attentamente le decisioni altrui, ma lo statuto di partito d’opposizione ci consente piena libertà d’azione», ha dichiarato la presidente del gruppo ecologista, Therese Frösch.

All’assemblea dei delegati di sabato scorso, i Verdi avevano deciso di proporre la candidatura del “senatore” vodese Luc Recordon contro l’esponente della “linea dura” dell’UDC in governo, Christoph Blocher.

«Recordon è tuttavia disposto a ritirarsi se il campo borghese dovesse presentare un’alternativa a Blocher», ha ribadito Frösch.

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Consiglio federale

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Concordanza… a certe condizioni

Sembra essere più chiara la situazione in casa PLR e UDC. Entrambi i partiti, che si appellano al principio della concordanza, sosterranno i candidati degli altri partiti di governo. A una condizione però: che l’appoggio sia reciproco.

Se uno dei gruppi parlamentari non dovesse votare per i candidati UDC, il partito di Ueli Maurer ha dichiarato di voler rendere pan per focaccia, ripresentando il proprio candidato (se non rieletto) al turno successivo.

L’UDC ha inoltre riaffermato la propria intenzione di lasciare l’esecutivo e passare all’opposizione, nel caso in cui uno dei propri candidati – gli uscenti Christoph Blocher e Samuel Schmid – non fosse riconfermato.

E non è tutto: se un membro dell’UDC accettasse l’incarico al posto dei due candidati ufficiali, sarebbe escluso dal gruppo parlamentare.

Infine, il PLR – impegnato a difendere i propri due seggi da un possibile attacco del PPD – ha confermato, per bocca del consigliere agli Stati zurighese Felix Gutzwiller, la propria intenzione di «sostenere i due ministri radicali e i cinque degli altri partiti, purché anche gli alti gruppi sostengano i nostri candidati».

swissinfo e agenzie

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Formula magica

Questo contenuto è stato pubblicato al Con formula magica si intende la ripartizione dei sette seggi governativi tra i quattro principali partiti politici del paese in base alla loro forza elettorale. La formula magica è un costume e non si basa su nessuna legge. Nel 1959, quando è stata applicata per la prima volta, due seggi sono andati al Partito socialista,…

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All’inizio di ogni legislatura, il nuovo parlamento si riunisce per eleggere i 7 membri del governo. Salvo dimissioni di un ministro, si tratta in realtà di una semplice rielezione.

Solo nel 1854, nel 1872 e nel 2003 l’assemblea federale non ha riconfermato in carica un ministro. Quattro anni fa Ruth Metzler del PPD ha dovuto cedere la sua poltrona governativa al rappresentante dell’UDC Christoph Blocher.

In caso di sostituzione di un ministro dimissionario, il suo partito propone uno o più candidati ufficiali. Eccezionalmente, il parlamento può optare per un’altra scelta.

Questo scenario si è prodotto l’ultima volta nel 2000, quando Samuel Schmid è stato preferito ai due candidati proposti dall’UDC.

Dal 1848, l’esecutivo della Confederazione elvetica è denominato Consiglio federale, composto di sette membri.

È eletto dalle due camere del parlamento riunite in Assemblea federale.

Il parlamento non può destituire i membri del governo, così come il Consiglio federale non può sciogliere le camere.

Dal 1943, in governo sono rappresentati quattro partiti: il Partito socialista, il Partito liberale radicale, l’Unione democratica di centro e il Partito popolare democratico.

I sette membri del governo prendono le loro decisioni in modo collegiale.

La Svizzera non conosce un ruolo paragonabile a quello di un primo ministro o di un capo di Stato. La carica di presidente della Confederazione è ricoperta da uno dei membri del governo. Il mandato presidenziale dura un anno. Non comporta competenze e poteri particolari.

Ognuno dei consiglieri federali è a capo di un dipartimento. Diversamente da quanto succede per i ministeri di altri paesi, i dipartimenti federali si occupano contemporaneamente di più settori.

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