Un pieno di alcol per salvaguardare l’ambiente
Per ridurre le emissioni di CO2 nell'aria, la Svizzera punta su un carburante meno inquinante, il bioetanolo 85, ottenuto dalla fermentazione di materie vegetali.
Per promuoverlo, entro quest’estate sarà commercializzato nella Confederazione un nuovo tipo di automobile ad esso appositamente adattato.
Alcol nel motore per ridurre il consumo di benzina. Un’idea adottata con successo da oltre vent’anni in Brasile, leader mondiale nella produzione di bioetanolo (miscela di alcol e benzina).
Così come negli Stati Uniti, dove il tema è recentemente tornato di grande attualità. Lo scorso mese di gennaio infatti, il presidente americano George W. Bush si è impegnato a raddoppiare entro il 2012 la produzione nazionale di biocarburanti per affrancarsi dal sempre più spinoso problema dell’approvvigionamento energetico.
Dal canto loro, alcuni Paesi europei, fra cui Germania e Austria, hanno introdotto la defiscalizzazione di benzina verde per promuoverne la commercializzazione.
Lacune
Seppur con un certo ritardo, anche la Svizzera comincia a muovere i primi passi in questo settore.
Dallo scorso anno, un centinaio di distributori di benzina offrono la possibilità di fare il pieno con il carburante bEnzin5, ottenuto miscelando 95% di benzina senza piombo e 5% di etanolo, un alcol derivato dalla fermentazione di diversi prodotti agricoli: “Questo semplice accorgimento permette di ridurre del 4,5% le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’aria”, spiega Pierre Schaller, direttore di Alcosuisse, un organo della Regia federale degli alcol.
“Ora vogliamo fare di più, aumentando la concentrazione di bioetanolo dal 5 all’85%”. Occorre però innanzitutto adattare il motore dei veicoli al nuovo tipo di carburante, denominato B85.
A tale scopo, Alcosuisse ha deciso di lanciare, in collaborazione con l’azienda automobilistica svedese Saab, una vettura a combustione ecologica, che sarà venduta in Svizzera a partire dalla prossima estate. Le nuove vetture potranno funzionare sia con il B85 che con la sola benzina senza piombo. La flessibilità è infatti una condizione sine qua non per la loro commercializzazione in un Paese come la Svizzera, dove i distributori di benzina verde sono soltanto alcune decine.
Sostegno politico necessario
Se la rete di distribuzione non verrà presto potenziata, il progetto di Alcosuisse rischia di essere almeno in parte vanificato: “Promuovere le vetture ad uso flessibile di carburante (FFV) ha senso solo se vicino al posto di lavoro o al proprio domicilio si possono trovare distributori di B85. Per il momento ciò non è ancora possibile”, sottolinea Erich Schwizer, esperto della sezione “Tecnica e ambiente” del Touring Club svizzero.
Pierre Schaller è cosciente di questa lacuna, ma afferma che, per colmarla, la campagna promossa da Alcosuisse non basta: “Ora abbiamo bisogno del sostegno delle autorità”.
Una misura concreta potrebbe consistere ad esempio nell’esenzione da ogni tipo di tassa sul B85, in modo da renderlo più vantaggioso rispetto alla benzina normale.
“Contiamo sulla sensibilità ecologica dei politici, ma pure sul fatto che vorranno rispettare gli impegni presi a livello internazionale in ambito ambientale”, prosegue Schaller.
Ratificando il protocollo di Kyoto, la Svizzera si è infatti impegnata a diminuire entro il 2012 le proprie emissioni di CO2 del 10% rispetto ai valori del 1990. “Il nuovo tipo di carburante emette l’85% in meno di anidride carbonica. Il suo utilizzo vale quindi la pena”.
Bilancio ecologico
Per il partito ecologista svizzero tuttavia, le cose non sono così semplici.
“Se da un lato è vero che il bioetanolo è decisamente meno inquinante rispetto ai carburanti fossili, dall’altro non dobbiamo dimenticare che esso è importato dall’estero. Il suo trasporto inquina, quindi alla fine il bilancio ecologico risulta essenzialmente negativo”, fa notare Miriam Behrens, vice segretaria generale dei Verdi.
Attualmente in Svizzera, solo la ditta Borregaard di Attisholz, nel canton Soletta produce il bioetanolo, partendo da residui di cellulosa. Altri prodotti vegetali, quali la colza, le barbabietole o i cereali in genere potrebbero però servire allo stesso scopo.
Ma, visto la superficie già piuttosto limitata destinata all’agricoltura in Svizzera, una produzione indigena su larga scala sarà difficilmente realizzabile. Anche perché, come fa notare Miriam Behrens, “non vorremmo che si togliesse spazio ad altre importanti coltivazioni, fosse anche per produrre benzina verde”.
swissinfo, Anna Passera
Produzione mondiale di bioetanolo: 20 miliardi di litri l’anno.
Brasile: 11,15 mia. l/anno.
USA: 6,63 mia. l/anno.
Svizzera: 11 milioni l/anno.
Nell’UE, per il momento producono bioetanolo: Spagna, Polonia, Francia, Svezia e Repubblica ceca.
Il bioetanolo è ottenuto dalla fermentazione e dalla distillazione di differenti materie prime vegetali (zucchero di canna o di barbabietola, legno, grano e altri cereali).
Rispetto agli altri biocarburanti, esso ha il vantaggio di poter essere utilizzato da solo o mischiato a benzina in diverse proporzioni.
Basse proporzioni di bioetanolo (dal 5 al 10%), possono essere distribuite dalle tradizionali stazioni di servizio e utilizzate da tutti i veicoli a benzina senza bisogno di modifiche.
L’utilizzo in misura più elevata (85-100%) è invece possibile solo con veicoli a carburante misto o ad uso flessibile di carburante (FFV).
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