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Forti critiche contro le Nazioni Unite

Il rapporto è stato presentato mercoledì davanti al Consiglio di sicurezza dell'ONU Keystone

Lo svizzero Mark Pieth dichiara a swissinfo d'aver constatato delle "gravi mancanze" nella gestione del programma delle Nazioni Unite "petrolio contro cibo".

Il membro della Commissione indipendente d’inchiesta si esprime in occasione della presentazione del rapporto finale che denuncia corruzione e sprechi.

Il rapporto, pubblicato mercoledì a New York, critica pesantemente il segretario generale dell’ONU Kofi Annan, il suo vice ed i membri del Consiglio di sicurezza per non aver saputo amministrare adeguatamente il programma umanitario.

Le conclusioni arrivano esattamente una settimana prima di un summit chiave nel quale i leader del mondo discuteranno, tra le altre cose, della riforma dell’organizzazione delle Nazioni Unite.

swissinfo: Qual è la questione principale sollevata dal rapporto finale?

Mark Pieth: Sosteniamo che le Nazioni Unite non erano semplicemente in grado di gestire il programma. Ed è quello che, mercoledì, ha detto pure Kofi Annan: non avrebbero dovuto lanciarlo.

Il problema è che l’ONU sta assumendo sempre più ruoli operativi mentre le sue strutture non sono state adattate durante gli ultimi 60 anni.

Esiste una grave carenza di capacità manageriale. Nel rapporto, di 900 pagine, spieghiamo dettagliatamente cosa non ha funzionato.

swissinfo: Che ruolo ha avuto la Svizzera nell’intero affare?

M.P.: La Svizzera è implicata a tre livelli. Il primo, da suddividere in due aspetti, è quello bancario.

Molta gente ha cercato di utilizzare il sistema bancario per riciclare denaro e, secondariamente, un importante quota dei finanziamenti del petrolio sono passati attraverso Ginevra. Questi fatti non sono negativi in quanto tali, ma implicano una certa esposizione.

Il secondo livello riguarda i commercianti di petrolio. In Svizzera ne esistono molti, domiciliati a Zugo o a Ginevra. Ciò ha portato parte del programma nella Confederazione.

Infine abbiamo avuto delle aziende svizzere che hanno venduto dei beni umanitari all’Iraq e pagato il vecchio governo per avere il diritto di farlo.

swissinfo: Cosa ritiene di aver ottenuto grazie alle vostre investigazioni ed a questo rapporto?

M.P.: Penso che siamo stati molto chiari riguardo alla necessità di riorganizzare le Nazioni Unite.

Abbiamo sostenuto la medesima cosa davanti al Consiglio di sicurezza. Abbiamo insistito su questo punto. Tutti i membri ne erano piuttosto impressionati.

swissinfo: Crede che il vostro rapporto fungerà da catalizzatore per la riforma dell’organizzazione?

M.P.: Sì, lo spero. Si tratta di una possibilità unica per far qualcosa. Ora dobbiamo aspettare e vedere cosa faranno.

swissinfo: È soddisfatto della collaborazione ottenuta dal personale ONU?

M.P.: Le Nazioni Unite ci sono state di grande aiuto, ma ciò non vale per tutti gli Stati. La Svizzera ci ha aiutato parecchio, specialmente a proposito di una questione difficile, quella dei dati bancari.

In altri paesi le cose sono andate meno bene. Ad esempio negli Stati Uniti, alcune agenzie ci hanno sostenuto, altre lo hanno fatto meno.

(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Il programma “oil for food” (petrolio contro cibo) delle Nazioni Unite è rimasto attivo dal 1996 fino al 2003.
Era stato lanciato per permettere al vecchio governo iracheno di vendere limitate quantità di petrolio in cambio di prodotti umanitari.
Il programma ha rappresentato un’eccezione al regime di sanzioni internazionali imposto all’Iraq di Saddam Hussein dopo l’invasione del Kuwait nel 1991.
Il professore svizzero di diritto penale Mark Pieth è uno dei tre membri di una Commissione d’inchiesta indipendente che ha indagato sulla gestione del programma.

Il rapporto finale della Commissione d’inchiesta indipendente ha concluso che i responsabili del programma ONU Oil for food hanno tradito gli ideali delle Nazioni Unite, ignorando chiare prove di corruzione e di sprechi.

Gli esperti hanno fortemente criticato pure il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, il suo vice e l’intero Consiglio di Sicurezza per aver permesso a Saddam Hussein d’appropriarsi di miliardi di dollari tramite il programma.

Secondo gli autori del rapporto, tra di loro pure Mark Pieth, l’organizzazione delle Nazioni Unite necessita urgentemente di una riforma.

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