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Gret Haller: ci sono delle ragioni religiose

Gret Haller: "L'ONU rimane la sola struttura che permette di sviluppare il diritto internazionale" Keystone Archive

Ex-consigliera nazionale socialista, Gret Haller è stata anche delegata al Consiglio d'Europa e garante per i diritti dell'uomo in Bosnia-Herzegovina.

Ha scritto inoltre un libro sulle relazioni tra Svizzera e USA e sul diverso rapporto tra Stato, nazione e religione nei due paesi.

swissinfo: Esistono delle buone ragioni per attaccare l’Iraq?

Non ci sono buone ragioni. Ma non ci sono neppure cattive ragioni. Non ci sono delle ragioni per una guerra. Un’opinione maggioritaria così poco ragionevole può formarsi solo in uno stato che non è secolarizzato.

Con «secolarizzato», intendo l’integrazione della religione in un ordine statale. Ci sono diversi paesi che non conoscono questo principio e gli Stati Uniti fanno parte di essi. Le ragioni di questa guerra sono religiose. Non credo si possano trovare altre spiegazioni.

In Europa questo stadio è stato superato con la Pace di Westfalia del 1648. Per me non è una sorpresa che l’Europa e gli Stati Uniti argomentino in maniera molto differente e che si sia arrivati alla rottura. Se si escludono le antiche potenze di mare Spagna e Gran Bretagna.

Le Nazioni unite hanno perso la loro credibilità?

Non credo che Nazioni unite abbiano perso la loro credibilità agli occhi di molte nazioni secolarizzate. Ma questa situazione potrebbe essere un’occasione unica per il rafforzamento del diritto internazionale. Credo che questi fronti, in cui uno è contro tutti, non potranno durare a lungo. Per questo le analisi che si fanno oggi sono particolarmente importanti.

Ci sono due ottiche. Ci si può mettere dalla parte del più forte. Così si arriva alla conclusione che il diritto internazionale ha esaurito il suo compito e le Nazioni unite sono deboli se non irrilevanti.

Io personalmente preferisco «la forza del diritto» e non «il diritto del più forte». Questo porta ad analizzare il comportamento di ogni singolo stato. Indipendentemente dal successo che l’operazione avrà, rimane il fatto che si tratta di un’azione illegale.

Credo che sia proprio questo elemento religioso ad impedire un’analisi ragionevole. Un comportamento che, nell’ottica europea, rimanda alla situazione precedente alla Pace di Westfalia.

Rendersi conto di questo potrebbe essere una fortuna per il diritto internazionale e dunque anche per le Nazioni unite. Questo perché solo le Nazioni unite possono sviluppare ulteriormente il diritto internazionale.

swissinfo, intervista raccolta da Christian Raaflaub

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