Prospettive svizzere in 10 lingue

Il dilemma degli OGM in cinque punti

OGM: gli svizzeri dovranno far sapere che cosa vogliono. umwelt-schweiz.ch

Gli svizzeri devono decidere se accettare o meno gli Organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura. Favorevoli e contrari scendono in campo.

L’iniziativa popolare “per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche” chiede di vietare l’impiego di piante e animali geneticamente modificati.

Per vederci un po’ più chiaro e per comprendere la posta in gioco, swissinfo torna sui principali temi in discussione toccando cinque importanti nodi da sciogliere.

1. OGM nel piatto? I consumatori declinano l’offerta

La diffidenza è grande. Secondo numerosi sondaggi realizzati in Svizzera e in altri paesi europei, i cittadini e le cittadine mostrano una chiara reticenza nei confronti degli organismi geneticamente modificati (OGM). Sono pronti ad accettare le applicazioni dell’ingegneria genetica in medicina, ma nel loro piatto non gradiscono OGM.

Un sondaggio realizzato nel 2003 dall’istituto GfS ha evidenziato che il 67% delle persone interrogate non voleva saperne dell’impiego di OGM in agricoltura, mentre il 65% aveva dichiarato di non essere pronto a consumare prodotti OGM.

Questo rifiuto degli alimenti transgenici è del resto condiviso in altri paesi d’Europa. In Francia, per esempio, secondo un sondaggio realizzato l’anno scorso per conto di una rivista consumerista, l’80% delle persone interrogate ha dichiarato che gli agricoltori non devono coltivare degli OGM.

2. Manipolazioni genetiche in agricoltura sempre esistite

E’ vero. Da quando esiste l’agricoltura, l’essere umano seleziona alcune varietà di piante e animali e le incrocia per ottenere rendimenti migliori o per ricavare proprietà particolari.

Tutte le varietà di piante e animali presenti in agricoltura sono state plasmate dall’essere umano e, di conseguenza, non corrispondono più alla varietà originaria, quella allo stato selvatico.

L’ingegneria genetica, tuttavia, si spinge oltre, nella misura in cui permette di trasmettere geni di specie diverse nel DNA della pianta o dell’animale che si intende modificare. Una tale mutazione non potrebbe effettivamente essere ottenuta attraverso incroci naturali.

3. Moratoria contraria alle convenzioni internazionali

Nel 2003 Canada, Stati Uniti e Argentina hanno interposto un ricorso presso l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) contro la moratoria che sette paesi dell’Unione europea (UE) hanno imposto sull’importazione di certi prodotti OGM.

I tre paesi americani ritengono infatti che una tale moratoria sia contraria alle regole del commercio internazionale. Non si possono mettere al bando dei prodotti in questo modo, tanto più che nessuno studio scientifico può suffragare la loro presunta nocività.

Ma è proprio questa mancanza di prove a giustificare, per numerosi paesi europei, l’applicazione del principio di precauzione. Almeno per ora. L’OMC, infatti, non si è ancora pronunciata sul dossier. Prenderà una decisione solo dopo avere valutato il parere, non ancora disponibile, degli esperti.

Una moratoria come quella sulla quale gli svizzeri si esprimeranno il prossimo 27 novembre, nell’Unione europea sarebbe però vietata.

La Corte di Giustizia europea ha recentemente stabilito che il divieto di coltivare OGM in Austria, viola i regolamenti dell’UE. I giudici hanno infatti ritenuto che “nessuna prova convincente” giustificava una tale moratoria.

4. La moratoria mette in pericolo la ricerca

Ne sono convinti gli oppositori. Secondo loro l’introduzione di una moratoria nel nostro Paese abbasserebbe l’interesse dei poteri pubblici e delle società private nei confronti della ricerca genetica, punta di diamante in Svizzera. E i ricercatori, dal canto loro, sarebbero scoraggiati.

Si tratta di affermazioni difficili da verificare, tanto più che il finanziamento della ricerca è generalmente molto aleatorio.

Sta di fatto che gli ambienti della ricerca si sono particolarmente mobilitati contro la moratoria illustrando in un manifesto le loro ragioni. Il manifesto è stato firmato in tutto il Paese da centinaia di ricercatori e di professori. Un fatto assai raro che merita una segnalazione.

5. Gli OGM? Un pericolo per la biodiversità

Difficile rispondere in modo compiuto a una domanda come questa. Secondo alcuni studi, gli OGM sembrano mettere in pericolo alcune specie, come per esempio la farfalla Monarca, molto apprezzata nell’America del Nord.

Alcuni bruchi di questa farfalla sono stati nutriti con foglie ricoperte da un polline proveniente da una varietà di mais transgenico capace di resistere alla piralide. Risultato: i bruchi nutriti in questo modo non solo hanno avuto una crescita più lenta, ma il loro tasso di mortalità è stato più elevato rispetto ai bruchi nutriti normalmente.

D’altro canto, certe piante modificate geneticamente e quindi portatrici di fungicidi o insetticidi, non richiedono più ulteriori interventi nei campi da parte dell’uomo. A completo beneficio della fauna e della flora circostanti.

swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Nel 2003 viene lanciata l’iniziativa “Stop OGM” e raccoglie in 4 mesi 120 mila firme
L’iniziativa popolare in votazione il 27 novembre chiede di vietare gli OGM per 5 anni
Secondo un sondaggio del 21 ottobre il 47% delle persone interrogate si è detta favorevole alla moratoria; 36% i contrari e 17% gli indecisi
Nel 2004 in Svizzera entra in vigore la legge sull’ingegneria genetica

Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa “Stop OGM”. Reputano che la legge sull’ingegneria genetica attualmente in vigore protegga già l’uomo, la fauna e l’ambiente.

Secondo gli iniziativisti l’assenza di OGM è la migliore garanzia per poter contare su un’alimentazione sana e su un’agricoltura rispettosa della natura.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR