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Il soft power cinese in Svizzera

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Il centro culturale cinese si trova ancora in una fase di prova SRF/Samuel Burri

Pechino promuove la sua immagine in tutto il mondo e presto a Berna verrà inaugurato il primo centro culturale cinese sponsorizzato dallo Stato.

“Il tè riflette il carattere dei cinesi: gentile, modesto, simpatico e amichevole”, spiega Cui Ke. Il console dell’ambasciata cinese dirige il nuovo centro culturale cinese di Berna.

Circa 25 invitati sono riuniti per la cerimonia del tè. L’evento si chiama Tea for Harmony. “La pace e l’armonia sono i valori fondamentali della cultura cinese”, afferma il direttore del centro. Per la prima volta sono presenti anche i media, oltre alla SRFCollegamento esterno c’è l’agenzia di stampa cinese Xinhua.

Il reportage radiofonico della SRF sottotitolato in italiano:

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Alla periferia di Berna, in un centro commerciale, sopra la Posta, la Migros e la Coop, in futuro saranno diffusi i valori cinesi su un piano e mezzo. Oltre agli uffici, una sala conferenze e una sala espositiva, il centro dispone anche di due aule.

Qui si insegnerà il cinese, ma anche la cultura del tè, la calligrafia o la musica tradizionale, spiega il direttore del centro. Risponde alle domande che sono state presentate in anticipo per iscritto e approvate dall’ambasciata.

Edificio
La sede nel centro commerciale Freudenberg SRF/Samuel Burri

La Cina diffonde la sua cultura in tutto il mondo. Il centro è un elemento del soft power cinese? Il console Cui Ke risponde che molti paesi gestiscono istituti culturali simili e anche la Svizzera è attiva all’estero: “Con organizzazioni come Pro Helvetia, la Svizzera promuove la sua cultura”.

La Cina punta solo sulla cultura o c’è dell’altro? Secondo il professor Ralph Weber dell’Università di Basilea, che studia le attività cinesi all’estero, c’entra la cultura, ma l’obiettivo è rafforzare l’influenza internazionale della Cina: “È scritto sulla homepage dell’unità cinese responsabile di questi centri”.

Persona
Cui Ke, direttore del centro e console dell’ambasciata cinese SRF/Samuel Burri

Promozione del partito unico

Molti Paesi promuovono la propria immagine all’estero, ma c’è una differenza, dice Weber: “Nel caso della Cina, dietro c’è il dipartimento di propaganda dello Stato monopartitico, e gli obiettivi non sono sempre compatibili con la democrazia svizzera”.

Alla domanda non prevista se, oltre alla cultura cinese, saranno trasmessi anche i valori della società e della politica del Paese, il direttore del centro risponde: “Qui si tratta di cultura e turismo”.

La Cina e la Svizzera celebrano quest’anno 75 anni di relazioni diplomatiche. Il China cultural center è un ponte di amicizia per la popolazione, spiega Cui Ke. Un ponte da Pechino a Berna che dovrebbe essere ufficialmente inaugurato nei prossimi mesi, con una visita ufficiale e amichevole dalla Cina.

La Cina è oggi presente in tutto il mondo con oltre 30 centri culturali. I centri fanno capo al Ministero della cultura e del turismo. Secondo fonti governative, esistono dagli anni ‘80. “Lo scambio culturale è promosso dallo Stato cinese, che è dietro questi centri”, spiega il professor Weber. Nei centri culturali si tengono concerti, mostre e conferenze. Secondo la direzione, il centro di Berna è attualmente ancora in una fase di prova.

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