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Il nuovo Segretario generale ONU non avrà impresa facile

Ban Ki-moon è stato eletto venerdì sera quale nuovo Segretario generale dell'ONU Keystone

Lo spazio di manovra di cui godrà il nuovo Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, eletto venerdì, dipenderà dalla volontà dei membri più importanti dell'organizzazione.

Lo afferma in un’intervista a swissinfo Victor-Yves Ghebali, docente all’Istituto universitario di alti studi internazionali di Ginevra. Secondo lui, Ban Ki-moon dovrà tener conto della globalizzazione e del peso degli Stati Uniti.

L’Assemblea generale dell’ONU ha confermato venerdì la scelta presa dal Consiglio di sicurezza qualche giorno fa. Dal 1. gennaio 2007, Ban Ki-moon succederà a Kofi Annan (in carica per due mandati di 5 anni) quale nuovo Segretario generale delle Nazioni Unite.

Il ministro degli affari esteri sud coreano, un diplomatico di carriera, era la persona che aveva raccolto maggiori favori per l’elezione alla testa dell’ONU.

swissinfo: Perché è stato scelto Ban Ki-moon?

Victor-Yves Ghebali: Innanzitutto è un asiatico, ed ora è il turno dell’Asia ricoprire la carica. La seconda ragione è che si tratta di un sud coreano. Molti credono che sarà in grado di risolvere la crisi nucleare con la Corea del Nord. Qui siamo però di fronte ad un errore di valutazione: non credo che Ban Ki-moon riuscirà nell’impresa, siccome quello nord coreano è un regime paranoico che odia la Corea del Sud tanto quanto odia gli Stati Uniti.

swissinfo: Quali saranno le sfide principali che dovrà affrontare il nuovo Segretario generale?

V.-Y. G.: La prima è la globalizzazione, la quale influisce su tutte le organizzazioni intergovernative. Molte organizzazioni si basano sul multilateralismo, il quale, si presuppone, dovrebbe disciplinare le relazioni tra gli Stati e pertanto preservare la sovranità nazionale. Al contrario, la globalizzazione impedisce invece agli Stati di essere pienamente sovrani di sé stessi, in un mondo in cui non esiste ancora un’autorità globale.

La seconda sfida è rappresentata dagli Stati Uniti. È un controsenso che l’ordine internazionale possa essere minacciato dall’atteggiamento antidemocratico di alcune democrazie consolidate. Lo hanno evidenziato ad esempio l’invasione illegale dell’Iraq e i massicci abusi dei diritti umani.

swissinfo: Ban Ki-moon è pronto ad affrontare queste sfide?

V.-Y. G.: Credo che quello di Segretario generale dell’ONU sia il mestiere più arduo del mondo. Non sono certo che saprà affrontare con successo ambedue le sfide.

Tutto dipende comunque dalla buona volontà dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Cina, Francia, Russia, USA e Gran Bretagna). L’amministrazione Bush sarà in carica fino al gennaio 2008 e quindi non credo che Ban Ki-moon avrà la vita facile.

swissinfo: È abbastanza preparato per il lavoro che lo attende?

V.-Y. G.: Non è importante, siccome l’ONU non necessita di un leader carismatico e dalla forte personalità, ma di un servo che obbedisca ai potenti. Altrimenti non si può sopravvivere a lungo in questa funzione.

swissinfo: Cosa dire in merito alle riforme dell’ONU?

V.-Y. G.: Le Nazioni Unite necessitano senza dubbio di riforme interne. Il vero problema non sono però le riforme interne, ma il comportamento delle grandi potenze. Si può paragonare l’ONU ad un’automobile: quando non si è contenti delle sue prestazioni si può dire che è colpa del motore o del carburante. Il problema reale è tuttavia il conducente.

Si possono quindi adottare tutte le riforme interne che si vogliono, ma fino a quando le grandi potenze non cambiano la loro attitudine, i problemi rimarranno irrisolti. L’ONU non è altro che la somma delle volontà politiche dei membri più importanti.

swissinfo, intervista di Isobel Leybold-Johnson
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

Victor-Yves Ghebali è docente all’Istituto universitario di alti studi internazionali di Ginevra ed è un esperto delle questioni che toccano le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.

Le sue ricerche si sono concentrate sulla Società delle Nazioni e gli Stati Uniti, le relazioni Est-Ovest, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, il Mediterraneo e le minoranze etniche.

Ban Ki-moon, 62 anni, è un diplomatico di carriera. Nel 2004 è stato nominato ministro degli affari esteri della Corea del Sud.

Si tratta del primo Segretario generale asiatico, dopo la carica assunta dal birmano U Thant dal 1961 al 1971.

Ban Ki-moon succede al ghanese Kofi Annan, il quale è stato alla testa dell’ONU per 10 anni. Il neo eletto ha promesso di rendere l’organizzazione più efficiente ed efficace.

Secondo gli osservatori, il sud coreano erediterà le redini di un’organizzazione che necessita di riforme interne e che è stata colpita dallo scandalo del programma iracheno «cibo per petrolio». Le Nazioni Unite sono inoltre divise su come affrontare la crisi in Corea del Nord, Iran e Darfur (Sudan).

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