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Il prete “ribelle” non deve essere licenziato

Franz Sabo soddisfatto per la decisione dei giudici basilesi Keystone

La comunità parrocchiale di Röschenz, nel semicantone di Basilea campagna, non dovrà licenziare il suo parroco Franz Sabo. Il Tribunale cantonale ha accolto il ricorso inoltrato contro la decisione del Sinodo.

Secondo i giudici, la procedura di licenziamento non era regolare dal profilo legale. Non è stato in particolare accordato a Sabo il diritto di esporre le proprie argomentazioni.

Il Tribunale cantonale di Basilea Campagna ha dato ragione alla comunità della parrocchia cattolico-romana di Röschenz, che contestava la decisione del Sinodo cantonale di licenziare Franz Sabo.

Il parroco “ribelle” si trova da tempo ai ferri corti con il vescovo di Basilea Kurt Koch. Nel 2003 Sabo aveva espresso in un articolo di giornale severe critiche nei confronti del suo superiore.

Due anni dopo, Koch aveva ritirato al sacerdote la “missio canonica”, ossia il diritto di praticare le funzioni religiose. Una decisione confermata dal Sinodo basilese, che aveva ordinato in seguito il licenziamento di Franz Sabo.

Invece di ottemperare alla decisione, il consiglio parrocchiale di Röschenz aveva inoltrato ricorso presso il Tribunale cantonale. A detta dei rappresentanti della comunità religiosa, il Sinodo non ha il diritto di esigere dalla parrocchia il licenziamento del parroco.

In primavera la corte ha proposto un procedimento di conciliazione, respinto dallo stesso vescovo. Si era così giunti la settimana scorsa al processo.

Disdetta respinta

Secondo il Tribunale cantonale, la Chiesa di Basilea Campagna, rappresentata dal Sinodo, dispone effettivamente di un diritto di vigilanza sulla parrocchia di Röschenz. Il licenziamento di Sabo rientrerebbe quindi nelle sue competenze.

I giudici hanno tuttavia respinto la richiesta del Sinodo, dal momento che la procedura di licenziamento non ha formalmente rispettato le disposizioni legali.

In modo particolare, le autorità ecclesiastiche non hanno motivato sufficientemente la loro decisione e non hanno accordato al parroco il diritto di esporre i propri argomenti. La disdetta del contratto di lavoro non è quindi valida.

In base al Tribunale cantonale, il Sinodo è autorizzato a ritirare la “missio canonica”, la cui attribuzione rimane di competenza dell’autorità religiosa. Il licenziamento rientra invece nella sfera del diritto del lavoro.

Bisognerà vedere ora, se la Chiesa cattolico-romana di Basilea campagna deciderà di rilanciare o meno la procedura di licenziamento, questa volta rispettando le norme legali, oppure se preferirà tener conto della reazione dei suoi fedeli. Da una parte come dall’altra non si intende in ogni caso contestare la decisione dei giudici.

Sabo soddisfatto

Il parroco di Röschenz, attualmente amministratore della parrocchia, ha accolto con soddisfazione il verdetto del Tribunale cantonale, dichiarando di sentirsi ora molto più leggero.

“Ci siamo avvicinati di un passo al nostro obbiettivo. Possiamo, almeno per il momento, trattenere Franz Sabo”, si è rallegrato Bernhard Cueni, membro del consiglio parrocchiale.

swissinfo e agenzie

Appartenenza religiosa della popolazione svizzera secondo il censimento federale del 2000:

Chiesa cattolica romana 41,82%

Chiese evangeliche 33,04%

Altre comunità cristiane 4,41%

Comunità musulmane 4,26%

Comunità ebraiche 0,25%

Altre religioni 0.78%

Nessuna appartenenza religiosa 11.11%

Nessuna indicazione 4,33%.

Da diversi decenni continua a diminuire il numero di membri della Chiesa cattolica in Svizzera:

1970: 3’096’654 (49,39%)

1980: 3’030’069 (47,60%)

1990: 3’172’321 (46,15%)

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