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Il segreto bancario resta sotto pressione

Tra soddisfazione e pessimismo: la stampa fa il punto sul segreto bancario swissinfo.ch

La decisione dei ministri delle finanze dell'Ue sulla fiscalità dei risparmi è stata salutata come un passo avanti dalla stampa.

Ma attenzione: l’accordo è una soluzione a breve termine, ben lungi dall’essere definitiva.

I media, pur salutando favorevolmente l’accordo, mettono in guardia da facili entusiasmi. «È presto per cantare vittoria», scrive La Regione Ticino. Anche la NZZ titola il suo commento «La pressione resta».

Il quotidiano zurighese fa notare che un accordo del genere si sarebbe potuto raggiungere già nel 1997. Si tratta infatti di un compromesso che accontenta Belgio, Austria e Lussemburgo, ma che non mette al riparo da pressioni future, provenienti soprattutto dalla Gran Bretagna.

«Il sospetto è che la maggior parte dei paesi dell’Ue siano interessati più all’abolizione del segreto bancario che alla tassazione degli interessi», scrive la NZZ. Per il quotidiano zurighese le direttive dell’accordo sarebbero state annacquate a tal punto da non lasciare dubbi. «Inoltre se si considera l’inefficienza della tassazione alla fonte – in Svizzera i costi amministrativi per le banche potrebbero aggirarsi intorno alle centinaia di milioni – il tutto diventa ancora più discutibile».

Una boccata d’aria, ma la battaglia continua

Sulla stampa confederata si possono leggere parole d’elogio per come la Svizzera ha condotto la sua battaglia per il segreto bancario. Anche se, come scrive il Tages Anzeiger, l’accordo non significa la vittoria definitiva.

«Con la soluzione attuale, la Svizzera si è procurata una piccola riserva d’aria. Ma anche se i banchieri di Vienna, Lussemburgo, Ginevra e Zurigo si rallegrano di questa vittoria parziale, la guerra per il segreto bancario non è ancora finita.»

La Regione Ticino sottolinea che l’avversario più duro da battere rimane l’Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), interessata a far saltare il segreto bancario. Per il quotidiano ticinese l’unica soluzione possibile per la Svizzera consiste nell’allearsi con chi persegue i suoi stessi interessi.

«L’accordo ci insegna almeno una cosa. La Svizzera non può più permettersi il lusso di vivere in un’isola felice. Nel contempo, però, ha un certo margine di manovra a patto che sappia bene impostare le “battaglie” aperte. Per contro c’è da chiedersi se le “battaglie” vale davvero la pena di continuare a condurle dall’esterno. Perché un fatto è certo: sola contro tutti la Svizzera non vince.»

Anche la Aargauer Zeitung concorda sul fatto che l’accordo tra i ministri delle finanze dell’Ue non è stato raggiunto solo per merito delle manovre elvetiche. Pensa però che «la linea dura della Svizzera sia stata un elemento decisivo per l’esito della partita».

La stampa romanda tra ottimismo e pessimismo

«L’Europa salva il segreto bancario», titola 24 heures. «I banchieri svizzeri possono esultare e stappare lo champagne. Il segreto bancario è salvo!» «Forse», aggiunge la Tribune de Genève.

L’editorialista di 24 heures mette l’accento sui due diversi modi di leggere l’accordo. Il primo è ottimista. «Bruxelles allontana di una decina d’anni lo scambio generalizzato d’informazioni». Una visione che potrebbe però essere ingannevole.

Dal 2010 tutto potrebbe essere rimesso in questione e prendere una piega meno favorevole a Berna. E in quel caso, per difendersi, «la Svizzera potrebbe essere interessata a bussare alle porte di quell’Europa che le fa ancora così tanta paura».

Le reazioni sulla stampa inglese

«Alla fine la caparbietà svizzera ha avuto la meglio sui propositi di Bruxelles – almeno per adesso», scrive The International Herald Tribune, che interpreta la decisione presa dai ministri delle finanze come una chiara vittoria per la Svizzera.

«L’accordo allenta la pressione sulla Svizzera che può mantenere le sue vetuste leggi sulla privacy e mette fine a un decennio di aspri negoziati tra i paesi dell’Ue e la Svizzera in merito al segreto bancario di quest’ultima.»

Tuttavia il giornale ritiene che questo allentamento di pressione sarà di breve durata. La settimana prossima l’Ocse si riunisce a Parigi. Uno dei suoi obiettivi è proprio l’allentamento del segreto bancario e la trasformazione dell’evasione fiscale in reato penale.

Sia il Wall Street Journal che il Financial Times ritiengono che l’accordo renderà la vita più difficile agli evasori fiscali. Il quotidiano economico inglese non crede però che l’Ue sia riuscita a raggiungere una soluzione totalmente soddisfacente. Cita comunque Frits Bolkestein, ministro europeo per le tasse, che afferma: «Tutti i san Tommaso di questo mondo, convinti che non saremmo mai arrivati a tanto, hanno ora la prova di essersi sbagliati».

Un «compromesso» per la stampa italiana

Il Corriere della Sera parla di «accordo politico» di «un meccanismo che salvaguarda il segreto bancario, ma lo penalizza gradualmente». Per il giornale milanese il compromesso è «al ribasso rispetto all’ipotesi preparata a dicembre» ma rappresenta comunque un primo passo, in grado di favorire il rientro dei capitali nel loro paese d’origine.

Per quanto riguarda la Confederazione, il Corriere della Sera ricorda che «l’accordo, per diventare operativo, necessita di un’intesa con la Svizzera affinché adotti le stesse regole». In caso contrario potrebbe esserci una fuga di capitali verso la Confederazione. Per il giornale, l’accordo con la Svizzera sembra però cosa fatta e dovrebbe essere ratificato in marzo.

swissinfo, Doris Lucini

L’Ue accorda alla Svizzera e ai suoi tre membri (Lussemburgo, Austria e Belgio) di mantenere il segreto bancario.
I redditi da risparmio saranno tassati alla fonte.
Per i paesi Ue, l’aliquota sarà del 15% nel 2004 e crescerà fino a raggiungere il 35% nel 2010.
La Svizzera dovrebbe imporre da subito il 35%.
Dopo il 2010, il segreto bancario sarà ridiscusso.

Dopo anni di trattative i ministri delle finanze dell’Ue hanno raggiunto un accordo sulla tassazione dei risparmi. Salvo per il momento il segreto bancario. Tirano un sospiro di sollievo Lussemburgo, Austria e Belgio. Con loro si rallegra la Svizzera.

C’è soddisfazione per come la Svizzera ha saputo difendere i propri interessi. Ma la stampa mette in guardia: si tratta di una soluzione a breve termine e in futuro si dovranno fronteggiare altri attacchi al principio del segreto bancario. Primo fra tutti quello lanciato dall’Osce.

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