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Il successo grazie alla competenza interculturale

Nell'epoca della globalizzazione la competenza interculturale diventa sempre più importante Keystone

In un'epoca in cui le persone sono sempre più mobili ed il commercio non conosce più frontiere, la capacità di comunicare con gli altri diventa un attributo fondamentale.

Nel mondo globalizzato, la conoscenza di usi e costumi altrui è indispensabile per chi è confrontato con culture diverse.

“In Corea del sud bisogna reggere l’alcool, in Italia i ritardi sono all’ordine del giorno, in America si vuole arrivare subito al nocciolo della questione, in Cina si comincia invece con lunghi convenevoli ed in Giappone è importante l’ordine a tavola”.

Non sono certo gli esempi che mancano a Thomas Baumer, fondatore e responsabile del Centro di competenza interculturale (Cicb) e attivo da tre anni sul piano internazionale.

Per l’esperto economista aziendale, che ha visitato oltre una sessantina di paesi e parla una mezza dozzina di lingue, la chiave del successo risiede nella qualità del rapporto che si instaura con le altre culture. Questo è valido in numerosi campi, dal mondo degli affari alla politica.

“La competenza interculturale si basa su tre presupposti: la conoscenza dei paesi stranieri e della loro gente, la capacità di immedesimazione e l’autocoscienza”, spiega Baumer.

Rispetto degli altri

“La costruzione di un rapporto di fiducia ed il fondamento etico sono alla base di una trattativa di affari di successo. Bisogna essere onesti e rispettare la persona che siede di fronte”, dichiara a swissinfo il responsabile del Cicb.

Per questo motivo è importante conoscere quali siano i temi tabù. Baumer indica che “politica e religione sono spesso dei temi spinosi”.

A volte però è l’approcio al discorso che può essere diverso. Baumer ricorda che “nei paesi europei del sud, come l’Italia o la Spagna, un meeting comincia innanzitutto discutendo di calcio. In America invece si arriva subito al punto”.

Una situazione particolare, specialmente per le donne, si presenta nei paesi arabi. Secondo l’esperto di competenza interculturale un accompagnatore pro-forma può essere un vantaggio.

“Senza dimenticare che nel mondo arabo, dove solitamente ci si siede direttamente per terra, il protendere i piedi verso il proprio interlocutore è considerato come un’offesa”.

Anche l’abbigliamento è importante. “Meglio vestirsi secondo i canoni del mondo degli affari. In caso di dubbio è preferibile scegliere un abito classico piuttosto che vestirsi in modo disinvolto”.

Baumer continua ricordando che le differenze culturali sono presenti tra i singoli stati di una regione, ma anche all’interno dei paesi stessi. ”Attenzione a mai generalizzare, perché ciò potrebbe far nascere dei pregiudizi”.

Per un buon ambiente sul posto di lavoro

Nell’era del mondo globalizzato, la competenza interculturale ha acquistato un significato ancora più importante, in tutti i settori.

I corsi organizzati nelle università, nelle scuole superiori di perfezionamento o negli istituti privati possono essere di grande aiuto per imparare la capacità di comunicare con le persone di altre culture.

Per Thomas Baumer la competenza interculturale è molto più di una semplice tendenza. “Si tratta di una sfera che racchiude tutte le discipline, non solamente l’economia o la politica”.

Non si tratta di considerare esclusivamente l’esempio di due paesi lontanissimi tra loro, come la Svizzera e la Cina.

Sono infatti altrettanto importanti le differenze tra uomo e donna, tra le diverse classi di età o, nel caso di una fusione aziendale, delle culture delle ditte coinvolte.

“Il mondo degli affari ha in parte riconosciuto il significato della competenza interculturale e si sta movendo nella giusta direzione”.

Anche gli imprenditori locali devono seguire la stessa via, dal momento che in Svizzera un posto di lavoro su quattro è occupato da stranieri. I responsabili del personale devono impegnarsi per stabilire buoni rapporti con i lavoratori venuti dall’estero.

Comunicazione e competenza sociale

La competenza nelle relazioni con gli altri paesi è uno dei compiti quotidiani della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

Come spiega l’addetto stampa della DSC Barbara Affolter “i nostri collaboratori che svolgono incarichi all’estero devono prima seguire dei corsi preparatori”.

“Per le persone che lavorano nel campo dell’aiuto allo sviluppo e dell’aiuto umanitario, la sensibilità verso la comunicazione interculturale è essenziale. La comunicazione interpersonale è uno degli aspetti centrali della DSC”, aggiunge Affolter.

Dal 2003, la DSC finanzia un posto come consulente culturale in seno al Fondo delle nazioni unite per le attività in materia di popolazione (Unfpa), un programma di sostegno dei paesi in via di sviluppo nelle questioni legate alla salute riproduttiva ed allo sviluppo della popolazione.

Politica e diplomazia

Durante le visite di stato, i responsabili possono attenersi al protocollo ufficiale, che descrive praticamente ogni passo.

Nel mondo diplomatico esistono infatti delle linee direttive internazionali, che consentono di evitare di commettere delle “gaffes”.

“Meno le cose sono programmate e pianificate e più diventa difficile comportarsi nel modo adeguato”, conclude Baumer.

swissinfo, Gaby Ochsenbein
(traduzione: Luigi Jorio)

La competenza culturale ha acquisito negli ultimi anni, soprattutto in connessione con la globalizzazione, un’importanza sempre crescente.

I presupposti fondamentali sono la sensibilità e la fiducia in se stessi, la comprensione di altri modi di comportarsi e di pensare e la capacità di trasmettere il proprio punto di vista, di farsi capire e rispettare.

La capacità di comunicare con le persone di altre culture deve essere una caratteristica fondamentale per chi è a contatto con i paesi stranieri.

il Centro di competenza interculturale è stato fondato nel 2000 da Thomas Baumer.
L’economista aziendale ha lavorato 13 anni per Swissair.
Baumer ha visitato oltre 65 paesi e parla numerose lingue.

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