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Il velo islamico divide Basilea

Donne musulmane protestano in Canadà contro il divieto di portare il velo nelle scuole pubbliche francesi Keystone Archive

La candidatura di una giovane donna musulmana alle elezioni legislative di Basilea città ha risollevato il dibattito sul velo islamico nella vita pubblica.

Kadriye Koca, giunta in Svizzera all’età di 15 anni, non intende rinunciare a questo simbolo della sua fede anche in caso di elezione.

La candidatura della 32enne Kadriye Koca è sostenuta dal Partito popolare democratico (PPD), uno schieramento politico con una grande tradizione cattolica.

Le prospettive di successo della giovane donna musulmana, iscritta sulla lista del PPD assieme ad altre 130 persone, non sono molto grandi.

Eppure, il suo caso ha sollevato dibattiti e polemiche nel semicantone di Basilea città. Per alcuni, ad esempio, una donna che porta il velo non può essere considerata veramente integrata.

Rischi politici

Rita Schill, segretaria della sezione cantonale del PPD, ammette che la scelta di Kadriye Koca potrebbe far perdere le simpatie di alcuni fedeli elettori del partito.

D’altra parte, la giovane donna di origine turca è molto attiva nella sua comunità e potrebbe sicuramente diventare un ottimo membro del parlamento cantonale.

“Kadriye Koca è un ottimo esempio di una cittadina turca ben integrata da noi. Ma il velo rimane importante per lei, dal momento che pratica la religione musulmana”, afferma Rita Schill.

“Sono cosciente del fatto che molte persone non riescono ad accettare il velo islamico. Ma non vogliamo stabilire delle regole sugli indumenti che gli stranieri devono portare o meno a Basilea”.

Mozione anti-velo

“Kadriye Koca è una giovane donna intelligente che ha ben assimilato i principi contenuti nel manifesto del nostro partito. Sono convinta che è ben piazzata per venir eletta in parlamento, dove riuscirà sicuramente a conquistare il rispetto degli altri parlamentari”, aggiunge Rita Schill.

Interrogata da swissinfo, Kadriye Koca preferisce non più esprimersi sulla sua intenzione – annunciata recentemente ad alcuni giornali svizzeri – di indossare il velo anche nell’ambito di eventuali attività parlamentari.

Nel frattempo, però, un rappresentante di estrema destra del parlamento cantonale ha già inoltrato una mozione, in cui si chiede di vietare qualsiasi simbolo religioso all’interno della Camera del popolo.

Dibattito nella società

L’elezione basilese giunge in un momento, in cui la questione del velo figura al centro dell’attenzione anche in altri ambiti della società svizzera.

La Migros, il numero uno del commercio al dettaglio in Svizzera, ha chiesto recentemente a tutti i suoi dipendenti di religione musulmana di rinunciare al velo, se lavorano a contatto con la clientela.

Coloro che non intendono farne a meno, dovranno accettare di svolgere attività lavorative al riparo dagli occhi dei clienti.

La Coop, la grande concorrente della Migros, intende invece autorizzare il velo per il suo personale. Non così, le due grandi banche svizzere, UBS e CS, per le quali il velo non rientra nella tenuta “normale” del personale.

Effetto contrario

Sulla questione si è chinato recentemente anche il consigliere federale, Moritz Leuenberger. In un articolo pubblicato sul giornale domenicale “NZZ am Sonntag”, il ministro ha avvertito che un divieto del velo – alla stregua di quello introdotto nelle scuole francesi – potrebbe pregiudicare gli sforzi di integrazione della comunità musulmana.

“Un divieto infrange la libertà di religione e rischia di avere l’effetto contrario sulle donne mussulmane residenti in Svizzera, rafforzando una loro eventuale emarginazione”, ha dichiarato Leuenberger.

Per Kadriye Koca, la religione non deve dinventare un ostacolo alla volontà di sentirsi a casa propria in Svizzera.

“Voglio dare il mio contributo alla società svizzera, perché mi sento accettata in questo paese”, ha detto la donna musulmana al giornale “Tages Anzeiger”.

“Se non dovessi venir eletta questa volta, voglio tentare di nuovo tra quattro anni”.

swissinfo, Morven McLean
(traduzione Armando Mombelli)

Comunità religiose in Svizzera (statistica ufficiale del 2000):
42% cattolici
35% protestanti
11% atei
4% musulmani
1,8% ortodossi
0,2% ebrei

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