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L’economia sostenibile può salvare la Terra

Posa dei pannelli solari, nel 2004, sullo Stade de Suisse a Berna, diventato il più grande stadio ad energia solare del mondo. Philipp Zinniker

Il Worldwatch Institute, l'autorevole osservatorio dei trend ambientali con sede a Washington, ritiene che l'ecologia cominci ad avere un impatto sull'economia globale.

Il presidente dell’istituto di ricerca Christopher Flavin spiega a swissinfo perché gli autori del rapporto sullo Stato del mondo 2008 sono ottimisti sulle possibilità di superare la sfida del mutamento climatico.

Nelle 253 pagine del rapporto si afferma che aziende, politici e organizzazioni non governative stanno inventando “la prima economia mondiale sostenibile”. Alcuni comuni elvetici hanno fatto da battistrada e società svizzere hanno già imboccato questa via.

I risultati delle ricerche del Worldwatch Institute sono in netto contrasto con le funeste previsioni formulate da altri esperti di ecologia, fra cui quelli del Panel intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici su incarico.

swissinfo: Il rapporto indica che parecchie multinazionali stanno già passando dalle linee del capitalismo puro a una nuova concezione di economia che comprende anche molti obiettivi di sviluppo sostenibile. In tal modo può essere evitato il collasso?

Christopher Flavin: Non è escluso che in termini di clima alcune soglie critiche siano già state superate. Ma pur ritenendo che ciò non sia ancora avvenuto, è veramente urgente un cambiamento di rotta dell’economia.

swissinfo: Il rapporto elogia la gestione comune delle risorse, citando ad esempio i pascoli comunitari dei bovini nelle Alpi svizzere. In che modo ciò promuove lo sviluppo sostenibile?

C.F.: Naturalmente le nostre risorse ambientali più importanti sono gli oceani e l’atmosfera, come pure le foreste tropicali. Queste risorse non possono essere gestite unicamente entro i confini nazionali e ancora meno comunali.

La chiave per la soluzione del problema risiede nella riflessione sulla gestione efficiente delle risorse che non appartengono a un’unica comunità o a un ente ben definiti. Penso che quanto intrapreso in Svizzera in un piccolo contesto possa essere esteso a livello globale.

swissinfo: Lo Stato del mondo 2008 presenta l’energia nucleare come un’opzione per sostituire le energie fossili. Il tema è al centro di controversie in Svizzera e altrove. L’energia atomica sta guadagnando consensi fra gli ambientalisti?

C.F.: Non credo. Non stiamo sostenendo l’energia nucleare e abbiamo evidenziato anche i molteplici ostacoli che essa presenta. Personalmente credo che nella migliore delle ipotesi l’energia nucleare possa dare un piccolo contributo alla soluzione del problema del cambiamento climatico.

swissinfo: Nella prefazione del rapporto affermate che l’interazione fra tecnologia, investimenti privati e riforme politiche può portare il mondo sulla via di una grande trasformazione del mercato energetico. È sufficiente?

C.F.: Siamo al contempo pessimisti e ottimisti. Ci troviamo alla vigilia di una rivoluzione energetica. I mercati energetici fra cinque o dieci anni saranno già completamente diversi. Le nuove tecnologie domineranno. Tuttavia l’impresa per superare l’attuale dominio delle energie fossili è talmente grande da non consentire di avanzare abbastanza rapidamente. Il rischio di non riuscire a compiere tempestivamente la svolta del rinnovamento dunque permane.

swissinfo: Nel caso in cui non fosse troppo tardi, l’accento non dovrebbe essere posto sugli adattamenti?

C.F.: La sfida degli adeguamenti è che c’è molto da fare e che regna un’enorme incertezza. Inoltre è difficile formare una volontà politica. Benché possa essere troppo tardi per evitare alcune catastrofi, occorre in ogni caso agire, poiché lasciando le cose come stanno la situazione può soltanto peggiorare.

swissinfo, intervista di Dale Bechtel
(Traduzione dall’inglese di Sonia Fenazzi)

Il Worldwatch Institute, con sede a Washington, è un’organizzazione di ricerca indipendente fondata nel 1974. Ha come obiettivo di lavorare a favore di una società ecologicamente sostenibile, nella quale si diano risposte pratiche ai bisogni umani senza minacciare l’ambiente.
L’organizzazione svizzera di consulenza Ecos è uno dei numerosi enti creati a supporto del Worldwatch Institute.
Il rapporto sullo Stato del mondo 2008 cita i lavori dello svizzero Walter Stahel sul prolungamento della durata di vita dei prodotti.

Il Worldwatch Institute sostiene che l’economia, gli Stati e le organizzazioni non governative reagiscono con una serie di innovazioni e investimenti al riscaldamento climatico, alle altre sfide ecologiche e ai problemi sociali.

Le ricerche e i programmi di sviluppo delle imprese in favore di tecnologie per la produzione di energie pulite nel 2006 hanno raggiunto i 9,1 miliardi di dollari, ossia dieci volte più del 2001.

Il capitale rischi in materia di ambiente ed energia si colloca al terzo posto degli investimenti borsistici, dietro i settori internet e biotecnologie.

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