Prospettive svizzere in 10 lingue

L’università da casa

Le nuove tecnologie rivoluzionano il mondo della scuola swissinfo.ch

Le nuove tecnologie che avanzano, le strategie di studio che cambiano, un mondo che gira sempre più in fretta: l'università virtuale è figlia del suo tempo.

Studi universitari a distanza e campus virtuale per promuovere l’e-learning in Svizzera.

L’aveva già previsto Isaac Asimov in uno dei suoi racconti di fantascienza: un giorno ce ne saremmo stati tranquillamente a casa e un computer ci avrebbe insegnato tutto quello che poteva esserci utile, dalla prova del nove alle leggi della fisica.

Oggi quel giorno sembra essere arrivato. Nel 2002 il centro studi universitari a distanza di Briga ha compiuto 10 anni. Il regalo più bello glielo hanno fatto gli iscritti il cui numero è pressoché raddoppiato rispetto al 2001. Tra le ragioni di questo successo c’è anche l’impiego mirato delle nuove tecnologie, in particolare di internet.

In Svizzera, forse a causa anche di un elevato numero di atenei, la formazione universitaria per corrispondenza è rimasta limitata. Ora i nuovi mezzi informatici stanno cambiando le carte in tavola. Se ne è resa conto anche la Confederazione che, attraverso la Conferenza universitaria svizzera (CUS), ha realizzato il «Campus virtuale svizzero». La prima fase del progetto si conclude quest’anno, poi in autunno il parlamento deciderà se stanziare la somma necessaria a finanziare il campus virtuale fino al 2007.

Recuperare il tempo perduto

«All’estero c’è un’ampia offerta di corsi universitari a distanza. Abbiamo constatato che sempre più studenti svizzeri s’interessavano, ad esempio, ai corsi della Open University inglese. Per rimanere concorrenziali era necessario che anche la Svizzera si desse da fare in questo campo». Così Federico Flückiger, della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) traccia il quadro della situazione elvetica prima dell’avvento del progetto «Campus virtuale svizzero».

Nel 2003 la Svizzera non ha ancora raggiunto il livello di altri paesi europei o degli Stati uniti ma le prime esperienze sono state fatte e la seconda fase del progetto permetterà di migliorare ancora e di uscire dalla fase sperimentale. Se i sogni della Conferenza dei rettori delle università svizzere si realizzano, da qui al 2007 il 10% dell’insegnamento universitario sarà impartito sotto forma di e-learning.

L’e-learning: multiforme e multiuso, ma non panacea

L’interesse suscitato dalle possibili applicazioni didattiche delle nuove tecnologie è grande, anche perché permettono di perseguire degli obiettivi diversi. Per la scuola universitaria a distanza di Briga, si tratta d’integrare i corsi per corrispondenza con del materiale interattivo. In questo modo viene favorito lo scambio d’idee e si rompe l’isolamento dello studente.

Per le università classiche invece la priorità è un’altra. «Certo, l’e-learning favorisce l’insegnamento a distanza, ma non vogliamo trasferire interi percorsi di studio su internet. Quello che c’interessa maggiormente è la possibilità di migliorare la qualità dei nostri corsi, soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione di nozioni di base», spiega Andrea Rocci, dell’Università della Svizzera italiana (USI). «Per gli approfondimenti e le discussioni a 360 gradi, un buon professore è insostituibile».

Inoltre le università hanno un cronico problema di spazio. Non è facile trovare aule per tutti i corsi, soprattutto per quelli molto frequentati. Ecco allora che proporre corsi come l’introduzione al diritto romano su internet, permette una razionalizzazione delle risorse.

Se le università classiche si stanno concentrando soprattutto sull’elaborazione di moduli multimediali per i corsi di base, le scuole universitarie professionali sembrano più interessate ai corsi post diploma. Federico Flückiger, SUPSI, fa notare che «per i corsi di specializzazione spesso manca il numero critico necessario a coprire le spese. La possibilità di collaborare con altri istituti e di vendere i nostri moduli oltre Gottardo e all’estero, ci permette di mantenere un alto livello di qualità».

Gli interessi di scuole, studenti e professori

Per Carlo Lepori, uno dei responsabili del progetto MACS (Master in advanced computer science) realizzato dalla SUPSI, l’insegnamento via internet permette di accedere ad un pubblico più vasto. Alcuni dei moduli MACS sono stati seguiti da persone residenti in Germania e in Italia del Nord. Il marketing va migliorato, ma se il prodotto è buono, internet può favorire un ritorno d’immagine ed economico alle varie scuole.

Saranno dunque gli studenti a decidere quali proposte di e-learning valga la pena di seguire. Per ora i partecipanti ai progetti del Campus virtuale sembrano aver accolto favorevolmente la novità. A volte studiare davanti ad un computer necessita di un periodo di adattamento, in altri casi l’offerta di postazioni internet per chi non ha la possibilità di collegarsi da casa è ancora insufficiente, ma tutto sommato gli studenti sono soddisfatti.

Qualche problema in più l’hanno avuto i professori, a cui è spettato il non facile compito di ripensare i corsi in modo da sfruttare al meglio le possibilità offerte da internet.

Insomma, il dado è tratto: le acque dell’e-learning si stanno smovendo anche in Svizzera e con loro tutto il nostro sistema universitario.

swissinfo, Doris Lucini

L’insegnamento a distanza, tradizionalmente poco diffuso in Svizzera, sta rinascendo grazie alle nuove tecnologie. Lo dimostra il successo del centro di studi a distanza di Briga.

Per migliorare l’insegnamento universitario, la Confederazione ha dato vita al «Campus virtuale svizzero». Lo scopo del programma è di sviluppare dei moduli d’insegnamento a distanza di alta qualità. I moduli sviluppati in questo programma dovranno poter essere integrati nei percorsi di studio universitari classici.

Il programma insiste sulla collaborazione tra le varie università e l’integrazione internazionale dei progetti.

Il progetto «Campus virtuale svizzero» è gestito dalla Conferenza universitaria svizzera e sostenuto dalla Confederazione.
Finanziamento dei progetti ripartito in parti uguali tra la Confederazione e le università
Stanziati 30 milioni per il triennio 2000-2003
La seconda fase del progetto dovrebbe estendersi fino al 2007
50 i progetti di e-learning attualmente in corso
Interessate tutte le discipline d’insegnamento universitario

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR