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La cultura non è una merce

Rispettare la diversità culturale: qui il cantore Kasse Mady Diabaté, a Bamako, in Mali Keystone

Mercoledì a Berna una cinquantina di organizzazioni hanno creato una coalizione a sostegno della diversità culturale.

Il suo scopo: far pressione sulle autorità politiche affinché non considerino le attività culturali come una semplice merce.

La coalizione vuole impedire che il commercio e la gestione degli oggetti d’arte vengano completamente liberalizzati.

Delle alleanze del genere esistono già in Germania, in Australia ed in Francia, ma non negli Stati Uniti.

Le coalizioni sostengono una convenzione dell’UNESCO che dovrebbe essere adottata il prossimo 20 ottobre a Parigi e che ritiene indispensabile frenare la globalizzazione culturale per salvaguardare la diversità e la varietà della cultura.

Trentesima del suo genere, la coalizione svizzera riunisce organizzazioni professionali, ONG ed associazioni attive nella cooperazione.

Ne fanno pure parte società di gestione dei diritti d’autore, organi universitari ed il principale ente radiotelevisivo svizzero, la SSR SRG idée suisse.

L’iniziativa gode pure del sostegno dell’Ufficio federale della cultura.

Paesi del sud

“La convenzione dell’UNESCO ricorda, ad esempio, l’importanza dei beni e dei servizi culturali per l’identità di un popolo e la loro specificità commerciale”, sostiene Diego Gradis, membro del comitato della coalizione svizzera.

Un tale approccio avrebbe quale conseguenza la riconoscenza e la valorizzazione della cultura dei paesi del sud.

Secondo Diego Gradis, la convenzione “non è certo sufficiente ma definisce dei principi importanti”. Tra questi il diritto degli Stati di condurre una politica culturale.

“Senza la convenzione, in Svizzera potrebbero sparire delle sovvenzioni”, aggiunge Gradis.

Sostegno alla diversità

“In un mercato completamente liberalizzato gli Stati non potrebbero più sostenere i loro artisti”, dice da parte sua Mathias Knauer, realizzatore cinematografico e co-fondatore dell’alleanza.

“Questo perché nella logica del libero commercio le sovvenzioni sono considerate come degli strumenti che falsano il mercato”.

La conseguenza finale di un commercio liberalizzato a livello mondiale sarebbe, secondo Knauer, la fine della diversità culturale. “Un appiattimento che interesserebbe molto rapidamente la cinematografia”.

Gli USA, con la loro potente industria dei film, sono ad esempio da tempo infastiditi dalla promozione cinematografica finanziata dallo Stato praticata in Europa.

OMC nel mirino

La coalizione svizzera non si è accontentata di annunciare la propria nascita.

In effetti ha già domandato che la Svizzera avvii il processo di ratifica di una precedente convenzione dell’UNESCO sulla protezione del patrimonio immateriale, che comprende le lingue e le tradizioni.

I vari gruppi nazionali cercheranno di convincere i rispettivi politici del fatto che i beni ed i servizi culturali non sono delle semplici merci da sottomettere alle leggi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) o agli accordi bilaterali con l’Unione europea.

Una questione cruciale in vista dei negoziati dell’OMC previsti in dicembre ad Hong Kong.

swissinfo e agenzie

Un comitato internazionale per il collegamento delle diverse coalizioni (CIL) era stato creato nel marzo del 2003.

Attualmente, il CIL raggruppa una trentina di coalizioni nei seguenti paesi: Germania, Argentina, Australia, Belgio, Benin, Brasile, Burkina Faso, Camerun, Canada, Cile, Colombia, Congo, Corea del Sud, Equador, Francia, Guinea, Ungheria, Irlanda, Italia, Mali, Marocco, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Senegal, Slovacchia, Svizzera, Togo ed Uruguay.

Il movimento è in piena espansione e presto potrebbero nascere nuovi gruppi.

La coalizione svizzera per la diversità culturale intende:
Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e gli ambiti politici e culturali.
Intervenire presso le autorità pubbliche svizzere ed internazionali.
Procedere ad attività di monitoraggio.
Incoraggiare la cooperazione internazionale.
Valorizzare la vita culturale svizzera.

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