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La forza dell’oro

L'oro nei forzieri della Banca nazionale Keystone

Negli ultimi due anni il prezzo dell'oro è salito del 40%. Un balzo sufficiente per rilanciare le speculazioni.

Esperti svizzeri sono convinti che la tendenza al rialzo continuerà.

È dal 1997 che il prezzo dell’oro non raggiungeva livelli così alti. Oro e franco svizzero restano l’accoppiata vincente in tempi di crisi.

La richiesta di oro per l’industria dei gioielli resta relativamente stabile, mentre il metallo giallo sembra avere guadagnato punti soprattutto quale investimento alternativo e “valuta sicura”.

Il capo del settore valute e commercio aureo presso la Banca Leu, René Petter, ricorda a swissinfo che “il prezzo dell’oro è definito dalla situazione geopolitica e dalla domanda”.

Secondo Petter, la situazione in Irak è destinata a restare tesa nei prossimi tempi e la richiesta di metallo giallo è molto alta. Particolarmente interessata la clientela giapponese e, da qualche tempo, anche quella cinese.

Oro e dollaro debole

Il prezzo dell’oro si sviluppa – non a caso – nel senso contrario rispetto a quello del dollaro. La valuta americana, secondo numerosi esperti, è oggi ancora su livelli troppo alti, nonostante una tendenza al ribasso dall’ottobre del 2000. Un ulteriore calo del biglietto verde potrebbe dare nuova forza all’oro.

Per René Petter, “il prezzo del dollaro è molto dipendente dalla situazione in Irak. Questa incognita e la difficile situazione economica negli Stati Uniti – in particolare il massiccio indebitamento – hanno fatto sì che la valuta americana non sia più considerata come un valore sicuro”.

Apice raggiunto?

All’inizio di febbraio, il prezzo dell’oro ha raggiunto i 389 dollari l’oncia. In seguito ha perduto terreno perché taluni investitori istituzionali hanno convertito in liquidità parte delle loro riserve e perché il pericolo di una guerra in Irak si è fatto meno acuto. Setter ritiene però che il prezzo dell’oro potrebbe presto nuovamente superare il limite dei 380 dollari.

Di opinione identica Martin Jenzer, della Banca HSBC Guyerzeller: “Due anni fa il prezzo ha cominciato a salire e questa tendenza dovrebbe mantenersi fino al 2005”. Anche secondo lui la debolezza del dollaro rafforza l’oro.

Dal canto suo, Marc Faber, l’esperto di borse che aveva previsto il crollo del 1987 e la crisi in Asia del 97/98, consiglia di lasciare perdere il dollaro e le azioni americane per privilegiare, tra gli altri investimenti, proprio l’oro.

Gli esperti sono unanimi: “Se il dollaro continua a indebolirsi e la situazione geopolitica non si distende, il prezzo dell’oro continuerà a restare su livelli molto elevati.

La Svizzera vende

Dal maggio del 2000, la Banca nazionale svizzera (BNS) si è messa a vendere le sue riserve auree, come hanno d’altronde fatto altri istituti centrali. Queste riserve erano state accumulate quando la stabilità di una valuta dipendeva ancora dalla solidità delle riserve d’oro istituzionali. L’entrata in vigore della nuova Costituzione federale, il 1° gennaio 2000, ha permesso di sganciare il franco dall’oro, cosa che il dollaro ha peraltro già realizzato da anni.

La BNS vende così circa una tonnellata d’oro al giorno. In tutto la BNS intende vendere 1300 tonnellate d’oro entro il 2004, incamerando circa 20 miliardi di franchi.

Chi ne approfitterà?

Sull’impiego di questa somma si discute da tempo in Svizzera. Il 22 settembre scorso, il popolo ha respinto una proposta del governo, che voleva distribuire gli interessi del capitale proveniente dalla vendita in tre parti uguali alla Fondazione Svizzera solidale, alla previdenza per la vecchiaia e ai cantoni. Bocciata in quell’occasione anche la proposta della destra populista di consegnare tutto il ricavato alla previdenza per la vecchiaia.

Per intanto, in attesa di altre disposizioni, il governo svizzero ha proposto che il ricavato delle vendite vada per un terzo alla Confederazione e per i due terzi ai Cantoni.

swissinfo, Elvira Wiegers
(traduzione e adattamento: Mariano Masserini)

Dollaro e azioni americane non sembrano offrire più garanzie sufficienti e sempre più investitori guardano all’oro – ma anche al franco – come valore rifugio.

Intanto, la Banca nazionale svizzera vende 1300 tonnellate d’oro delle sue riserve.

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