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Le ombre della crisi irachena sull’economia elvetica

Gli investitori sono più che mai incerti in questi periodi di incertezza RTS

Il discorso del presidente Bush sullo stato dell'Unione rende incerta l'economia elvetica. Lo Swiss Market Index è ormai ai livelli più bassi degli ultimi cinque anni.

E il franco svizzero forte fa soffrire il settore delle esportazioni.

Werner Abegg, portavoce della Banca nazionale svizzera (BNS) ha sì dichiarato a swissinfo che la banca centrale svizzera non si sta preparando alla guerra. «Osserviamo sempre l’andamento dei mercati finanziari, fa parte del nostro lavoro quotidiano. E siamo sempre pronti a reagire subito.»

Come ha però affermato il presidente della BNS, Jean-Pierre Roth
in un’intervista al periodico economico romando Bilan, la BNS ha tuttavia previsto alcuni scenari.

Per esempio, Jean-Pierre Roth non esclude un intervento sui mercati finanziari nel caso di un drammatico rafforzamento del franco svizzero.

«Se ci sarà un choc mondiale a livello economico o geopolitico, dovremo trovare qualcosa, per impedire al franco di rafforzarsi troppo.»

Possibili ulteriori riduzioni degli interessei

La banca centrale non esiterebbe nemmeno a ridurre gli interessi, ha sottolineato Roth su Bilan:

«Se a nostro giudizio non ci sarà alcun rischio di inflazione e se si prevede un peggioramento della situazione economica, la nostra filosofia è chiara. Non c’è alcun motivo per aspettare con un’ulteriore riduzione degli interessi, per migliorare le condizioni quadro e rendere possibile una ripresa.»

Anche Bernard Lambert, economista presso la Banca privata ginevrina, ritiene che la riduzione dei tassi sia una misura giusta, anche se lo spazio di manovra è ridotto.

«Inoltre la Banca nazionale può intervenire sul mercato delle divise e comperare dollari o euro, oppure può vincolare provvisoriamente il franco svizzero all’euro.»

Investitori ultraprudenti

È chiaro e comprensibile che gli investitori reagiscono con prudenza, in un periodo di crisi di fiducia e di paure per una possibile guerra. E il presidente della BNS si mostra preoccupato:

«Come ci si può aspettare che, in questo contesto, un’impresa multinazionale si lanci negli investimenti. Ed è proprio la debolezza del settore degli investimenti che pesa sulla congiuntura svizzera.»

Di questa situazione risentono anche certi rami industriali, come quello metalmeccanico e quello dell’elettronica, che con 330’000 posti di lavoro occupano un posto di rilievo nell’economia elvetica.

Forti perdite nelle esportazioni

Il maggior settore dell’economia svizzera soffre dell’attuale crisi, e sia le vendite che le esportazioni hanno subito un forte calo.

Thomas Daum, direttore di SWISSMEM (l’associazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera), ha di recente dichiarato che gli sviluppi nella regione del Golfo pendono «su tutto come spade di Damocle». E un ulteriore indebolimento del dollaro avrebbe «serie conseguenze per la Svizzera».

«Ci teniamo in stretto contatto con la BNS e speriamo che faccia tutto il possibile», ha confidato a swissinfo la portavoce di SWISSMEM, Doroteha Tiefenauer. «E siamo contenti che il signor Roth accenni a un possibile intervento sui mercati finanziari.»


Fintanto dureranno i timori di una guerra e mancheranno i segni di una prossima ripresa, gli attori sui mercati finanziari continueranno a comportarsi in modo difensivo.

Il trend negativo alla borsa svizzera non si può fermare per il momento, ha detto Gilbert Rod, analista presso la Banca cantonale vodese:

«Il dollaro crolla, l’euro si rafforza, i prezzi del petrolio e dell’oro stanno aumentando e il franco ha oramai raggiunto un valore malsano. Tutti elementi velenosi per l’economia europea.»

swissinfo, Gaby Ochsenbein (traduzione: Fabio Mariani)

La borsa svizzera ai livelli più bassi dal 1997
In 2 anni la BNS ha effettuato 6 riduzioni dei tassi d’interesse, per un totale del 2,75 %

Misure per combattere contro la crisi economica: ulteriori riduzioni delgi interessi, interventi sui mercati finanziari, vincolo provvisorio del franco all’euro.

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