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La lotta alla povertà passa dalla reintegrazione nel lavoro

Il governo svizzero ha approvato mercoledì il rapporto "Strategia nazionale di lotta alla povertà". Per combatterla, gli sforzi devono concentrarsi soprattutto nel reinserimento nel mondo del lavoro delle persone a rischio.

“Le cause della povertà sono molteplici. Ci siamo concentrati sui gruppi più colpiti e sui principali rischi legati alla tappe fondamentali della vita: l’infanzia, il passaggio nel mondo del lavoro, la famiglia, la disoccupazione e la vecchiaia”, ha sottolineato il ministro dell’interno Didier Burkhalter.

Dal rapporto emerge che il sistema sociale svizzero è efficace, anche se non riesce a sradicare completamente la povertà. È necessario quindi mettere in atto una strategia nazionale a lungo termine che si protrarrà anche dopo il 2010, proclamato “Anno europeo di lotta alla povertà”. La nozione centrale di questa strategia, è il rispetto per le persone che hanno avuto un incidente di percorso nella vita, ha assicurato il ministro.

Per quanto riguarda la Confederazione, l’accento sarà posto sul reinserimento nel mondo del lavoro. La perdita dell’impiego è infatti un fattore determinate che porta alla precarietà. Le persone che rimangono senza lavoro per oltre un anno, difficilmente ritrovano un nuovo posto. Gli studi dimostrano che nei primi tre mesi le possibilità di ritrovare un impiego sono maggiori e quindi gli sforzi devono essere concentrati in questo lasso di tempo, ha spiegato il responsabile del Dipartimento fedele dell’interno (DFI).

Le misure riguardanti la formazione e l’aiuto alle famiglie in difficoltà sono in gran parte di competenza di cantoni e comuni. Il rapporto quindi si limita a formulare alcune raccomandazioni. I bambini che vengono da famiglie in difficoltà, ad esempio, dovrebbero essere seguiti durante tutto il loro percorso scolastico per evitare che un eventuale svantaggio iniziale rovini le loro prospettive per il futuro. Bisognerebbe inoltre fare in modo che la maggior parte dei giovani segua una formazione secondaria dopo la scuola dell’obbligo.

In autunno il DFI organizzerà una conferenza per presentare la strategia di lotta nazionale contro la povertà e discutere più in dettaglio dell’attuazione degli obiettivi fissati dalla Confederazione. La proposta di una legge federale sul minimo vitale non convince il Consiglio federale che non intende neppure rendere obbligatoria la formazione professionale e creare prestazioni complementari per i disoccupati di lunga data.

swissinfo.ch e agenzie

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