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La poligamia era di moda nella preistoria

La poligamia è ancora praticata in diverse società. Nella foto la famiglia del fondamentalista mormone americano Tom Green Keystone

La monogamia nella specie umana è assai recente e risale a soli 20 mila anni fa, oltre 80 mila dopo l'apparizione dell'uomo moderno, il cosiddetto Homo sapiens sapiens.

Lo sostiene uno studio presentato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS).

Lo studio è il risultato di una ricerca condotta sulla sequenza genetica del cromosoma Y di un campione di 2000 uomini provenienti da ogni parte del mondo.

Lo studio del passato remoto della nostra specie non è ambito esclusivo della paleontologia: la genetica molecolare può utilizzare il DNA come una macchina per risalire nel tempo come testimonia uno studio presentato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) e apparso sul «Journal of Molecular Evolution» di luglio.

La ricercatrice dell’Università di Ferrara Isabelle Dupanloup e i suoi collaboratori hanno utilizzato il DNA del cromosoma Y estratto da cellule del sangue di 2000 uomini viventi, tra cui 1000 europei.

Tutto il suo papà!

Il cromosoma Y ha la caratteristica di essere il solo a venire trasmesso unicamente da padre a figlio, il che lo rende particolarmente interessante per lo studio dell’evoluzione della diversità genetica delle popolazioni maschili. Si ricordi che l’uomo maschio possiede un cromosoma X e uno Y e la donna una coppia di X.

Fenomeni demografici o migratori del passato lasciano una traccia nel materiale genetico e possono essere datati confrontando le sequenze delle basi che costituiscono il DNA dato che numero di differenze e passare del tempo sono correlati.

La ricerca ha rivelato una diversificazione genetica delle popolazioni maschili avvenuta 18 000 anni or sono o addirittura più tardi a seconda delle regioni del pianeta. Secondo i ricercatori, la mancanza di varietà genetica che caratterizzava i maschi prima di allora va attribuita alla poligamia.

Così fanno i gorilla

Questi risultati confermano le ipotesi degli etnologi e degli antropologi secondo cui durante gran parte della storia della specie pochi maschi avevano molti figli e molti non ne avevano alcuno. Un po’ come accade per alcuni grandi primati come il gorilla, in cui solo alcuni maschi trasmettono i loro geni.

I risultati della ricerca sono stati paragonati a quelli di un lavoro simile svolto precedentemente sulle popolazioni femminili da un’équipe dell’Università di Berna guidata da Laurent Excoffier.

In questo caso i ricercatori avevano utilizzato le sequenze di DNA che si trova in organelli del citoplasma, i mitocondri, che si ereditano unicamente dalla madre.

Le popolazioni femminili hanno subito boom demografici in epoche molto diverse a seconda delle regioni del globo. Le più vecchie risalgono a 70000 anni in Africa. Seguono Asia e America attorno a 55 000 anni or sono e l’Europa (40 000).

La legge del più forte

L’ipotesi della poligamia maschile permette di spiegare gli scarti osservati tra i due sessi, indica la Dupanloup. La diversificazione genetica dei maschi è probabilmente associata alla sedentarietà delle popolazioni umane, ritengono gli studiosi.

Un’espansione demografica più tardiva delle popolazioni maschili, rintracciabile nella diversificazione genetica, non significa che nella preistoria vi fossero più donne di uomini, avverte la Dupanloup. Il fatto è che pochi uomini avevano molti figli, ossia solo una sottopopolazione ha trasmesso i propri geni alle generazioni future.

swissinfo e agenzie

Lo studio ha utilizzato il DNA del cromosoma Y estratto da cellule del sangue di 2000 uomini viventi, tra cui 1000 europei.

Il cromosoma Y ha la caratteristica di essere il solo a venire trasmesso unicamente da padre a figlio.

I ricercatori attribuiscono la mancanza di varietà genetica che caratterizzava i maschi in epoca precedente ai 20 mila anni fa alla poligamia.

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