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La quiete dopo la tempesta

L'estromissione dal governo di Christoph Blocher non ha impedito al parlamento di votare su numerosi temi Keystone

A Berna si è conclusa la prima sessione del nuovo parlamento eletto in ottobre. L'assemblea è stata caratterizzata dall'elezione in governo di Eveline Widmer-Schlumpf al posto del ministro della giustizia Christoph Blocher.

Nonostante le polemiche suscitate dal piccolo terremoto di palazzo, nelle tre settimane di sessione le camere hanno continuato a lavorare. Dodici progetti di legge sono stati portati a termine.

L’estromissione di Christoph Blocher dal governo e il passaggio dell’Unione democratica di centro (UDC) all’opposizione, sono stati i momenti culminanti della prima sessione del parlamento dopo le elezioni federali del 21 ottobre.

Come ha ricordato venerdì il presidente del Consiglio nazionale (camera del popolo) André Bugnon, nel corso della sessione è stato però anche concluso l’esame di 12 leggi, mentre le camere hanno trattato un centinaio di interventi parlamentari.

Cittadinanza e apertura domenicale dei negozi

Fra i temi controversi affrontati durante la sessione c’è la revisione della legge sulla cittadinanza, controprogetto indiretto all’iniziativa popolare dell’UDC «per naturalizzazioni democratiche».

Dopo un lungo tira e molla, alla fine la camera dei cantoni si è adeguata alla camera del popolo, bocciando la naturalizzazione alle urne. In futuro, solo le assemblee comunali potranno decidere, fornendo una motivazione in caso di decisione negativa. La concessione del passaporto elvetico attraverso uno scrutinio popolare era stata giudicata non conforme alla Costituzione dal Tribunale federale (TF) nel luglio del 2003.

Tra le altre leggi adottate figura anche la modifica della legge sul lavoro che dà ai cantoni la possibilità di autorizzare l’apertura dei negozi per quattro domeniche l’anno. Al di fuori della Svizzera francese, 19 cantoni già autorizzano le vendite domenicali, in generale durante il periodo dell’Avvento.

Internamento dei criminali pericolosi

Un altro dossier che ha dato filo da torcere, e che in votazione finale ha fatto trasparire una netta divisione tra destra e sinistra, riguarda la concretizzazione dell’iniziativa popolare sull’internamento a vita per criminali estremamente pericolosi, accolta in votazione popolare l’8 febbraio 2004.

Il punto più controverso è rappresentato dalla compatibilità dell’iniziativa con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Per la maggioranza il testo elaborato dal parlamento rispetta gli obblighi internazionali della Confederazione.

Assicurazione malattia

Due altri temi delicati hanno riguardato altrettante modifiche della Legge sull’assicurazione malattia. Circa la riforma del finanziamento ospedaliero, in futuro i cantoni dovranno assumersi una parte fissa minima di costi del 55%, mentre il rimanente 45% sarà a carico delle casse malattia.

Venerdì, l’UDC ha fatto inoltre sapere di aver ritirato la propria iniziativa popolare «sì al ribasso dei premi delle casse malati nell’assicurazione di base» a favore del controprogetto elaborato dal parlamento.

Il controprogetto accoglie buona parte dei postulati dell’iniziativa, come l’introduzione di maggiore concorrenza tra gli ospedali e tra i medici, un sistema di pagamento monista (un solo attore paga mentre attualmente assicuratori e poteri pubblici si spartiscono questo compito), e la possibilità concessa alle casse malattia di collaborare solo coi medici di loro gradimento.

Diritto di ricorso

Il Consiglio degli Stati ha bocciato oggi venerdì l’iniziativa del Partito liberale radicale (PLR) ostile al diritto di ricorso delle associazioni di protezione dell’ambiente. La camera dei cantoni ha anche respinto l’idea di opporre al testo un controprogetto indiretto.

L’iniziativa popolare «Diritto di ricorso delle associazioni: basta con la politica ostruzionista – Più crescita per la Svizzera!» vuole vietare il diritto di ricorso nel caso di progetti approvati dal popolo o da legislativi comunali, cantonali o federale.

swissinfo e agenzie

Nel corso della prima sessione della legislatura, l’Unione democratica di centro (UDC) ha scelto di imboccare la via dell’opposizione. Questo perché il suo consigliere federale Christoph Blocher non è stato rieletto e il parlamento gli ha preferito l’UDC grigionese Eveline Widmer-Schlumpf, che non era candidata ufficiale del suo partito.

Quale sarà il nuovo ruolo del maggiore partito svizzero non è però del tutto chiaro. Il sistema politico svizzero si basa sulla concordanza. La stessa UDC sembra ancora alla ricerca di una definizione precisa di una politica d’opposizione. In conclusione della sessione, il partito ha ritirato la sua iniziativa sui premi delle casse malattia in favore del controprogetto delle camere federali, ma ha mantenuto una linea dura sulla questione delle naturalizzazioni.

Per ironia della sorte, l’UDC presiede attualmente entrambe le camere. Sia il presidente del Consiglio degli Stati Christoffel Brändli, sia il presidente del Consiglio nazionale André Bugnon hanno chiuso la sessione con toni conciliatori. Bugnon ha intessuto le lodi del sistema multipartitico svizzero, dove non ci sono «nemici da combattere», mentre Brändli ha sottolineato l’importanza della collegialità e della cultura politica.

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