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La Svizzera tra i buoni allievi di Bologna

La nuova offerta di studi secondo il modello di Bologna suscita anche critiche e interrogativi da parte degli studenti Keystone

La Confederazione figura tra i paesi più avanzati nell'introduzione della Dichiarazione di Bologna, la riforma universitaria firmata da 45 paesi europei.

Accolta con un certo scetticismo dagli studenti, l’armonizzazione dovrebbe portare entro il 2010 ad uno spazio universitario europeo da Lisbona fino a Vladivostok.

La Confederazione figura all’avanguardia assieme ai paesi anglosassoni e nordici nell’attuazione del processo di Bologna.

È quanto ha affermato lunedì a Berna il segretario di Stato per l’educazione e la ricerca Charles Kleiber, tracciando un bilancio della conferenza dei ministri europei dell’educazione tenuta la settimana scorsa a Bergen, in Norvegia.

Già ora circa la metà degli studenti svizzeri seguono un ciclo di studi corrispondente al nuovo modello concordato nel 1999 a Bologna.

Spazio universitario europeo

Firmata finora da 45 paesi, la Dichiarazione di Bologna costituisce la base politica per l’armonizzazione, entro il 2010, dei sistemi di studi universitari.

Tra i punti centrali della riforma vi è l’introduzione di un modello di studio a tre tappe che si basa su quello americano.

I primi tre anni permettono di conseguire il “bachelor”, dopo altri due si può ottenere il “master”. Rimane poi ancora la possibilità di tentare il dottorato.

La creazione di uno spazio europeo dell’insegnamento superiore dovrebbe, tra l’altro, rendere più trasparenti gli studi universitari, migliorare la collaborazione tra le università e favorire la mobilità degli studenti.

Riconoscimento dei diplomi

A Bergen, i ministri dell’educazione, tra cui lo svizzero Pascal Couchepin, hanno stilato un bilancio provvisorio positivo del processo di riforma avviato finora e hanno definito i temi centrali del prossimo biennio.

I rappresentanti di 38 paesi hanno inoltre firmato la Convenzione di Lisbona che prevede il riconoscimento reciproco dei diplomi universitari.

Per migliorare la trasparenza, i responsabili dell’educazione hanno concordato inoltre di creare un registro europeo dell’insegnamento, in cui verrebbero presentate tutte le offerte di studi delle università europee.

Secondo i ministri occorre pure rafforzare maggiormente la collaborazione tra le scuole superiori e i centri di ricerca.

Svizzera in buona posizione

Dalla conferenza di Bergen è emerso tra l’altro che la Svizzera figura tra i paesi più avanzati nella concretizzazione della riforma avviata a Bologna. Finora circa la metà degli Stati firmatari hanno già cominciato ad attuare il nuovo modello di studi.

«Con il 55 per cento di diplomi a livello bachelor abbiamo fatto le cose in fretta e bene», ha tenuto a sottolineare Charles Kleiber.

Anche le direttive per garantire la qualità degli studi, approvate dalle università e dalle scuole superiori, vengono già applicate in Svizzera.

Entro il 2006/2007, praticamente tutti i nuovi studenti svizzeri potranno seguire il ciclo di studi bachelor, previsto dalla Dichiarazione di Bologna. Entro il 2008 dovrebbe venir introdotto anche il master in tutte le università svizzere.

Critiche degli studenti

L’introduzione della riforma di Bologna continua però a sollevare anche critiche da parte delle associazioni degli studenti, che deplorano in particolare la mancanza di consultazione.

«L’introduzione del nuovo modello d’insegnamento è stata imposta dall’alto in Svizzera, senza alcun dibattito o informazione degli studenti. Questi ultimi cominciano adesso a reagire, dopo che le prime conseguenze si fanno sentire», afferma Pierre-Antoine Bonvin, copresidente di Unes.

«Restiamo tuttora scettici, anche se siamo stati finalmente associati ai dibattititi», aggiunge il rappresentante dell’associazione studentesca.

Secondo Bonvin, le riserve sono soprattutto di carattere economico: «Il nuovo modello di studi prevede un orario scolastico molto più pesante. Diventa quindi alquanto più difficile svolgere un’attività lucrativa parallela. Molti studenti saranno pertanto costretti in futuro ad interrompere i loro studi dopo il bachelor».

Al centro delle critiche degli studenti figura anche il sistema di borse di studio che, finora, non ha seguito il passo della riforma dell’insegnamento a livello europeo.

swissinfo e agenzie

Il processo di Bologna è stato lanciato nel 1999 nella città italiana con la firma di una Dichiarazione da parte dei rappresentanti di 29 paesi europei.
In seguito all’adesione di altri paesi negli ultimi anni, lo spazio universitario europeo conta attualmente 45 membri e si estende da Lisbona fino a Vladivostok.
La riforma dell’insegnamento superiore, che concerne 15 milioni di studenti in Europa, dovrebbe essere completata entro il 2010.

La Dichiarazione di Bologna mira ad armonizzare i curricoli e i diplomi delle scuole universitarie, introducendo un modello di studio che si basa su quello americano.

Lo studio viene suddiviso in tre fasi: tre anni per il bachelor, altri due per il master e poi, eventualmente, il dottorato.

L’armonizzazione dei cicli di studio dovrebbe tra l’altro favorire la mobilità degli studenti e la collaborazione tra le università.

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