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Lo zar svizzero del pattinaggio artistico

Sthépane Lambiel spicca il volo durante l'ultima prova sul ghiaccio di Mosca Keystone

Stéphane Lambiel mirava ad una medaglia ai campionati del mondo di Mosca. È riuscito addirittura a strappare l'oro, dominando il concorso.

Il suo allenatore, Cédric Monod, sta già pensando alle Olimpiadi di Torino nel 2006 e di Vancouver nel 2010.

«Ero convinto che avesse le risorse per diventare campione del mondo», dichiara Cédric Monod, parlando del suo pupillo Stéphane Lambiel.

«Ma non credevo che ci potesse arrivare già quest’anno. Stéphane è un genio, ci ha veramente stupiti».

Il titolo conquistatato dal giovane vallesano (19 anni) a Mosca è effettivamente straordinario per diverse ragioni.

Dopo una lunga assenza

Lambiel era rimasto assente dalle piste per ben 10 mesi, in seguito ad una ferita al menisco sinistro, ed era ritornato a competere soltanto nel gennaio scorso, in occasione dei campionati svizzeri.

Dopo essersi aggiudicato il quinto alloro nazionale, il neo campione del mondo aveva partecipato a Torino ai campionati europei.

In Italia, Lambiel era riuscito a raggiungere soltanto un posto d’onore, ai «piedi» del podio. Come era già successo agli europei di Losanna nel 2002 e ai mondiali di Dortmund nel 2004.

Primo dall’inizio fino alla fine

Ma era solo una questione di tempo. «Stéphane sperava segretamente di piazzare un colpo grosso sul ghiaccio moscovita», rivela Monod.

«Ma non ha osato manifestarlo, prima di imporsi magnificamente nella prova di qualificazione. Questa prova ha rappresentato una vera e propria rivelazione anche per lui».

Tutte le speranze si sono infatti aperte dopo il primo concorso, in cui Lambiel si è issato al primo posto, dinnanzi al francese Brian Joubert, campione d’Europa nel 2004, e soprattutto davanti al russo Evgeni Plushenko, triplo campione del mondo (2001, 2003 e 2004) e quadruplo campione europeo (2000, 2001, 2003 e 2005).

Nervi di acciaio

E le speranze non sono andate deluse. Accompagnato dai suoi allenatori Peter Grütter e Cédric Monod, della sua coreografa Salomé Brunner, il pattinatore vallesano ha convinto giuria e pubblico nel programma corto e ha tenuto saldamente anche nella prova libera.

«Il lavoro realizzato con uno psicologo dello sport ha portato i suoi frutti», si rallegra l’allenatore vodese. «Stéphane ha messo in mostra nervi di acciaio rispetto alla concorrenza».

L’ultimo suo avversario pericoloso dopo la ferita di Plushenko, Joubert si è invece lasciato sopraffare dal nervosismo nella sua ultima prova.

58 anni dopo

Lambiel ha posto fine ad un’attesa durata 58 anni per la Svizzera. L’ultimo campione del mondo rossocrociato nel pattinaggio artistico maschile è stato infatti Hans Gerschwiler, nel 1947.

«Da ora in poi Stéphane fa parte dei favoriti», rileva Cédric Monod. «In futuro dovrà imparare a gestire la pressione che pesa sui campioni».

All’orizzonte si profila infatti uno dei più grandi obbiettivi della sua carriera: i Giochi olimpici di Torino nel 2006.

«Miriamo evidentemente ad un posto sul podio», sottolinea Monod. Vista l’età del suo pupillo, l’allenatore sta già pensando ancora più lontano: «Possiamo immaginare un’altra medaglia alle Olimpiadi di Vancouver nel 2010».

L’appetito, si sa, viene mangiando.

swissinfo, Raphael Donzel
(traduzione Armando Mombelli)

Raccogliendo 262,46 punti, Sthépane Lambiel si è imposto a Mosca dinnanzi al canadese Jeffrey Buttle (245,69) e all’americano Evan Lysacek (242,98).
Il pattinatore svizzero ha già vinto 5 titoli consecutivi di campione svizzero (2001-2005).
Lambiel aveva dovuto accontentarsi finora di diversi piazzamenti d’onore a livello internazionale, tra cui un quarto posto ai mondiali di Dortmund nel 2004 e agli europei di Torino nel 2005.

Stéphane Lambiel è nato il 2 aprile 1985 a Martigny, in Vallese.

Dopo aver ottenuto nel 2004 il diploma di maturità, attualmente il neocampione del mondo si dedica interamente al pattinaggio.

Lambiel è allenato da Peter Grütter (dal 1994) e da Cédric Monod (2004). Salomé Brunner è responsabile invece delle sue coreografie.

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