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Medicina di punta: la battaglia continua

La guerra per la medicina di punta in Svizzera è tutt'altro che terminata Keystone

I cantoni di Berna e Basilea Città hanno annunciato venerdì la loro intenzione di gestire assieme, dal 2007, il settore della cardiochirurgia.

Per Zurigo, che da tempo si oppone alla politica degli altri cantoni, una collaborazione di questo tipo non permetterà di raggiungere gli obiettivi sperati.

L’infinita discussione sulla concentrazione della medicina di punta in Svizzera si è arricchita di un nuovo episodio.

La collaborazione tra Berna e Basilea interesserà le facoltà di medicina delle rispettive Università. Allo scopo verrà istituito un centro di competenze comune.

Con questa decisione, i due cantoni intendono lanciare un segnale forte nell’attuale dibattito sulla medicina universitaria e sulla medicina di punta.

Polo europeo

L’unione delle forze nella chirurgia cardiaca permetterà di creare di uno dei più importanti poli dello spazio germanofono, sostengono Berna e Basilea. Nel 2005, i due ospedali hanno realizzato circa 2000 interventi.

Il nuovo centro di competenze, ripartito sui due siti, sarà diretto dal professor Thierry Carrel, medico capo in chirurghia cardiaca all’Inselspital di Berna.

Le prestazioni di base in materia continueranno ad essere proposte nelle due città, ma alcune specializzazioni saranno concentrate in un ospedale o nell’altro.

Anche la neurochirurgia

A proposito di neurochirurgia, altra disciplina altamente specializzata, i due cantoni armonizzeranno le loro priorità e definiranno delle strutture fisse di cooperazione. Anche in questo ambito, Berna e Basilea intendono occupare una posizione di primo piano in Svizzera.

I due governi cantonali hanno inoltre deciso di realizzare un’analisi sull’avvenire della medicina di punta nel paese. Tre esperti (un tedesco, un inglese ed un canadese) studieranno la situazione e pubblicheranno le loro conclusioni in ottobre.

Opinioni contrastanti

I vari rapporti possono tuttavia giungere a conclusioni contraddittorie. Due settimane fa, il canton Zurigo aveva ad esempio presentato un studio intermedio, realizzato da esperti stranieri, che andava a rafforzare la sua posizione.

Secondo quest’ultima analisi, la concentrazione della medicina di punta è inevitabile. Per la Svizzera, due centri, uno per la Svizzera romanda ed uno, a Zurigo, per la Svizzera tedesca, sarebbero sufficienti per la maggior parte delle specializzazioni.

“Una soluzione troppo radicale”, ha commentato venerdì Carlo Conti, direttore della salute pubblica basilese.

Di tutt’altro avviso Martin Brunnschwiler, segretario generale della direzione della salute del canton Zurigo, secondo il quale il nuovo centro tra Berna e Basilea non porta a niente.

Lunga sequela

Lo spinoso dossier oppone ormai da tempo Zurigo alla Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS).

Nel 2004, la CDS aveva adottato una convenzione intercantonale per la coordinazione e la concentrazione della medicina altamente specializzata.

La soluzione prevede la ripartizione delle specializzazioni tra sei poli. Ma, nel 2005, Zurigo ne ha rifiutato la ratifica, preferendo una soluzione a due soli importanti centri.

La prossima puntata è prevista per l’autunno, con la pubblicazione, praticamente simultanea, di tre studi: quello definitivo di Zurigo, quello comune tra Basilea e Berna ed quello della CDS contenente il progetto di una nuova convenzione intercantonale.

swissinfo e agenzie

L’entrata in vigore della Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina altamente specializzata (CICCM) era prevista per il 2008.

Non se ne farà nulla, perché non è stata ratificata, come richiesto, da almeno 17 cantoni. Tra questi avrebbero dovuto esserci tutti quelli dotati di un ospedale universitario, come ad esempio Zurigo.

Nel 2005 Zurigo ha tuttavia deciso di interrompere i negoziati: secondo le autorità del cantone, la medicina di punta deve concentrarsi in due soli centri e non in sei come preteso dalla CICCM e dalla Conferenza dei direttori cantonali della sanità.

La CICCM avrebbe dovuto disciplinare i trapianti d’organi, la chirurgia del cuore ed dell’ipofisi, la cardiologia pediatrica e le operazioni sugli ustionati gravi.

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