Prospettive svizzere in 10 lingue

Non c’è crisi per la musica dal vivo

Keystone

Tra i settori che non sembrano patire la difficile congiuntura economica vi è quello delle rassegne musicali estive: malgrado la crisi, la gente è infatti sempre disposta a spendere per gustare un concerto.

Sogno avverato di una notte di mezza estate (soprattutto per gli organizzatori): assistere a uno spettacolo di musica dal vivo – e pagare per farlo – resta uno dei passatempi preferiti degli svizzeri.

I biglietti per i grandi festival Paléo (Nyon) e Montreux Jazz sono stati venduti nel giro di poche ore ed entrambe le manifestazioni hanno attirato decine di migliaia di persone: circa 230’000 a Nyon, altrettanti – di cui circa 90’000 paganti – nella località affacciata sul Lemano.

Per ammirare dal vivo i propri beniamini spesso non si bada a spese: chi ha assistito al concerto di Prince al Montreux Jazz Festival ha dovuto spendere dai 195 franchi (posti in piedi) ai 480 franchi (posti seduti). L’atmosfera e la buona musica sembrano dunque essere due beni-rifugio resistenti alla crisi.

Vacanza no, concerto sì

«Come scriveva Manzoni, i soldi da dilapidare si trovano sempre. Questa voce di spesa non viene tagliata, così come non vengono tagliate tutte le spese superflue», commenta scherzosamente Mauro Rossi, giornalista al Corriere del Ticino e profondo conoscitore della scena musicale.

In realtà, precisa, «il fatto che la gente continui a spendere per partecipare a concerti è molto verosimilmente proprio una conseguenza della crisi. Dovendo rinunciare alle vacanze, molte persone scelgono di concedersi una serata musicale. Un’uscita di questo genere, anche se relativamente costosa, incide comunque meno di tre settimane al mare».

Tradizione e qualità

Mauro Rossi sottolinea poi un altro elemento alla base del costante e crescente successo di pubblico dei festival musicali elvetici: «Bisogna tenere presente l’importanza della tradizione e della qualità. Da parecchi anni, praticamente in tutta la Confederazione, l’estate è automaticamente associata alla musica grazie a manifestazioni d’ampio respiro internazionale».

La Svizzera può approfittare di una posizione di primo piano a livello di festival musicali poiché – soprattutto grazie all’iniziativa privata – ha saputo investire tempestivamente in questo settore.

Infatti, prosegue, «durante i mesi di giugno, luglio e agosto la Svizzera diventa uno dei principali crocevia europei della musica pop, rock ma anche classica». Va inoltre sottolineata «la presenza di ottime strutture e di organizzatori capaci». Di conseguenza, rileva Rossi, molti appassionati acquistano i biglietti – a prescindere dal programma – con largo anticipo, fidandosi della fama delle diverse rassegne.

Christophe Platel, responsabile della comunicazione del Paléo, gli fa eco: «I festival fanno ormai parte della tradizione svizzera. Si tratta di un appuntamento apprezzato dalla popolazione e dai turisti: rassegne come Paléo, Montreux Jazz, Moon&Stars di Locarno hanno saputo costruire un’identità forte che garantisce loro la fedeltà del pubblico».

Investimento pagante

Per Paléo, sottolinea Platel, il tasso di fidelizzazione si situa attorno all’85% e i biglietti dell’edizione 2009 sono stati venduti in meno di tre ore. Inoltre, uno spettatore su dieci proviene dall’estero, in buona parte dalle regioni francesi limitrofe.

A questo proposito, Rossi evidenzia – segnatamente per il Ticino – la necessità di inserire maggiormente tali proposte nei pacchetti turistici: «Oltre al sole e alle passeggiate, è importante poter offrire anche eventi culturali di buon livello».

Ritorno al passato

Apparentemente, sembra esserci una contraddizione tra le difficoltà di cui si lamenta l’industria musicale e il successo dei concerti dal vivo. «Non sono affatto stupito. Un concerto – dice Platel – è un momento magico che non può essere scaricato da Internet; nel contempo, il consumo di musica non è affatto diminuito: sono le vendite a essere calate».

Secondo Mauro Rossi, «la crisi deve essere innanzitutto relativizzata: rispetto al periodo d’oro della discografia, alla fine degli anni Settanta, il calo delle vendite ammonta “solo” al 25%». La differenza – aggiunge – è il maggior numero di prodotti musicali disponibili, che spinge il consumatore a operare scelte precise in un mercato forzatamente più variegato.

Dal canto loro, le case discografiche «puntano quasi esclusivamente sui grandi nomi o sul fenomeno del momento, ciò che non porta alla creazione di nuovi artisti o di prodotti particolarmente attraenti». Di conseguenza, «chi ama la musica preferisce andare direttamente alla radice, ossia ai concerti dal vivo».

Questa situazione coincide con un cambiamento di paradigma. «Siamo tornati a un modello simile a quello precedente all’introduzione dei dischi a 45 giri. In passato, infatti, per gli artisti i concerti erano un modo per promuovere i propri album. Ora avviene il contrario: il disco non è nient’altro che un manifesto pubblicitario per poter vendere i concerti live. Ovviamente i costi di produzione hanno quindi dovuto essere spalmati sugli eventi dal vivo, con biglietti più cari e show più elaborati», conclude Rossi.

Andrea Clementi, swissinfo.ch

Le principali rassegne musicali organizzate in Svizzera durante l’estate 2009 hanno fatto registrare risultati assai positivi.

Sull’arco di due settimane, il Jazz Festival di Montreux ha accolto circa 230’000 spettatori (di cui 90’000 paganti), pari a un incremento del 10%. Sempre nel cantone di Vaud, il Paléo di Nyon ha richiamato 230’000 persone – tutte paganti – durante sei giorni.

Nella Svizzera germanofona, 141’000 appassionati hanno acquistato un biglietto per l’Openair di Frauenfeld (tre giorni); a Berna, i concerti del Gurten – nonostante il maltempo – hanno attirato complessivamente oltre 60’000 persone (quattro giorni).

A Lucerna, i concerti del Blue Balls Festival (nove giorni) sono stati seguiti complessivamente da circa circa 100’000 persone. Il Live at Sunset di Zurigo ha richiamato 35’000 persone, 7’000 in più della scorsa edizione.

In Ticino, la manifestazione JazzAscona (dieci giorni) ha attirato sulle rive del Lago Maggiore oltre 70’000 spettatori: ciò corrisponde a un aumento del 20% rispetto al 2008. Successo anche per i concerti di Moon&Stars di Locarno: quasi 75’000 persone per nove serate.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR