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Ospel: dopo un’ascesa folgorante, la rovinosa caduta

Il presidente del Cda dell'UBS Marcel Ospel se ne va da uomo solitario Keystone

Ha capitanato l'UBS sulla rotta di utili miliardari e l'ha abbandonata in una tempesta di perdite pure miliardarie: incagliatosi nella crisi dei muti americani, Marcel Ospel ha ceduto il timone.

La più grande banca svizzera ha già effettuato svalutazioni per quasi 40 miliardi di franchi tra il quarto trimestre del 2007 e il primo del 2008, ma non naviga ancora in acque placide. Queste permangono agitate dalla crisi dei crediti ipotecari scoperti negli Stati Uniti. Per uscirne, l’UBS ricorre di nuovo a un aumento di capitale.

Già alla fine del 2007 l’istituto elvetico ha fatto capo a un’iniezione di nuove liquidità per 19 miliardi di franchi, di cui 11 miliardi provenienti da un fondo statale di Singapore. Tre mesi più tardi necessita ulteriori 15 miliardi.

Per una banca la situazione è già difficile se perde soldi, ma lo è ancora di più se parallelamente perde anche la fiducia. Dopo i rimproveri della fondazione Ethos, che aveva sollecitato una verifica esterna sulla gestione dell’istituto, ultimamente l’UBS è stata criticata anche allo stesso interno del settore bancario.

Un’ipoteca anche per la piazza finanziaria

Il decano dei banchieri privati svizzeri Hans Vontobel ha parlato di un “fiasco” per tutta la piazza finanziaria. L’ex dirigente dell’Unione di banche svizzere Ulrich Grete ha giudicato “molto penosa” la situazione. Il banchiere privato ginevrino Nicolas Pictet ha osservato che si dovrebbero tener “giù le mani dalle cose che non si conoscono”.

Colui che deve rispondere del disastro è Marcel Ospel. Nel 2006 il basilese aveva ampiamente beneficiato degli utili miliardari conseguiti dall’UBS intascando la lauta retribuzione di oltre 26 milioni di franchi.

Poco più di un anno dopo cede la guida del consiglio di amministrazione (Cda) mentre l’UBS sprofonda nelle cifre rosse. Il 23 aprile sarà il suo ultimo giorno alla testa del colosso bancario elvetico, ai cui vertici si trovava dal 1998: dapprima come presidente della direzione, poi, dal 2001, come presidente del Cda.

“Marcel Ospel ha svolto un ruolo determinante nel successo dell’UBS”, afferma il caporedattore del giornale economico “Handelszeitung” Martin Spieler. “La sua tragedia è di non aver saputo ritirarsi in tempo”. Ospel ha cercato troppo a lungo di gestire la crisi. Alla fine deve essersi reso conto che egli non faceva parte della soluzione, bensì del problema, prosegue.

“Lui che ha fatto tanto per l’UBS, alla fine è diventato un’ipoteca per la banca”, aggiunge Spieler.

Rischi elevati per rincorrere alti rendimenti

L’UBS deve in gran parte al suo “buon fiuto per i buoni affari” l’ascesa ai vertici mondiali, rileva lo specialista bancario. Ospel ha fatto salire sempre più in alto il rendimento e soprattutto la rendita del capitale proprio della banca.

Fra i punti vincenti di Ospel c’è anche la buona presenza globale della banca, in particolare sui mercati asiatici.

Quel che è stato fatale al 58enne è il fatto di essere “ancora rimasto negoziatore borsistico e investitore bancario” anche come presidente del Cda, sostiene Spieler. Nella spietata caccia ai rendimenti più elevati, Ospel si è preso anche rischi elevati. Come altri del resto.

La maggior parte dei concorrenti ha però abbandonato prima la corsa. “L’UBS è rimasta in gioco troppo a lungo”. Così adesso conta i danni in miliardi. Intanto gli azionisti sono in ebollizione, mentre Marcel Ospel conclude malamente la sua carriera.

Un uomo isolato

Noto anche per la sua attiva partecipazione al celebre carnevale di Basilea, secondo Spieler, Ospel non è però mai stato un personaggio vicino al popolo. “Negli ultimi anni si è sempre più distaccato, era sempre più difficile avvicinarsi a lui”.

Anche questa caratteristica ha contribuito alla sua caduta. “Ospel non godeva più della fiducia dei collaboratori, degli azionisti e dell’opionione pubblica e non riusciva più a far passare i messaggi”, spiega Spieler. Cosicché, quando è stata annunciata la sua partenza, nel giro di poche ore il titolo UBS ha guadagnato più del 10%.

swissinfo, Renat Künzi
(Traduzione e adattamento di Sonia Fenazzi)

Nasce nel 1950 a Basilea in una famiglia di condizioni modeste.

Effettua il tirocinio di apprendista di commercio all’allora Società di banca svizzera (SBS). Ad eccezione di tre anni, resta sempre alle dipendenze della SBS.

In seno all’istituto, dal 1987 al 1990 è responsabile settore negoziazione titoli.

Nel 1980 diventa membro della direzione della SBS.

Dal 1996 al 1998 presiede il gruppo SBS.

Ospel è uno dei principali artefici della fusione fra SBS e Unione di banche svizzere che nel 1998 porta alla nascita di UBS.

Fino al 2001 è Ceo della nuova UBS. Poi diventa presidente del consiglio di amministrazione. Il 1. aprile 2008 annuncia la decisione di ritirarsi.

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