Padronato inflessibile sugli aumenti salariali nell'edilizia
Nuovo conflitto salariale in vista nei settori dell'edilizia e dell'industria grafica. Il padronato ha infatti rispedito al mittente le richieste salariali dei sindacati dei due settori, che chiedono aumenti salariali del 5 per cento e riduzioni degli orari di lavoro.
Per quanto riguarda il settore dell'edilizia, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha respinto giovedì, definendole irrealistiche, le richieste di aumenti salariali del 5 per cento e di una riduzione del tempo di lavoro avanzate dai sindacati SEI e Syna.
Se queste rivendicazioni fossero accolte, i costi degli impresari aumenterebbero dal 12 al 15 per cento, con un rincaro delle costruzioni dal 10 al 12 per cento, sostiene la SSIC. Ciò provocherebbe un aumento degli affitti e degli oneri per l'ente pubblico, nonché l'avvio di una spirale negativa salari/prezzi.
Nessuna possibilità di dialogo
La SSIC chiede quindi al sindacato interprofessionale Syna e al Sindacato edilizia e industria (SEI) di ripensare le loro richieste e di sottoporre proposte più realistiche, altrimenti non vede la possibilità di elaborare un nuovo contratto collettivo equilibrato. Gli impresari desiderano una soluzione globale che tenga conto della nuova legge sul lavoro e che preveda aumenti della busta paga, non però nella «misura eccessiva» ventilata dai rappresentanti dei lavoratori.
Il padronato è pronto a rivedere le indennità per la notte, le domeniche e l'impiego a turni. Una diminuzione dei tempi di lavoro è invece esclusa: con 40,5 ore settimanali le condizioni nel settore sono all'avanguardia, ha detto il direttore della SSIC Daniel Lehmann. I sindacati chiedono una riduzione di tre ore settimanali e la giornata lavorativa al massimo di otto ore. Propongono inoltre il pensionamento anticipato a 60 anni o dopo 40 anni di attività.
Il conflitto dell'anno scorso
Gli impresari vorrebbero invece precisare gli obblighi della pace del lavoro previsti dal contratto collettivo. Secondo Lehmann, le agitazioni durante la fase negoziale andrebbero vietate. A suo avviso inoltre il fatto che il SEI abbia già iniziato in primavera a parlare di misure di lotta è un brutto segno.
Il contratto collettivo del settore della costruzione scadrà alla fine dell'anno; se necessario potrà essere prorogato fino al 31 marzo. Un primo round negoziale fra rappresentanti di padroni e lavoratori si è tenuto giovedì alla sede della SSIC di Zurigo e si è concluso senza un nulla di fatto dopo che il padronato ha respinto le rivendicazioni salariali, giudicandole irrealistiche. Un secondo round di discussioni fra le parti sociali è in programma per il prossimo 11 settembre. L'anno scorso le parti si erano duramente battute in un scontro risolto poi solo grazie alla mediazione del consigliere federale Pascal Couchepin.
Aumenti ad personam
Analogamente a quanto sta avvenendo nell'edilizia, anche nel settore dell'industria grafica il padronato rispedisce al mittente le richieste salariali dei sindacati. Un aumento generale del 5 per cento come ventilato dai sindacati non ha nulla a che vedere con la realtà ed è contrario all'attuale contratto collettivo di lavoro, che prevede adattamenti salariali non più globali, ma nelle singole imprese, ha detto martedì a Zurigo Peter Edelmann, presidente della Viscom, l'Associazione svizzera per la comunicazione visuale.
Inoltre la situazione economica non è entusiasmante: un'indagine del centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) rileva che numerose imprese del settore vedono calare i ricavi.
Contratto valido fino al 2004
Il contratto collettivo è valido fino al 2004 e Viscom non ha intenzione di negoziarne uno nuovo, ha spiegato Edelmann. A suo avviso le rivendicazioni salariali sono solo un tentativo di serrare i ranghi sempre più friabili degli affiliati sindacali. Edelmann si è comunque detto favorevole al partenariato sociale, alla cultura del dialogo e a sindacati in buona salute. Secondo il presidente della Viscom gli aumenti individuali fra l'1 e il 3 per cento decisi alla fine dell'anno hanno raccolto un'eco in prevalenza positiva, sia da parte degli impiegati dei datori di lavoro. Attualmente gli adattamenti della busta paga sono basati sulle prestazioni personali, il fatturato e le previsioni per il futuro.
Richieste di aumenti generalizzati non tengono invece conto delle differenze importanti fra le imprese, ha aggiunto Edelmann, che ha peraltro sottolineato la bontà della flessibilizzazione dell'orario di lavoro contemplata dal nuovo contratto collettivo e ha ribadito l'opposizione alla settimana di 36 ore.
L'organizzazione padronale ha criticato rivendicazioni che in realtà non sono ancora state formulate: è però vero che Comedia si appresta a chiedere aumenti del 5 per cento, con un minimo di 250 franchi per tutti. Il comitato centrale si pronuncerà il 24 agosto. Secondo il sindacato due punti percentuali compensano l'inflazione e l'aumento dei premi dell'assicurazione malattie, 1,5 la perdita di potere d'acquisto durante la crisi e 1,5 l'aumento della produttività.
swissinfo e agenzie

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