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Pena ridotta al proprietario dei pitbull assassini

Il caso di Oberglatt ha acceso il dibattito sulla pericolosità dei cani da combattimento Reuters

Non senza sorpresa, l'allevatore dei tre cani da combattimento che nel 2005 uccisero un bambino a Oberglatt, nella periferia di Zurigo, è stato parzialmente assolto in appello.

Il Tribunale cantonale ha d’altra parte respinto la richiesta di risarcimento di una donna che era stata minacciata dagli stessi cani ed ha assolto altri due coimputati.

Al processo d’appello, l’imputato, un cittadino italiano, ha ottenuto uno sconto di 6 mesi. È ora stato condannato a due anni di carcere con la sospensione condizionale.

Il 43enne – uscito di prigione alla fine di luglio ed espulso verso l’Italia – è stato nuovamente riconosciuto colpevole di omicidio colposo, ma è stato assolto dall’accusa di lesioni personali gravi.

«È tutto così poco professionale», ha reagito il padre di Süleyman, il bambino di sei anni che nel 2005 è stato azzannato mortalmente da tre pitbull.

Il presidente del tribunale, Reinhold Schätzle, ha ammesso che il diritto penale ha dei limiti nell’affrontare una tregedia come questa, che per i genitori del bambino si è prolungata nel calvario processuale.

Sospensione condizionale dopo due anni

Per la commisurazione della pena, l’imputato ha potuto trarre vantaggio (almeno in teoria) dalle nuove norme penali in vigore da quest’anno, che gli permettono di beneficiare della sospensione condizionale anche con una condanna a due anni. Fino all’anno scorso, la condizionale era infatti concessa soltanto per condanne di 18 mesi al massimo.

Visto che il condannato è stato posto in detenzione preventiva il primo dicembre 2005 – il giorno della tragedia – e ha già passato 20 mesi in carcere, la pena è da considerarsi come già scontata.

I giudici non gli hanno però riconosciuto i 6’000 franchi di risarcimento richiesti dal suo legale in caso di riduzione della pena a 18 mesi.

Shock non risarcito

L’accusa per lesioni corporali gravi si riferisce ai disturbi psichici di cui soffre una donna di 27 anni che era stata minacciata assieme al figlioletto da tre pitbull, prima che questi inseguissero e sbranassero il piccolo Süleyman.

La donna, che è tuttora inabile al lavoro, chiedeva un risarcimento di 60’000 franchi che non le è stato riconosciuto.

Il Tribunale cantonale è arrivato alla conclusione che non esistono le prove per una simile accusa. I giudici hanno criticato in proposito l’operato del Ministero pubblico, che nell’atto d’accusa ha omesso di indicare che erano stati i cani a provocare alla donna lo stato di shock.

L’avvocato della donna ha dichiarato di non aver ancora deciso se presentare un ricorso al Tribunale federale, la più alta istanza giuridica del paese.

Assolti i coimputati

Il tribunale zurighese ha inoltre assolto l’ex compagna 30enne del proprietario dei cani e l’inquilino dell’appartamento di Oberglatt dove al momento dei fatti la coppia era temporaneamente alloggiata assieme a sei pitbull terrier.

La donna era stata condannata in prima istanza a 14 mesi di detenzione con la condizionale. Il Tribunale cantonale l’ha assolta dalle accuse più gravi – ossia l’omicidio colposo e le lesioni personali gravi – arrivando alla conclusione che non può essere provato che un suo intervento avrebbe permesso di evitare la tragedia.

Il locatario dell’appartamento di Oberglatt, che in prima istanza era stato condannato a 12 mesi con la condizionale, è stato assolto da ogni accusa. La corte ha stabilito che, benché avesse partecipato alla costruzione del capanno di fortuna sul balcone da cui erano fuggiti i pitbull, il 40enne non era responsabile della sorveglianza dei cani.

swissinfo e agenzie

In Svizzera non esiste una regolamentazione a livello nazionale sui cani pericolosi.

Il parlamento federale ha però discusso della questione in seguito alla grande emozione suscitata in tutto il paese dopo la morte, nel dicembre del 2005, di un bambino di sei anni azzannato da tre pitbull nei pressi di Zurigo.

Le due camere hanno accettato lo scorso mese di settembre una mozione che chiede norme legislative più severe in questo ambito.

Nel frattempo, come ha ricordato il Tribunale federale, i cantoni possono continuare a emanare normative sui cani pericolosi.

Dal 1. gennaio 2006 in Vallese sono vietate 12 razze di cani pericolosi. Guinzaglio e museruola sono obbligatori per gli altri cani pericolosi.

Nell’agosto 2006 il canton Ginevra ha deciso di imporre, a titolo transitorio, una museruola per tutti i cani nei parchi pubblici. In votazione popolare, i ginevrini hanno deciso nel giugno di quest’anno che chi vuole detenere un cane pericoloso deve chiedere un permesso.

Misure analoghe sono allo studio anche nei cantoni di Friburgo, Vaud, Giura, Berna, Zurigo e Basilea-città.

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