Prospettive svizzere in 10 lingue

Per far rivivere l’ “Esprit de Locarno”

Il Patto di Locarno firmato al termine della Conferenza internazione di pace del 1925. Archivo comunale della città di Locarno

Sono passati 80 anni da quando, nel 1925, i rappresentanti di diverse nazioni europee si riunirono a Locarno nel nome della pace.

Quest’anno la città sul Verbano ricorda e commemora quella storica Conferenza (5-16 ottobre 1925) che diede vita al Patto di Locarno.

Locarno, dunque, non solo città del cinema (la 58esima edizione del Festival internazionale del film è in pieno svolgimento), ma anche città della pace e della tolleranza.

Convocata nell’autunno del 1925 nel tentativo di trovare un accordo tra vincitori e vinti del Primo conflitto mondiale e di costruire una pace diplomatica, la Conferenza internazionale diede vita agli Accordi di Locarno, firmati a Londra il primo dicembre dello stesso anno.

Noti nel loro insieme come “Patto di Locarno”, trattati e convenzioni – di diversa natura e non tutti firmati dalle medesime potenze – entrarono in vigore nel 1926, quando la Germania fu accolta nella società delle Nazioni.

Dieci anni dopo quegli accordi furono denunciati da Hitler, con l’occupazione militare della Renania. Il clima di distensione e collaborazione nato a Locarno fu travolto dalla barbarie e le luci della speranza definitivamente spente.

Rievocazioni sotto il segno dell’arte

Oltre alle rievocazioni storiche, in programma nel mese di ottobre, la città di Locarno ha voluto puntare su nuovi linguaggi per commemorare l’ “Esprit de Locarno”. E lo ha voluto fare privilegiando l’arte ed i suoi interpreti.

Come il pittore Edmondo Dobrzanski, a cui la Pinacoteca comunale (Casa Rusca) dedica fino alla fine di ottobre un’ampia mostra.

Figlio di un esule polacco, è considerato uno dei massimi pittori svizzeri del secolo scorso. E nelle opere di Dobrzanski, i temi della guerra e dei suoi orrori, sono ricorrenti.

Sotto il segno dell’arte, nella prima metà del mese di ottobre, anche la “performance” di diversi artisti, ai quali verrà consegnato un palo da trasformare in simbolo della pace. Ogni palo verrà collocato in Piazza Grande, nell’intento di realizzare una costruzione per la pace.

Lungo gli antichi binari del tram e della Centovallina, verrà inoltre fatto scorrere un veicolo rudimentale e fragile – fragile, spesso, come la pace – che si muoverà da un capolinea all’altro, battezzati per l’occasione “Stazione Tolleranza” e “Stazione Libertà”.

Quel che resta dello spirito di Locarno

Ma che cosa resta oggi dell’”Esprit de Locarno”? Abbiamo rivolto direttamente la domanda allo storico Rodolfo Huber, responsabile dell’Archivio comunale della città, che subito conferma:

“La Conferenza di Locarno, il complesso sistema di trattati e il clima politico internazionale che ne era scaturito, è considerata uno dei maggiori eventi della storia europea del XX secolo”.

“Alcuni semi piantati a Locarno – dichiara a swssinfo Rodolfo Huber – hanno dato frutti: penso alle procedure d’arbitrato, alle garanzie offerte da terze potenze per pacificare stati in guerra.

E ancora: “Penso pure al ruolo dell’ONU in determinati frangenti, ai rapporti oggi amichevoli tra Francia e Germania e all’Europa, che ha fra le sue origini il famoso memoriale di Aristide Briand”.

“Dunque in Europa le aspirazioni del 1925, nel secondo dopoguerra e soprattutto a partire dal 1989, si sono realizzate. Tuttavia – aggiunge lo storico – non credo che si possa tracciare una linea ideale dal Patto di Locarno ad oggi. Frammezzo vi sono cesure profonde”.

Vecchi ideali e nuovo ordine mondiale

Si deve inoltre considerare, osserva sempre Huber, che dello spirito di Locarno faceva parte la convinzione che alla Società delle Nazioni competesse un ruolo centrale nelle relazioni fra gli Stati.

“Agli ideali di Locarno – ricorda – si ispirava il Patto Briand-Kellogg (1928) che bandiva l’uso della guerra come strumento legittimo di politica nazionale”.

“L’attuale ordine mondiale – sottolinea ancora lo storico – è invece caratterizzato dal soverchiante primato degli USA che (in contrasto con un “inattuale” spirito di Locarno) trascurano l’ONU, e dopo l’11 settembre legittimano politiche unilaterali e la guerra preventiva”.

“Una svolta nel diritto internazionale – conclude Rodolfo Huber – è stata data in precedenza da Kofi Annan, segretario generale dell’ONU, che nel 1999 affermò che certe atrocità non sono unicamente vicende interne e che perciò giustificano un intervento militare “umanitario”. Questione che a Locarno, dove era acquisita l’inviolabilità della sovranità nazionale, non si era posta”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

La Conferenza di Locarno è considerata dagli storici una premessa per il Patto di Briand-Kellogg (1928)
A quel Patto aderirono una sessantina di Stati impegnandosi a considerare la guerra uno strumento illegale
Tra i protagonisti della conferenza Aristide Briand, Gustav Stresemann e Austen Chamberlain.
Il loro impegno fu premiato con il Nobel per la pace
Locarno renderà omaggio allo storico Patto con delle manifestazioni previste nel mese di ottobre

Nell’80esimo anniversario del Patto di Locarno non poteva mancare la parte rigorosamente ufficiale.

La “Giornata della pace” (8 ottobre), organizzata sotto la regia del presidente del Festival del film di Locarno Marco Solari, intende riunire gli ambasciatori di quei Paesi che nel 1925 firmarono il Patto di Locarno.

Rappresentanti di Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna e Italia raggiungeranno le rive del Verbano per rievocare lo spirito di coloro che si impegnarono per la pace.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR