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Più controlli per il rilascio dei visti

L'ambasciata svizzera in Perù, dove lo scorso è stato scoperto un traffico illegale di visti. Keystone

Il Ministero degli esteri ha intensificato i controlli e migliorato la formazione del personale dopo la scoperta di traffici di visti in alcune ambasciate.

I tagli finanziari mettono però ora a repentaglio questi provvedimenti. Perciò il Dipartimento di Micheline Calmy-Rey intende chiedere nuovi fondi.

Sempre più spesso gli ispettori vengono inviati a controllare le attività delle ambasciate. Ciò anche quando non sussiste alcun indizio di frode, ha indicato il capo della Direzione delle risorse e della rete esterna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Martin Dahinden.

Per individuare tempestivamente eventuali pratiche scorrette, il DFAE ha stilato una classifica dei rischi nelle varie rappresentanze diplomatiche.

La valutazione si basa su diversi fattori, ad esempio la pressione migratoria di un Paese, le attività legate al crimine organizzato e la tratta di esseri umani.

I responsabili delle missioni sono stati resi più attenti alle loro responsabilità. “Una volta, il rilascio dei visti era spesso considerato come un campo inferiore al rango di ambasciatore. Ora i diplomatici conoscono bene queste procedure e le controllano”, osserva Dahinden.

Quattro occhi vedono meglio di due

L’applicazione del principio secondo cui “quattro occhi vedono meglio di due” è stata generalizzata: i dossier di rilascio dei visti vengono ora spesso controllati da due persone.

Inoltre è stata adattata la struttura degli sportelli: a Mosca, per esempio, è stato costruito un padiglione con uffici aperti, in modo da dissuadere eventuali malintenzionati dal tentativo di corrompere i funzionari.

In alcuni Paesi, coloro che lavorano allo sportello subiscono una pressione enorme, sottolinea Dahinden. “Chi è disposto a rischiare la vita attraversando il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna è pronto anche a minacciare un impiegato di un consolato o la sua famiglia. Ciò non giustifica comunque il mancato rispetto delle procedure”.

Funzionari svizzeri inflessibili… ma cari!

Pur avendo apportato dei miglioramenti, le misure attuali non sono ancora sufficienti, afferma Jean-Paul Glasson, presidente della sottocommissione della gestione del Consiglio Nazionale (Camera bassa del Parlamento) che controlla il DFAE.

Il consigliere nazionale liberale-radicale auspica che nelle rappresentanze diplomatiche i doppi controlli divengano sistematici e che il personale svizzero venga aumentato, in quanto meno soggetto a cedere alle pressioni.

Ma i dipendenti svizzeri all’estero costano caro e il preventivo 2006 della Confederazione ha ridotto di 3 milioni di franchi le spese del DFAE. “Abbiamo l’intenzione di chiedere un credito aggiuntivo per impiegare più personale svizzero”, annuncia Dahinden.

Grazie a Schengen i visti diminuiranno

Attualmente, nelle 141 rappresentanze diplomatiche elvetiche vengono rilasciati circa mezzo milione di visti all’anno mentre altri 40’000 vengono rifiutati.

Il loro numero dovrebbe scendere a circa 400’000 dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Schengen, prevede il portavoce dell’Ufficio federale delle migrazioni Dominique Boillat.

swissinfo e Anja Germond (ats)

Nelle 141 rappresentanze diplomatiche svizzere sono rilasciati mezzo milione di visti all’anno, mentre 40.000 richieste sono rifiutate.
Il numero di visti rilasciati dovrebbe scendere a 400.000 dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Schengen.

Dopo la scoperta di alcuni casi, il Ministero degli esteri ha predisposto controlli più frequenti nelle ambasciate svizzere per evitare nuovi episodi di corruzione nel rilascio di visti.

Sono state introdotte anche disposizioni pratiche per dissuadere sul nascere eventuali tentativi di corruzione dei funzionari agli sportelli.

Queste misure si scontrano però con le difficoltà del bilancio della Confederazione e il Ministero degli esteri si vedrà costretto a chiedere un credito aggiuntivo.

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