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Arringa per degli assegni famigliari «più giusti»

L'armonizzazione degli assegni familiari è nell'agenda politica da oltre 15 anni Keystone

Sinistra, Verdi e democristiani affermano che l'armonizzazione degli assegni familiari sarà utile all'intera società e genererà costi sopportabili per l'economia.

Martedì a Berna, un comitato nazionale composto da una sessantina di organizzazioni familiari, politiche e sindacali ha presentato gli argomenti in favore del sì alla nuova legge in votazione il prossimo 26 novembre.

L’armonizzazione degli assegni familiari porterà vantaggi sia alle famiglie che all’economia. Lo sostiene il Comitato nazionale per assegni familiari più giusti, che intende fare di tutto affinché il progetto sia accettato dal popolo nella votazione del 26 novembre prossimo.

«Gli assegni familiari sono il miglior strumento di aiuto finanziario alle famiglie», ha dichiarato martedì a Berna il consigliere nazionale friborghese Hugo Fasel, responsabile del sindacato Travail.Suisse. Sono oltre 15 anni che la loro armonizzazione ad almeno 200 franchi al mese, per figli fino a 16 anni, e 250 franchi, per i giovani in formazione fino a 25 anni, figura nell’agenda politica.

Disparità attuali

La situazione attuale è del tutto insoddisfacente, dato che le indennità sono distribuite sulla base di una cinquantina di regolamentazioni diverse, ricorda il comitato che riunisce una sessantina di organizzazioni, oltre 100 parlamentari federali, come pure diverse personalità della politica e della cultura.

Gli importi degli assegni variano infatti dai 160 franchi mensili nel canton Berna ai 444 in Vallese. Anche la cerchia dei beneficiari degli assegni differisce a seconda della regione. Alcuni cantoni ne prevedono l’erogazione solo alle persone con un impiego a tempo pieno, altri anche a quelle che lavorano a tempo parziale o a chi non svolge alcuna attività lucrativa.

Queste disparità – ha sottolineato il consigliere agli Stati Urs Schwaller – sono ingiuste. Con il nuovo progetto, i cantoni resteranno liberi di introdurre importi superiori. Non si tratta di limitare il loro campo d’azione, ma, fissando importi minimi, di «rendere il sistema più coerente, semplice e giusto», ha aggiunto il senatore.

Famiglie e economia

La Svizzera annovera attualmente 1,7 milioni di figli che rientrano nel campo d’applicazione della legge. Tre quarti di loro vivono in un ambiente familiare a basso o medio reddito e 250’000 al di sotto della soglia di povertà, ha dal canto suo ricordato la consigliera nazionale ginevrina Liliane Maury Pasquier.

Per i figli fino a 16 anni porterà infatti migliorie in 17 cantoni e in 24 per quelli in formazione fino a 25 anni.

La legge si rivelerà anche positiva per l’economia, dato che ogni franco che entra nel portamonete delle famiglie aumenta il loro potere d’acquisto, ha sottolineato la deputata ginevrina.

Costi sopportabili

Il comitato contesta poi le teorie degli oppositori – ossia gli ambienti padronali e la destra – che rimproverano alla legge d’essere troppo costosa. Nel 2009, data prevista per l’entrata in vigore del nuovo regime, quest’ultimo costerebbe all’economia circa 340 milioni supplementari, ha sostenuto la rappresentante dei Verdi Ruth Genner.

La deputata zurighese ha ricordato che ciò corrisponde più o meno all’importo che i datori di lavoro hanno risparmiato negli ultimi anni con il calo delle nascite.

Questo supplemento è dunque più che mai sopportabile, soprattutto se paragonato alla massa salariale elvetica, che raggiunge i 250 miliardi di franchi annui, ha aggiunto Schwaller.

swissinfo e agenzie

Attualmente gli assegni familiari mensili variano dai 160 franchi nel canton Berna ai 444 franchi in Vallese.
La nuova legge propone un versamento minimo di 200 franchi mensili per i figli fino ai 16 anni e di 250 franchi per i giovani in formazione fino ai 25 anni.
Si tratta di montanti minimi. I cantoni mantengono quindi la possibilità di versare importi superiori, come d’altronde già attualmente alcuni di loro fanno.

Fra i partiti di governo, socialisti (PS) e democristiani (PPD) raccomandano di votare sì alla normativa sugli assegni familiari in votazione il prossimo 26 novembre.

Fra i contrari si annoverano invece i democentristi (UDC, destra populista).

I liberali radicali (PLR) si pronunceranno sabato prossimo su questo tema. Il presidente del PLR Fulvio Pelli prevede che il suo partito si schiererà accanto all’UDC sul fronte del no.

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