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Asilo: fra tradizione umanitaria e lotta contro gli abusi

Centro per l'asilo di Basilea: il primo contatto con la Svizzera. Dominic Buettner/pixsil.com

L'asilo politico è un tema che da anni polarizza l'opinione pubblica. Gli uni vogliono combattere gli abusi, gli altri temono lo smantellamento della Svizzera umanitaria.

L’ultima revisione totale della legge sull’asilo risale al 1999. Perché dunque una nuova revisione a soli sette anni di distanza? Tentare di dare una risposta a questa domanda significa già avventurarsi su un terreno politico.

Per i sostenitori, la revisione si giustifica con i cambiamenti avvenuti nelle correnti migratorie. Inoltre, permetterà di frenare gli abusi. Gli avversari denunciano invece il clima sempre più aspro che colpisce i profughi. Inoltre, la revisione viola talune convenzioni sottoscritte dalla Svizzera.

Un tema polarizzante

Per rendersi conto di come il dibattito sull’asilo sia polarizzato, basti ricordare che nel 2002, con una revisione già in corso, un’iniziativa popolare della destra dura aveva ottenuto la maggioranza dei cantoni e mancato di un soffio la maggioranza del popolo.

In seguito, al timone del ministero di giustizia e polizia è subentrato Christoph Blocher, un rappresentante di primo piano proprio di chi nel 2002 voleva un inasprimento della legge sull’asilo. Blocher ha proposto alle due camere del parlamento una serie di misure restrittive che la maggioranza di destra ha avallato. Misure che, secondo alcuni osservatori, vanno addirittura oltre quanto chiedeva l’iniziativa bocciata. Il referendum era dunque inevitabile.

I principali punti controversi

In primo luogo, la richiesta di asilo sarà respinta se il profugo non esibisce entro 48 ore un documento che comprovi la sua identità. Sono comunque previste eccezioni se la persona dimostra in modo credibile di non potere mostrare un tale documento. Ma le autorità non accetteranno più taluni documenti oggi considerati validi, come ad esempio una patente di guida o un certificato di nascita, troppo facilmente falsificabili. I difensori dei profughi avvertono che le persone perseguitate difficilmente dispongono di un documento ufficiale d’identità.

Il secondo punto concerne l’assistenza sociale fornita ai richiedenti. Oggi, una persona sulla cui domanda d’asilo le autorità non sono entrate in merito non ha più diritto all’aiuto sociale, ma all’aiuto d’urgenza, il cui montante è inferiore a quello dell’aiuto sociale. Questa disposizione sarebbe estesa a tutti i richiedenti respinti che devono lasciare la Svizzera.

Per i referendisti, queste disposizioni ridurranno in miseria migliaia di persone, che saranno spinte nell’illegalità. Saranno allora i cantoni e i comuni a pagarne le conseguenze. Proprio per questo, grosse città come Zurigo, Berna o Basilea hanno deciso di appoggiare il referendum. Il governo, invece, vuole costringere le persone respinte a lasciare rapidamente il territorio svizzero. “Accorderemo una particolare attenzione alle persone più vulnerabili, come i minorenni o i malati, nessuno morirà di fame né di freddo”, promette.

Il terzo punto molto controverso riguarda l’arresto coercitivo. Oggi, se un profugo, la cui richiesta è stata respinta, si rifiuta di salire su un aereo per essere rimpatriato, non può essere incarcerato nell’attesa della sua espulsione. In futuro, un profugo respinto che si rifiuta di lasciare la Svizzera potrebbe essere incarcerato al massimo durante 24 mesi. Un minorenne tra i 15 e i 18 anni potrebbe essere messo in prigione durante 12 mesi.

I diritti del bambino

Secondo una perizia giuridica commissionata dall’organizzazione di protezione dell’infanzia Terre des Hommes e allestita da eminenti giuristi, questa disposizione viola la convenzione dell’Onu per i diritti del bambino, sottoscritta dalla Svizzera nel 1996. Un’accusa che l’Ufficio federale delle migrazioni rinvia semplicemente al mittente.

Da segnalare che non tutte le decisioni di non entrata in materia sfociano poi in un allontanamento forzato. Esistono, infatti, i cosiddetti “casi di rigore”. La revisione ne definisce le condizioni in dettaglio. Ma l’avvio di una procedura per un caso di rigore è lasciata all’iniziativa dei cantoni e i referendisti denunciano le enormi disparità esistenti già oggi tra un cantone e l’altro.

Da segnalare infine la nuova regola dello Stato terzo. Essa prevede che i richiedenti l’asilo i quali, prima di presentare la domanda, abbiano soggiornato in uno Stato terzo sicuro, possano esservi rinviati senza entrare nel merito della loro domanda d’asilo.

Anche alcuni miglioramenti

La revisione introduce poi alcuni miglioramenti per le persone ammesse a titolo provvisorio, che potranno ad esempio più facilmente cercare un lavoro. L’inattività è infatti un elemento che può spingere un profugo verso attività criminali. Il ministero di giustizia e polizia riconosce che vanno promossi programmi occupazionali per diminuire la percentuale dei richiedenti condannati, che in certe fasce d’età è oggi superiore a quella degli svizzeri condannati.

I due schieramenti

In parlamento, i partiti borghesi hanno appoggiato chiaramente la revisione, con 108 voti contro 69 alla Camera bassa e 33 contro 12 alla Camera alta. Pur sostenendo la revisione, i democristiani e i liberali radicali tendono però durante la campagna a distanziarsi dalle posizioni molto determinate dell’Unione democratica di centro, già promotrice dell’iniziativa del 2002.

Sull’altro fronte, troviamo la coalizione per una Svizzera umanitaria, che comprende numerose organizzazioni non governative, le principali chiese e i sindacati. Per il referendum anche i partiti di sinistra, gli ecologisti e gli esecutivi di numerose città svizzere. Anche diversi rappresentanti di spicco della destra liberale, come il deputato liberale Claude Ruey, l’industriale Rolf Bloch o l’ex manager di Swisscom Markus Rauh combattono la revisione.

swissinfo, Mariano Masserini

L’attuale legge sull’asilo comporta oltre 120 articoli con ramificazioni nella legge sugli stranieri e in quelle sulle assicurazioni sociali.
La revisione della legge sull’asilo è stata accettata con 33 voti contro 12 alla Camera alta e con 108 voti contro 69 alla Camera bassa.
Il referendum ha raccolto 90.652 firme. Ne erano necessarie 50.000.

Nel 2005, 10’061 persone hanno chiesto l’asilo in Svizzera. Rispetto al 2004, la diminuzione è del 29,4%.

L’asilo politico è stato riconosciuto al 13,6% delle persone che ne hanno fatto richiesta. Questa percentuale era del 9,2% nel 2004.

In Europa, nei primi undici mesi del 2005, si è costatato un aumento delle richieste in Belgio (+ 5,7%) e in Olanda (+ 38,7%). Altri paesi hanno invece fatto registrare una diminuzione: Danimarca (- 29,4%), Germania (- 23,6%), Francia (- 8,3%), Austria (- 11,5%).

In Svizzera, come nel resto d’Europa, i principali paesi di provenienza dei profughi sono la Serbia e Montenegro, la Russia e la Turchia.

Secondo l’Ufficio federale della migrazione, sono rifugiati gli stranieri che, nel paese d’origine o di ultima residenza, sono esposti a seri pericoli per ragioni di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche, oppure che hanno fondati timori di essere esposti a simili pericoli.

La Convenzione di Ginevra sui rifugiati è alla base della politica d’asilo svizzera.

L’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati ha criticato la revisione della legge: “È una delle legislazioni più restrittive in Europa e giunge in un momento in cui il livello dei profughi giunti in Svizzera è il più basso dal 1987”.

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